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Perché il Messaggero di Caltagirone striglia Fastweb ma viene perculato sul web?

I quotidiani del gruppo Caltagirone hanno visto fermarsi le rotative per via di un disservizio della compagnia telefonica. Il Messaggero prova allora a imbastire sui social una "shit storm" ai danni di Fastweb ma riceve in cambio solo sfottò. Fatti, misfatti e commenti

C’è un che di ironico nell’osservare che, oggi, i post social con più commenti del Messaggero, quotidiano del gruppo Caltagirone, sono quelli che spiegano perché la testata romana stamattina non fosse in edicola. Si dà così risposta al morettiano dilemma “mi si nota di più se vengo o se non vengo?” ma soprattutto si assiste divertiti al tentativo – fallito – del Messaggero di provare a coagulare nel giro di pochi interventi e qualche like una campagna online contro Fastweb. Campagna che nel colorito ma efficace linguaggio degli internauti ha un nome ben preciso: “Shit storm”.

 

PERCHE’ IL MESSAGGERO AGGREDISCE FASTWEB

“Ci risiamo. L’inaffidabilità di Fastweb ha costretto il Messaggero e altri tre giornali del gruppo Caltagirone (il Mattino, il Corriere Adriatico, Il Quotidiano di Puglia) a non uscire in edicola e in versione digitale nell’edizione odierna. Mentre il Gazzettino è uscito in versione incompleta”, spiegano dal gruppo della famiglia Caltagirone.

“Il blackout – prosegue la nota – è cominciato ieri alle 23 ed è stato risolto soltanto dopo 12 ore. Il malfunzionamento ha condizionato oggi anche il lavoro della redazione web, impossibilitata ad aggiornare i lettori in tempo reale a causa del totale crash del sistema agenzie”.

I nervi, dalle parti del Messaggero, sono a fior di pelle, tanto che si carica a testa bassa l’azienda italiana di telecomunicazioni parte del gruppo elvetico Swisscom, che di recente ha comprato anche Vodafone Italia: “L’amministratore di Fastweb, Walter Renna, ricorda sempre che la sua azienda offre il collegamento più veloce che ci sia in Italia. Peccato che il suo gruppo non abbia neppure una rete adeguata di protezione e di backup, una negligenza che dimostra l’inaffidabilità del suo sistema”.

E, ancora: “L’incidente di ieri sera, l’ennesimo, prova quanto Fastweb non sia in grado di dare garanzie e di rispondere alle necessità degli utenti domestici e professionali. Nel caso specifico, ha vanificato il lavoro di quattro quotidiani.”

Il gruppo Caltagirone ricorda poi con fare beffardo che “pochi mesi fa Fastweb è stata esclusa dall’appalto per il nuovo cloud della Pubblica amministrazione. Nell’assegnazione della gara per il polo strategico nazionale (Psn), alla compagnia è stato preferito l’altro consorzio partecipante, ossia Tim-Sogei-Cdp Equity e Leonardo”.

Naturalmente, la testata capitolina sottolinea poi il disagio registrato online (relativo al down di Fastweb, non all’irreperibilità del Messaggero): “il sito DownDetector ha raccolto non poche lamentele tra gli utenti di Fastweb, in relazione ai servizi offerti. Si parla di intelligenza artificiale e di algoritmi ad alta velocità, ma in Italia ancora si combatte con linee telefoniche e annessi sistemi inefficienti”.

E dato che ormai la nota che avrebbe semplicemente dovuto spiegare il perché dell’assenza di quattro quotidiani dalle edicole è diventata un editoriale a tutto tondo, ecco un’ultima stilettata, questa volta sull’aumento delle tariffe: “Da inizio anno, tra l’altro, i clienti Fastweb sono tornati a fare i conti con aumenti in bolletta sulla linea fissa. Dal 1° gennaio in molti hanno visto l’importo salire tra 1 centesimo e ben 4,49 euro al mese”.

