Oramai siamo sempre più abituati a sentire frasi come “il futuro è già qui, è oggi”. Sembrano espressioni montate ad arte ma effettivamente inquadrano il momento. Oggi viviamo una fase di transizione, sotto tanti punti di vista, a maggior ragione nel mondo delle tecnologie e delle reti.
E proprio di questo si è parlato all’auditorium di Tim a Roma, in occasione dell’evento dedicato alle Telco in Italia.
LE SFIDE TECNOLOGICHE DEL FUTURO, GIA’ ADESSO
Il gruppo Tim guidato da Pietro Labriola – punterà a trasformare la rete in una piattaforma abilitante per nuovi modelli di business, per far sì che tutti i nuovi servizi digitali viaggino assieme, in pieno coordinamento, con il mondo Ict.
Dal potenziamento delle infrastrutture ad una sempre maggior stabilizzazione del rapporto con i clienti, il lavoro che Tim vuole portare avanti è rendere sempre più aperta la rete, renderla un servizio (Network as a service, Naas).
C’è il 5G, ad esempio, c’è il cloud, la cybersecurity e le tecnologie quantistiche ad essa più adatte: ogni elemento va integrato al meglio.
Tim lavora, inoltre, con il Network as a service, a trasformare la rete in una piattaforma aperta con il coinvolgimento dei principali attori del settore. Il nuovo modello dovrà essere flessibile, per coinvolgere dagli sviluppatori agli Hyperscaler fino alle startup. Obiettivo: realizzare nuovi servizi digitali da proporre sul mercato, a cittadini, aziende e pubblica amministrazione. Il progetto consiste nel portare l’intelligenza della rete ed il cloud dentro ogni centro abitato utilizzando la capillarità delle centrali Tim sul territorio italiano, tramite le Network API (vale a dire interfacce che permettono a diverse applicazioni e servizi di scambiare dati).
L’INTERVENTO DI PIETRO LABRIOLA, AD DI TIM
Pietro Labriola, ad di Tim, ha parlato di tutto questo fornendo un quadro tra passato recente e sfide del futuro per il gruppo. “Oggi viviamo in un mondo che non è più a tenuta stagna, ma vede al centro le relazioni tra noi e i vari player. Occorre discutere del what’s next delle varie tecnologie, perché oggi manca il dialogo”. Per l’ad, con un mondo in cui avremo sempre più player per sempre più servizi, servirà potenziare il marketing, “ma bisognerà capire anche come applicare i modelli di intelligenza”. Occorrerà costruire un nuovo modello insomma, dice Labriola, che metta in connessione tutti i lati del sistema delle comunicazioni. “Da un lato i grandi clienti compreranno connettività, cloud e cybersecurity”. Ma, “lato consumer, che tipo di servizi verranno messi? Un dato è e sarà certo: i clienti, la relazione commerciale con loro. Sono asset fondamentali”.
IL RUOLO DI SPARKLE
“Il modello di rete digitale ad altissime prestazioni reso possibile dal NaaS potrà sostenere le sfide delle Telco dei prossimi decenni – ha dichiarato Elisabetta Romano, chief Network Operations & Wholesale Officer di TIM e Presidente di Sparkle -. Pensiamo ai servizi di guida autonoma, realtà virtuale, supercalcolo, sanità potenziata dai big data e sostenibilità ambientale, indispensabili per abilitare la digitalizzazione del Paese fondamentale per la crescita futura. Noi possiamo farlo perché la nostra rete è la più capillare del Paese: non ci limitiamo a dotare di banda ultralarga ogni casa, ufficio o impianto produttivo, ma daremo maggior valore alle nostre centrali arricchendole del Cloud, che porteremo sempre più vicino ai nostri clienti: un vero e proprio Edge Cloud Continuum”.
La funzionalità di questo modello con Sparkle varrà anche oltre confine. Infatti, specifica il gruppo Tim in una nota, la rete integrata con Sparkle rappresenta una struttura strategica chiave, con i suoi cavi sottomarini, con i suoi Hub a Milano ed in Sicilia e con i suoi PoP internazionali. Una infrastruttura invisibile che mette al centro il Mediterraneo, tra Medio Oriente, Usa e Europa. Insomma, lo mette al vertice della mappa del mondo.