Si allunga la lista dei nemici di Apple a Bruxelles. Ieri, l’app di messaggistica criptata Telegram ha presentato un reclamo antitrust formale alla Commissione europea.
Si tratta della terza società, dopo Spotify e Rakuten, a fare pressione sull’Ue affinché intervenga sulla commissione del 30% imposta alle società per pubblicare le app sull’App Store.
A giugno l’antitrust Ue ha avviato due indagini nei confronti di Apple legata alle regole d’uso dei suoi sistemi di download di applicazioni (Apple Store) e di pagamento (Apple Pay) che potrebbero aver violato le regole di concorrenza.
La notizia arriva dopo la testimonianza di Apple, insieme a Facebook, Amazon e Google davanti al Congresso statunitense nel tentativo di convincere il legislatore Usa che non sta abusando del suo potere.
A dispetto di questi colpi, il colosso di Cupertino ha registrato risultati trimestrali oltre le attese. E il titolo Apple vola al 5% nell’after hours.
Tutti i dettagli.
L’ATTACCO DI TELEGRAM
In una denuncia al capo della concorrenza dell’Ue Margrethe Vestager, Telegram ha dichiarato che Apple deve “consentire agli utenti di avere l’opportunità di scaricare software al di fuori dell’App Store”.
Qualche giorno fa, il co-fondatore e ceo di Telegram Pavel Durov ha pubblicato una lettera aperta in merito alla “tassa del 30% sulle app” di Apple. Durov ha aggiunto inoltre che le aziende non possono creare app esclusivamente per Android, a causa della amplia base di utenti di iO, il sistema operativo di Apple.
CHE SI UNISCE A SPOTIFY E RAKUTEN
Sia Spotify che Rakuten hanno nei giorni scorsi denunciato all’UE che l’App store rappresenta un potere monopolistico, dato che gli sviluppatori devono accettare i termini di Apple, inclusa una commissione del 30% sugli acquisti in-app, al fine di raggiungere le centinaia di milioni di persone che usano iPhone.
Spotify rimproverava alla società guidata da Tim Cook di privilegiare i suoi servizi ai danni della concorrenza, e di imporre commissioni elevate.
LA COMMISSIONE IMPOSTA DA CUPERTINO
Apple consente infatti di scaricare app solo dal proprio negozio e ha aggiornato ripetutamente il proprio sistema operativo mobile per prevenire meccanismi che eludono questa regola.
Si stima che le commissioni dell’App Store di Apple in tutto il mondo generino ogni mese più di 1 miliardo di dollari per il colosso tecnologico.
IL MONOPOLIO DI APPLE SECONDO DUROV
“Prova a immaginare Telegram o TikTok come app solo per Android e capirai rapidamente perché evitare Apple è impossibile”, ha scritto Durov. “Non puoi semplicemente escludere gli utenti iPhone. Per quanto riguarda gli utenti di iPhone, i costi per i consumatori di passare da un iPhone a un Android sono così elevati che si qualifica come un blocco monopolistico”.
LA DIFESA DI CUPERTINO
Come ha riportato Techcrunch, un portavoce di Apple ha sottolineato che all’inizio di quest’anno una società di analisti ha scoperto che iOS aveva una quota di mercato del 15% contro l’85% di Android. Pertanto parlare di monopolio di iOS sarebbe scorretto.
DALL’UE DUE INDAGINI ANTITRUST
A giugno, la commissaria Ue Vestager ha avviato due indagini nei confronti di Apple legata alle regole d’uso dei suoi sistemi di download di applicazioni (Apple Store) e di pagamento (Apple Pay) che potrebbero aver violato le regole di concorrenza Ue.
La prima indagine verificherà se Apple ha violato le regole antitrust, a seguito delle denunce di Spotify e Rakuten sulla “tassa” del 30% imposta sugli acquisti effettuati attraverso il sistema di pagamento dell’Apple Store.
LA DIFESA DAVANTI AL CONGRESSO USA
Nel frattempo, anche dall’altra parte dell’Atlantico i big tech sono sulla graticola riguardo il rispetto della concorrenza. Mercoledì il ceo di Apple, Tim Cook, ha testimoniato in un’audizione del Congresso, negando le accuse di comportamento anticoncorrenziale.
Come ha riportato Techcrunch, Cook ha affrontato una serie di domande su come la società gestisce l’App Store, anche per quanto riguarda la commissione che addebita agli sviluppatori. Alla domanda se Apple potesse mai aumentare il 30% della commissione per le app, Cook ha cercato di eludere la domanda. Aggiungendo che dal lancio dell’App Store, Apple non ha mai variato la tassa.
Ha poi proseguito sostenendo che Apple deve affrontare un’enorme concorrenza per gli sviluppatori, citando piattaforme alternative come Windows e Xbox.
CONTI SPUMEGGIANTI PER APPLE
Nonostante le indagini antitrust e le accuse dei rivali più piccoli, il colosso di Cupertino può festeggiare una trimestrale da record.
Boom di utili per Apple nel secondo trimestre nonostante la pandemia. I profitti salgono dall’8% a 11,2 miliardi di dollari. Le entrate di Apple sono aumentate inaspettatamente nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Persino i negozi chiusi non hanno impedito alle vendite dell’iPhone della società di aumentare. Addirittura hanno superato di oltre 4 miliardi le attese degli analisti. I ricavi del telefonino della società della Mela si aggirano intorno a 26,42 miliardi. Infine, le entrate superiori alle aspettative di servizi come Apple TV + hanno contribuito a migliorare le previsioni del profitto.