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Perché l’Ue scruterà (ancora) Facebook e Instagram

Bruxelles avvia un'indagine su Meta sul pericolo della dipendenza social nei bambini. "Da algoritmi di Facebook e Instagram rischi per salute mentale" dice la Commissione Ue. Che cosa rischia il gruppo fondato da Zuckerberg

Il colosso social di Menlo Park finisce di nuovo sotto la lente dell’Ue, stavolta per la tutela dei minori.

La Commissione europea ha avviato un’indagine approfondita nei confronti di Meta per la possibile violazione delle norme Ue contenute nel Digital Services Act (Dsa) a tutela dei minori. Lo ha reso noto oggi l’esecutivo Ue tramite comunicato.

Bruxelles teme che “i sistemi di Facebook e Instagram, compresi i loro algoritmi, possano stimolare dipendenze comportamentali nei bambini” e “creare effetti” di isolamento e depressione rischiosi per la loro salute mentale. Non solo, l’indagine analizzerà anche i metodi di verifica dell’età messi in atto da Meta.

Le aziende tecnologiche sono tenute a fare di più per contrastare i contenuti illegali e dannosi sulle loro piattaforme ai sensi del Digital Services Act (Dsa) dell’Unione Europea, entrato in vigore lo scorso anno.

Il gruppo guidato da Mark Zuckerberg era già stato messo in guardia a novembre sulle possibili violazioni a danno della tutela dei minori, ma le sue risposte alle richieste formali di Bruxelles non sono state considerate rassicuranti.

Non è la prima mossa di Bruxelles in questa direzione. Il 22 aprile scorso l’Ue, mossa dagli stessi timori relativi alla tutela degli adolescenti, aveva aperto un’indagine nei confronti di TikTok, portando pochi giorni dopo il popolare social cinese a sospendere il suo programma a premi sulla app Lite in Francia e in Spagna. Senza dimenticare che l’indagine nei confronti di Meta è la seconda aperta dall’Ue. A fine aprile sempre la Commissione europea ha avviato infatti un procedimento formale per valutare se Meta, fornitore di Facebook e Instagram, potrebbe aver violato il Dsa non ricorrendo a misure adeguate contro la disinformazione sulle sue piattaforme in vista delle elezioni del Parlamento europeo del prossimo mese.

Tutti i dettagli.

L’INDAGINE UE SU FACEBOOK E INSTAGRAM

“Non siamo convinti che Meta abbia fatto abbastanza per rispettare gli obblighi del Digital Services Act per mitigare i rischi di effetti negativi sulla salute fisica e mentale dei giovani europei sulle sue piattaforme Facebook e Instagram”, ha sottolineato il commissario Ue per il Mercato interno, Thierry Breton.

L’indagine Ue riguarda, nel dettaglio, il rispetto da parte di Meta degli obblighi in materia di valutazione e mitigazione dei rischi nella progettazione delle interfacce di Facebook e Instagram, “che possono sfruttare le debolezze e l’inesperienza dei minori e causare comportamenti di dipendenza” e “rafforzare” gli effetti più dannosi per la salute mentale. In particolare, il faro Ue esplorerà i potenziali effetti di dipendenza delle piattaforme, noti come effetti “tana del coniglio”, in cui un algoritmo alimenta i giovani con contenuti negativi, ad esempio sull’immagine corporea non realistica, spiega Politico. Bruxelles valuterà anche la conformità della società di Menlo Park ai requisiti necessari a impedire l’accesso di bambini e adolescenti a contenuti inappropriati, in particolare gli strumenti di verifica dell’età che – è il sospetto – “potrebbero non essere ragionevoli, proporzionati ed efficaci”.

L’istruttoria sarà condotta in linea prioritaria e consentirà all’esecutivo Ue di continuare ad accumulare prove e fare pressione su Meta affinché migliori la sua azione di tutela degli adolescenti. Durante le indagini la squadra di Breton avrà il potere di adottare misure provvisorie e decisioni di non conformità.

RISCHIO MULTE

Il Digital Services Act impone nuovi obblighi alle piattaforme online molto grandi con oltre 45 milioni di utenti nell’Ue. Per chi viola le norme, il Digital Services Act prevedono multe fino al 6% del giro d’affari annuo globale delle società e, in caso di recidiva, il divieto di operare in Europa.

LA POSIZIONE DI META

Da parte sua il colosso social di Menlo Park si difende.

“Vogliamo che gli adolescenti abbiano esperienze online sicure e adatte alla loro età. Per questo nell’ultimo decennio abbiamo sviluppato oltre 50 strumenti e policy pensate proprio per proteggerli. Questa è una sfida che tutto il settore si trova ad affrontare e siamo pronti a condividere maggiori dettagli sul nostro lavoro con la Commissione Europea” ha dichiarato un portavoce di Meta in merito all’indagine avviata dalla Commissione Ue.

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