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Un giudice ha respinto il primo assalto di Musk a OpenAi. Ma non è ancora finita

Continuerà con ogni probabilità in tribunale l'ormai epica battaglia tra Elon Musk e OpenAi. Respinta la richiesta dell'imprenditore sudafricano di bloccare la trasformazione da non profit a società a scopo di lucro della software house di ChatGpt, resta in piedi l'ipotesi di arrivare al dibattimento

Per il momento, OpenAi, l’ormai ex startup di Sam Altman che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia con ChatGpt dando di fatto il via alla corsa all’Intelligenza artificiale maggiormente performante, potrà procedere con la trasformazione da non profit a società con scopo di lucro. Un giudice federale della California settentrionale ha respinto la richiesta di ingiunzione per bloccare la trasformazione in atto avanzata dalla pletora di legali di Elon Musk, ex investitore di OpenAi che aveva rescisso con la società ogni legame prima che diventasse il colosso dell’elettronica che è oggi.

TUTTI GLI ASSALTI DI MUSK A OPENAI

Da allora l’imprenditore sudafricano sembra aver giurato guerra a Sam Altman. Lo stesso Donald Trump, commentando le parole sprezzanti del suo collaboratore al Doge su Stargate (il progetto da 500 miliardi tra OpenAi, Oracle e SoftBank) ha tagliato corto dicendo “quei due si odiano”.

Solo poche settimane fa, Musk aveva avviato un tentativo di acquisizione ostile a OpenAI per 97,4 miliardi di dollari, un’offerta che il consiglio di amministrazione di OpenAI ha respinto all’unanimità.

L’ULTIMO SPIRAGLIO PER INFASTIDIRE ANCORA ALTMAN

Secondo il giudice della Corte distrettuale degli Stati Uniti Yvonne Gonzalez Rogers, Musk non è riuscito a fornire prove sufficienti per procedere con un’ingiunzione. Ma gli ha anche indicato una via alternativa.

Nel respingere l’istanza, infatti, ha comunque affermato che Musk ha la possibilità di citare in giudizio OpenAI, dal momento che in passato sono stati utilizzati fondi pubblici per finanziare lo sviluppo della società di Altman.

SI VA A PROCESSO?

Per il magistrato  “si subisce un danno irreparabile quando il denaro pubblico viene utilizzato per finanziare la conversione di un’organizzazione non-profit in un’organizzazione a scopo di lucro”.

Insomma, virtualmente c’è l’interesse pubblico a celebrare il processo, ma nel dibattimento con ogni probabilità la parte attrice dovrà produrre più prove di quelle che Musk aveva fin qui presentato per la richiesta di una istanza che bloccasse hic et nunc ogni operazione. Un suggerimento che, visto l’interesse dell’imprenditore sudafricano per la vicenda, il numero 1 del Doge non mancherà di cogliere.

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