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Tamponi rapidi, ecco numeri e misteri della società Allum

Fatti, numeri e contraddizioni di Allum, la società di Merate (Lecco) che sostiene di aver sviluppato i tamponi rapidi con risultato in 3 minuti. Ma il Corriere della Sera ha scoperto che...

 

Sono meno affidabili, ma veloci. E potrebbero fare la differenza nella gestione dei sospetti Covid a scuola (o nelle grandi aziende). Parliamo dei tamponi rapidi, ovvero i test che vanno alla ricerca degli antigenici, le proteine del virus nelle secrezioni respiratorie, sviluppati tra le altre, da aziende come Menarini ed Abbott.

In queste settimane, però, un test in particolare ha fatto tanto parlare di sè, promettendo risultati in soli 3 minuti. Si chiama Daily Tampon ed è prodotto ad Allum, un’azienda di Merate, controllata da Stema. Ma un’inchiesta del Corriere della Sera rivela che le promesse di Allum difficilmente saranno mantenute.

Andiamo per gradi.

IL TEST DI ALLUM

Tra le aziende italiane che hanno sviluppato tamponi rapidi c’è l’Allum di Merate (Lecco), di proprietà al 100% di Stema Srl, società nata nel 1999 e partner aziendale sul fronte delle tecnologie e dell’automazione. Stema è di proprietà della famiglia Magni (a controllare il 60% dell’azienda è Daniele Magni, il restante 40% è diviso, in parti uguali tra Marta Magni e Stefania Magni).

Il test di Allum, che si chiama Daily Tampon, è in grado di fornire una risposta in soli 3 minuti rilevando gli antigenici dalla saliva. È stato realizzato, scrive per il Sole 24 Ore, in collaborazione con l’università del Sannio.

I NUMERI DI ALLUM

Allum, nel 2018 (secondo l’ultimo bilancio depositato), ha registrato ricavi totali per 117.896 euro, in leggera diminuzione rispetto ai 231.319 euro del 2017, a fronte di costi di produzione per 211.479 euro. L’azienda ha chiuso con una perdita di 121.653 euro, un risultato in miglioramento rispetto alla perdita del 2017 pari a 223.786 euro.

COME FUNZIONA IL TEST

Ma torniamo al test. Daily Tampon è semplice da effettuare: basta raccogliere, con un cotton-fioc, un campione di saliva. L’utilizzo congiunto di tre reagenti, a contatto con il tampone, rivelerà se si è positivi o meno. Come un test di gravidana: positivo due strisce, negativo una. Il test, secondo quanto detto da Allum, dunque potrebbe rappresentare una vera e propria rivoluzione per le scuole, ma anche per regolare l’accesso ai luoghi chiusi come cinema e teatri.

TEST NON VALIDATO

Attenzione, però, il test non è ancora validato. Il ministero della Salute ha detto che sul test in questione “non c’è ancora stata alcuna validazione da parte del ministero della salute”, e che la ricerca e lo studio sui test rapidi è continua.

LE PAROLE DELL’ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA’

A chiarire la questione dei test è stato anche l’Istituto superiore di Sanità, come riporta il Corriere della Sera: “il metodo diagnostico riconosciuto e validato dagli organismi internazionali per rivelare la presenza del virus Sars-CoV-2 in un individuo infetto, e quindi lo strumento più adatto per un caso sospetto, è un saggio molecolare basato sul riconoscimento dell’acido nucleico (RNA) virale mediante un metodo di amplificazione (Polymerase Chain Reaction, PCR) effettuato su un campione di secrezioni respiratorie, generalmente un tampone naso-faringeo”, ha detto l’Istituto, chiarendo che “sono stati sviluppati, e sono inoltre in continua evoluzione tecnologica per migliorare la loro performance, dei test diagnostici rapidi che rilevano la presenza del virus in soggetti infetti”.

IL BLUFF SECONDO L’INDAGINE DEL CORRIERE DELLA SERA

Ma in questa storia, a non quadrare, non è solo l’attesa della validazione cui il test deve ancora andare incontro. Secondo un’indagine del Corriere della Sera, che ha sentito vari protagonisti compresa l’Associazione piccole imprese (Api) di Lecco, che ha organizzato la comunicazione, quelli di Allum “ci hanno un po’ preso in giro”. Perché? Le ombre sono tante.

LA QUESTIONE DELLA VALIDAZIONE

Partiamo proprio dalla questione della validazione. “Abbiamo passato tutti i test del ministero della Salute”, aveva detto Stefania Magni, titolare di Allum, smentita direttamente dal Ministero della Salute.

CHI HA DATO VITA AL TAMPONE RAPIDO?

