Davanti a degli iPhone sequestrati nel corso di un’indagine, il magistrato federale di Brooklyn si è trovato a decidere se Apple deve ottemperare alle richieste del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per forzare l’accesso ai propri dispositivi.
In una memoria depositata al tribunale, il colosso di Cupertino ha dichiarato che il 90% dei dispositivi che utilizzano iOS 8 “sono impossibili da eseguire” a causa del rafforzamento delle misure di crittografia. Tali dispositivi includono una funzionalità che impedisce a chiunque di avere accesso ai dati senza il codice d’accesso, Apple compresa. Nella memoria, Apple ha aggiunto è possibile accedere solo 10% dei dispositivi, quelli che continuano ad utilizzare sistemi operativi più vecchi.
La funzione era stata introdotta nel 2014 in seguito alle dichiarazioni di Edward Snowden sui programmi di sorveglianza della NSA, dando seguito alle richieste degli utenti per una maggiore tutela della privacy.

I legali Apple hanno richiesto al giudice James Orenstein di non conformarsi alle richieste del Dipartimento di giustizia, tale soluzione lederebbe gravemente il prestigio del marchio. Scrivono gli avvocati: «Forzare Apple a estrarre i dati in questo caso, in assenza l’autorità di una motivazione giuridica chiara per farlo, potrebbe minacciare la fiducia tra Apple e i suoi clienti e sostanzialmente infangare il marchio Apple».
Il giudice stesso si è mostrato scettico nel richiedere ad Apple di disabilitare del sistema di sicurezza degli iPhone, citando il fallimento del Congresso di intervenire sul tema della crittografia nonostante le richieste del Dipartimento di Giustizia e FBI. La prossima udienza è comunque attesa per giovedì.