Dal metaverso al fediverso il passo è breve. Fallito il primo, che ha marginalmente preso piede solo in campo industriale, lasciando invece il grande pubblico del tutto indifferente, Meta ora gioca la carta della federazione dei propri social con gli altri. Il Fediverso.
COS’È IL FEDIVERSO
Questa volta però Mark Zuckerberg non ha proprio inventato nulla. Anzi, se davvero proseguirà verso il Fediverso andrà a rimorchio di una idea preesistente. Tutto ruota attorno ad ActivityPub, protocollo al quale i siti internet possono scegliere di adeguarsi per legarsi l’uno all’altro. Così facendo si dà vita appunto a una “federazione” di servizi diversi, in grado di comunicare tra loro: il Fediverso, appunto.
COS’È ACTIVITY PUB
ActivityPub è nato nel 2018 dal World Wide Web Consortium, organizzazione non governativa internazionale per lo sviluppo della Rete che intende permettere all’utente di saltellare da un servizio all’altro, portando con sé i suoi contatti.
Era stato persino detto che in tal modo non ci sarebbe stata la classica schedatura dell’iscritto ai fini pubblicitari da parte dei gestori, ma il suo funzionamento e il recente interesse di Meta (che ha nella raccolta dei proventi Adv il proprio core business) lasciano pensare l’opposto, ovvero che con la singola iscrizione l’utente conceda a una pluralità di servizi di spulciare in ciò che combina sul web.
CHI STA NEL FEDIVERSO?
Come si diceva, prima che Meta lo rispolverasse, facendolo conoscere al grande pubblico, il Fediverso era comunque già una solida realtà da un lustro a questa parte, in grado di contare alcuni nomi di peso.
Per esempio, si sono federati Tumblr e WordPress, come pure Mastodon e Pixelfed. In campo social, però, sarebbe certamente Meta a farla da padrone, portando in dote un bagaglio di utenti a dir poco incredibile, capace forse di sovvertire gli equilibri interni allo stesso Fediverso.
ALLEANZA O CARTELLO?
Meta stessa ha provato a integrare tra loro i servizi delle sueapp, finendo però nelle maglie dei controllori nazionali, in particolar modo della Ue. Ed è per esempio dovuta tornare indietro nella osmosi tra le chat tra Facebook e Instagram. Ma questa volta l’alleanza dovrebbe piacere a Bruxelles, dato che federerebbe soggetti diversi. Questo non vuol dire che si escluda il rischio di cartello, ai danni dell’utenza.
L’idea di base, comunque, è quella del servizio e-mail. Che voi abbiate Libero o Gmail, potete comunque scrivere a tutti. Questo perché il protocollo utilizzato è il medesimo. Col Fediverso potreste, in teoria, pubblicare qualcosa su Threads che diverrebbe accessibile pure su Mastodon. Nomi non casuali, visto che potrebbero fare parte della medesima federazione online.
TUTTI CONTRO X?
Il capo di Instagram, Adam Mosseri, ha spiegato attraverso una serie di post che il test attualmente in corso costituisce un piccolo ma significativo passo verso l’interoperabilità di Threads con altre app che utilizzano ActivityPub. Il social più noto della federazione al momento è senza dubbio Mastodon, che rappresenta anch’esso, al pari di Threads, una alternativa ad X.
Non è un caso che Mastodon abbia preso quota con le crisi del social che un tempo rispondeva al nome di Twitter e non è certo un caso che Meta abbia sferrato l’attacco a X con Threads proprio in un frangente storico in cui, con l’arrivo di Musk, ha avuto inizio una certa diaspora tra gli utenti e gli sponsor. Il progetto, alla fine, potrebbe dunque risolversi in una santa alleanza contro il social di Elon Musk. Ma quanto santa?