Anche la paternità del test non è di Allum, secondo quanto ricostruito dal Corriere con Api di Lecco. “In effetti – dicono – «la responsabilità legale di questo progetto è dello spin-off», cioè della società Genus Biotech di Benevento indicata nei comunicati ufficiali appunto come «spin-off universitario», cioè costola dell’Università del Sannio. «La signora Magni – aggiunge la responsabile comunicazione dell’Api – ha avuto solo l’idea del tampone veloce. Ci è stato chiesto un favore e noi li abbiamo aiutati a comunicare»”, scrive il Corriere della Sera.

LE OMBRE SU GENUS

Anche su Genus, però, cadono ombre e sospetti. “La Genus Biotech è classificata come startup innovativa, riceve contributi pubblici. L’Unisannio non ha nemmeno un’azione mentre il professor Pasquale Vito (dell’Università del Sannio, ndr) ne possiede il 61% e il resto (39%) è in mano alla famiglia di Piero Porcaro, un imprenditore di Ceppaloni (Bn) a capo di un gruppo di società biotech. Porcaro, coniugato con Maria Carmela Mignone, assessore (Innovazione e Rapporti con l’Università) del Comune di Benevento guidato dal sindaco Clemente Mastella, è stato recentemente coinvolto con altri 33 indagati in un’inchiesta della Procura locale sull’inquinamento dei fiumi e la gestione dei depuratori. Ma nei documenti di Genus Biotech autorizzati dall’Unisannio e accreditati al ministero dell’Università e della Ricerca non si fa cenno a Porcaro, si indica invece come socio Ettore Varricchio, un professore di anatomia, che non ha mai avuto un’azione. Riassumendo: Vito ha la paternità scientifica del tampone salivare, un qualificato imprenditore amico (Porcaro) già in casa eppure si allea con un’azienda decotta della Brianza perché la titolare ha avuto l’idea”, scrive il Corriere, chiedendosi: “Si voleva tenere sotto coperta l’affare a Benevento utilizzando la Allum in difficoltà che come contropartita avrebbe recuperato credito bancario?”.

TEST POCO SPERIMENTATO

Allusioni a parte, però,  il test ammette Pasquale Vito raggiunto al telefono dal Corriere è stato testato solo su 100 persone e “con quei numeri non si va da nessuna parte, non sono sufficienti per stabilire l’efficacia di un test”, ammette il professore.

E alla domanda su come ha conosciuto Stefania Magni, Vito risponde: “Credo mi abbia visto su Rai news 24 perché noi con Genus avevamo già messo a punto un kit per i tamponi. Però io non ho nessun rapporto scritto con la dottoressa Magni; solo conversazioni telefoniche o su skype”. E aggiunge: “Mi sono trovato in mezzo a questa cosa – aggiunge il docente – non sono affatto d’accordo sulla tempistica della produzione ma se mi chiede se questo principio funziona le dico di sì. Tuttavia il prodotto è ancora prototipale”. Dunque, il test che dovrebbe essere pronto a fare la rivoluzione, è ancora in fase prototipale.

LE SMENTITE DELLA MAGNI

Anche Stefania Magni, titolare di Allum, al Corriere ha smentito quanto da lei detto in conferenza stampa presentando il test. “La Allum non farà mai la produzione di questi tamponi e non c’entra nulla in tutto questo”, ha detto la Magni. Peccato che il Comunicato era titolato: “La Allum di Merate pronta a produrre 20 milioni di tamponi”.

COSA SONO I TAMPONI RAPIDI

Daily Tampon a parte, i tamponi rapidi esistono. E alcune aziende di settore ci stanno lavorando. Si tratta di tamponi che vengono effettuati negli aeroporti di Roma, per esempio, sono test utili per individuare, in pochi minuti, le persone infette che presentano un’alta carica virale e quindi quelle che dovrebbero essere maggiormente infettive. Si tratta di un test che cerca, nelle secrezioni respiratorie, le proteine del virus, gli antigenici.

TAMPONI RAPIDI A SCUOLA NEL LAZIO E NEL VENETO

Questa opzione di screening è adottata nelle scuole di Lazio e Veneto per evitare, in caso di sospetto, di bloccare e paralizzare gli istituti in attesa di tamponi che, seppur più affidabili, comunicano il risultato in 24-48 ore. Pensare di effettuare tamponi “classici” a tappeto nelle scuole risulterebbe alquanto complicato.

I TAMPONI DI MENARINI E ABBOTT

Tra i tamponi rapidi c’è quello di Menarini, che darebbe il risultato in 12 minuti. Si tratta di un tampone nasofaringeo che ricerca, come quello di Allum, le proteine del virus, ovvero gli antigenici. Stesso principio del tampone rapido di Abbott, l’azienda che era stata scelta dal Governo e da Arcuri per la fornitura dei test sierologici per l’indagine epidemiologica. Il risultato, con il test di Abbott arriva in 15 minuti.

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