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Le guerre in Ucraina e Israele stresseranno le scorte militari Usa

Le scorte di munizioni Usa e occidentali hanno risentito della necessità di rifornire l’Ucraina e ora che Israele parla di una campagna “prolungata” contro Gaza, gli esperti temono che ciò potrebbe mettere le scorte esistenti americane sotto una pressione maggiore di quella che già affrontano.

Possono gli Stati Uniti equipaggiare Israele e allo stesso tempo l’Ucraina?

È quello che si domandano analisti ed esperti, come riporta il Financial Times citando un rapporto del Center for Strategic and International Studies (Csis), mentre Washington promette di aumentare le forniture di missili di precisione e altre munizioni agli alleati.

Oggi Joe Biden sarà in visita in Medio Oriente. Non era mai accaduto che un presidente degli Stati Uniti visitasse Israele in stato di guerra, con le autorità dello Stato ebraico che preparano una vasta offensiva di terra nella Striscia di Gaza in risposta agli attacchi condotti da Hamas lo scorso 7 ottobre.

“Siamo pronti a offrire tutti i mezzi adeguati di sostegno al governo e al popolo di Israele”, aveva già ribadito il presidente degli Stati Uniti. Il segretario di Stato Antony Blinken, che già si trova nella regione da una settimana, ha spiegato ieri che la presenza di Biden “conferma la solidarietà degli Stati Uniti a Israele” e l’impegno di Washington per la sicurezza dello Stato ebraico”.

Nel frattempo sempre ieri le Forze armate ucraine hanno dichiarato di aver utilizzato per la prima volta contro i militari russi i missili Atacms statunitensi, da tempo sollecitati dal leader ucraino Zelensky.

Ma la guerra tra Israele e Hamas mette alla prova il settore della difesa statunitense già messo sotto stress dal conflitto in Ucraina. Al momento Ucraina e Israele richiedono armi diverse: Kiev vuole enormi quantità di munizioni di artiglieria mentre Tel Aviv ha richiesto munizioni aeree a guida di precisione e intercettori per il sistema di difesa aerea Iron Dome.

Tuttavia, la possibilità di un’invasione di terra israeliana potrebbe comportare nuove e differenti richieste alla base industriale statunitense.

Tutti i dettagli.

IL CAMPANELLO D’ALLARME PER L’INDUSTRIA DELLA DIFESA

I produttori di armi statunitensi si stanno preparando ad accelerare le forniture di armi a Israele in un momento in cui sono già sotto pressione per armare l’Ucraina e ricostituire le scorte esaurite del Pentagono, una sfida che secondo gli analisti metterà a dura prova una base industriale della difesa già sotto stress.

Gli analisti affermano che la guerra in Ucraina ha fornito una sorta di campanello d’allarme per l’industria della difesa statunitense, che aveva ridotto l’enfasi sulla produzione di armi necessarie nelle tradizionali guerre terrestri e si era concentrata maggiormente sulla sorveglianza tecnologicamente avanzata e sui sistemi di ricognizione. Senza dimenticare che la crisi delle catene di approvvigionamento ha ostacolato la necessità di passare rapidamente all’aumento degli armamenti più tradizionali.

LA SFIDA PER L’INDUSTRIA BELLICA USA DALLE FORNITURE A ISRAELE E UCRAINA

A differenza dell’Ucraina, che ha ricevuto centinaia di carri armati e veicoli blindati, Israele sta cercando principalmente munizioni, con gli intercettori per il suo sistema di difesa missilistico Iron Dome in cima alla lista delle richieste. Tra le sue esigenze figurano anche munizioni di precisione aria-terra e proiettili per carri armati calibro 120 mm.

Israele usa ucraina

Ma mentre il conflitto continua, gli analisti affermano che le forze di difesa israeliane potrebbero aver bisogno dello stesso tipo di sistemi missilistici guidati che attualmente scarseggiano in Ucraina, compresi droni armati e proiettili di artiglieria da 155 mm. Ma se Israele lanciasse un’incursione di terra a Gaza, l’esercito israeliano creerebbe una nuova e del tutto inaspettata domanda di munizioni per artiglieria da 155 mm e altre armi in un momento in cui gli Stati Uniti, i loro alleati e partner sono messi a dura prova da oltre 18 mesi di combattimenti in Ucraina.