 

I POST SOCIAL DIVENTANO UN BOOMERANG PER IL GRUPPO CALTAGIRONE?

Quindi la chiamata a raccolta dell’utenza inferocita sui social, nella speranza – probabilmente – di iniziare una campagna contro la compagnia telefonica: “È successo anche a voi? Raccontateci nei commenti i vostri disagi con Fastweb”.

 

In realtà i commenti che l’editore riesce a raccogliere nel giro di poche ore, benché numerosi, sono assai tiepidi e se è vero, come scrivono oggi sul sito del Messaggero, che l’ultimo disservizio della compagnia telefonica era “successo 50 giorni fa” e che “si parla di intelligenza artificiale e di algoritmi ad alta velocità, ma in Italia ancora si combatte con linee telefoniche e annessi sistemi inefficienti”, molti lettori fanno allora da contraltare avanzando dubbi su presunte negligenze del Gruppo editoriale che configurerebbero l’arretratezza hi-tech della redazione romana.

 

In parecchi, infatti, si chiedono perché, se i disservizi del gestore sono continui e frequenti, nel frattempo il Messaggero e le altre testate della famiglia Caltagirone non si siano premunite nell’affrontare nuovi down di Fastweb. In tantissimi domandano come mai non abbiano ancora approntato sistemi di backup e linee emergenziali.

 

Affidare a un’unica linea l’uscita di così tante testate – la tesi sostenuta a più riprese dall’utenza social – pare parecchio rischioso, soprattutto se dal Gruppo si lamentano interruzioni continue che comportano fermi delle rotative a ripetizione.

 

Nella calda estate 2024 la platea del Web, sempre pronta a spargere odio e livore a destra e a manca, non sembra insomma riuscire a infiammarsi di fronte ai numerosi input offerti dal gruppo Caltagirone.

 

Nel giro di poco, anzi, si contano più commenti di biasimo per l’assenza di linee alternative che invettive verso la compagnia telefoniche e i suoi down.

E se è vero, come si diceva, che i post sul disservizio di Fastweb sono i più fortunati della giornata per il Messaggero, la maggior parte delle risposte avrà fatto correre i brividi lungo la schiena al reparto social del gruppo, perché assume i contorni di sfottò che non mancano di ritrarre la redazione capitolina come un ritrovo di “boomer” incapaci di predisporre le più comuni soluzioni di emergenza.

 

 

C’è persino chi accusa il Messaggero di avere esagerato nell’attacco a Fastweb e di aver peccato di stile.

 

La lezione che arriva dal Web, insomma, si appiglia al detto della nonna “chi è causa del suo mal, pianga se stesso”, anziché frignare sui social.

Come se non bastasse, poi basta googlare un minimo per far emergere un buon numero di articoli del Messaggero su Fastweb di tutt’altro tenore, che evidentemente vengono ora smentiti dalla nota/editoriale nella quale si scrive di una compagnia tutt’altro che affidabile. A quale articolo del Messaggero credere?

 

LA REPLICA DI FASTWEB

Da parte sua Fastweb fa sapere che a causare l’interruzione dei servizi per le imprese la scorsa notte “è stato un imprevedibile malfunzionamento del sistema di gestione dell’impianto di condizionamento di uno dei Datacenter di Milano”.

“Le cause del malfunzionamento sono state individuate e il sistema è stato messo in sicurezza per evitare il ripetersi di incidenti – comunicano dalla compagnia telefonica, che non entra nel merito degli attacchi del gruppo editoriale Caltagirone – Il nostro Datacenter è tornato a essere pienamente operativo nel corso della prima mattinata e lato clienti si stanno ultimando le attività per il ripristino delle applicazioni che sono in gran parte già tornate attive” spiega Fastweb in una nota così asciutta ed essenziale che probabilmente raccoglierebbe meno invettive e sfottò di quanti non ne abbia collezionato oggi il Messaggero.

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