“L’obiettivo di sostenere l’industria suggerisce che se inviamo queste armi a Israele, dovremo sicuramente rilanciare un’altra parte della base industriale, forse più velocemente di quanto pensassimo”, ha affermato Cynthia Cook del Csis, rileva il Ft.

LE ARMI RICERCATE DA ISRAELE

Altre armi ricercate da Israele – compresi i sistemi aria-terra come le munizioni congiunte ad attacco diretto (JDAM), i missili Hellfire e le bombe di piccolo diametro (SDB) – potrebbero essere più facili da fornire per gli Stati Uniti, grazie ai pesanti investimenti nella produzione. Il balzo della domanda sarà un vantaggio per i produttori, evidenzia il Financial Times.

I missili Hellfire sono realizzati da Lockheed Martin, mentre Boeing produce JDAM e SDB. Sarebbe facile aumentare la produzione in particolare di JDAM, dicono gli analisti, e c’è un eccesso di capacità per i missili Hellfire perché il governo degli Stati Uniti ha rallentato i propri acquisti negli ultimi anni. Israele avrà bisogno anche di proiettili per carri armati calibro 120 mm, prodotti dalla General Dynamics.

 

LA POSIZIONE DEL SEGRETARIO ALLA DIFESA

La scorsa settimana il segretario alla Difesa Lloyd Austin ha difeso la capacità degli Stati Uniti di sostenere sia l’Ucraina che Israele, mentre Washington ha annunciato altri 200 milioni di dollari in assistenza alla sicurezza per Kiev, comprese le munizioni di artiglieria.

“Possiamo fare entrambe le cose e le faremo entrambe”, ha dichiarato Austin in una conferenza stampa a Bruxelles, rispondendo alla domanda se gli Stati Uniti possono sostenere militarmente sia Israele che l’Ucraina, riporta la Cnn. “Faremo ciò che è necessario per aiutare i nostri alleati e partner, e faremo anche ciò che è necessario per assicurarci di mantenere la capacità di proteggere i nostri interessi e difendere il nostro Paese”.

CONFERMATA DAL SEGRETARIO DEL TESORO

Stessa posizione ribadita anche dal segretario del Tesoro americano a inizio settimana.

Lunedì, alla domanda in un’intervista con Sky News se gli Stati Uniti potessero permettersi di fornire sostegno militare a Israele e all’Ucraina nella guerra in corso con la Russia, Janet Yellen ha affermato che “la risposta è assolutamente”. “L’America può certamente permettersi di stare al fianco di Israele e di sostenere le esigenze militari di Israele e può e dobbiamo anche sostenere l’Ucraina nella sua lotta contro la Russia”, ha precisato Yellen, aggiungendo che l’economia statunitense sta andando “estremamente bene”.

IL COMMENTO DEL CSIS

Dunque, il focus ora è sul confine settentrionale di Israele e il posizionamento di Hezbollah. “Se la situazione dovesse surriscaldarsi, bisognerebbe parlare di un diverso tipo di conflitto”, ha spiegato Mark Cancian, consulente senior del programma di sicurezza internazionale del Csis.

Anche se i recenti sforzi diplomatici degli Stati Uniti riuscissero a impedire a Hezbollah di aprire un fronte settentrionale nella guerra, il tipo di conflitto che Israele intraprenderà a Gaza determinerà la sua necessità di armamenti di base, ha aggiunto Cancian.

Se Israele continuasse a “prendere di mira” Hamas, avrebbe bisogno di meno munizioni perché l’esercito non andrebbe “porta a porta”, ha aggiunto l’esperto del Csis. Tuttavia, un’invasione più lunga e completa del territorio densamente popolato sarebbe un’altra questione, poiché aumenterebbe notevolmente la domanda israeliana di forniture statunitensi.

“Effettuano un attacco al suolo su vasta scala? In tal caso avranno bisogno di molte munizioni”, ha concluso Cancian.

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