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L’App Io oggi si aggiorna con l’It Wallet, ma non è mattiniera…

Il governo ha concluso la sperimentazione dell'It Wallet. Ora accedendo all'App Io tutti - o quasi - i cittadini italiani potranno caricare le copie digitali dei propri documenti. Però...

[ARTICOLO AGGIORNATO ] Un piccolo passo per il resto del mondo, che già quotidianamente usa Internet per acquistare azioni con importi da capogiro, case e quant’altro, un grande passo per la nostra Pubblica amministrazione che, è noto, non è troppo informatizzata. Anzi, di passi analoghi non ne faceva dai tempi di Spid, l’identità digitale che, pur tra mille polemiche, ha permesso al Paese di chiudersi in lockdown ai tempi del Covid-19 continuando comunque a funzionare. Spid, è noto, dovrebbe avere i giorni contati (che poi saranno mesi e più probabilmente anni) dato che poggia la sua esistenza su fornitori di servizi privati stufi di garantire l’accesso senza adeguati compensi. E anche per questo si fa largo il software della Pa, l’App Io, con l’It Wallet che finora aveva contenuto solo copia del proprio codice fiscale.

IL PORTAFOGLI DIGITALE DELL’APP IO

Il piccolo-grande passo compiuto oggi dalla App Io è appunto la possibilità di caricare la copia della patente sull’applicazione. Questo dunque almeno in linea teorica dovrebbe significare – già si paventano migliaia di ricorsi ai giudici di pace e un fiorire di giurisprudenza creativa e contrastante – che sarà possibile mettersi alla guida senza avere dietro l’originale. Basterà avere in tasca il proprio smartphone con l’App Io installata e, in caso di controlli ai posti di blocco, esibire il gemello digitale del documento.

VENGO ANCH’IO, NO TU NO

Il governo, per il tramite di  Alessio Butti, sottosegretario di Stato all’Innovazione fa sapere che nel periodo di test  più di 430.000 italiani hanno attivato l’IT Wallet, caricando oltre 700.000 documenti. Non c’è riuscito invece il sottoscritto, nonostante da oggi la novella hi-tech sia stata espansa al resto della popolazione. Come si può evincere dai due screen che seguono – che immortalano un paio dei molteplici tentativi fatti di prima mattina – nella sezione “portafoglio” dell’App Io non compaiono documenti da caricare.

Non è dato sapere se fosse ancora troppo presto (il primo tentativo immortalato è stato fatto alle 6:53 di questa mattina, mercoledì 4 dicembre, mentre il secondo alle 7:22) ma in fondo la digitalizzazione della Pa dovrebbe voler dire non avere più a che fare con gli orari degli sportelli, mentre qui si espone solo l’utente al rischio che la dematerializzazione dematerializzi i documenti proprio nell’esatto momento in cui servono davvero (per esempio al posto di blocco di cui sopra).

CONTROLLI ULTERIORI

Inutile dire che ho provato anche a controllare, via Play Store, se esistesse una versione più aggiornata dell’App Io da scaricare. Nulla da fare, teoricamente quella sul mio smartphone è già l’ultima versione (build 2.77.1.0) o per lo meno è ritenuta tale dal negozio del sistema operativo Android.

DIGITALE Sì, MA ACCESSIBILE?

Questo controllo è comunque un passaggio ulteriore che potrebbe complicare la vita a parecchi concittadini, che già devono entrare nell’App Io servendosi di Spid, validare la propria identità mediante dati biometrici e poi, eventualmente, pure controllare se l’applicazione sia o meno aggiornata. Secondo i dati dell’Istat, al 1° gennaio 2023, le persone con più di 65 anni nel nostro Paese erano 14 milioni 177 mila, il 24,1% (quasi un quarto) della popolazione totale.

Doveroso digitalizzare la Pa, ma senza lasciare indietro nessuno. Nel frattempo, si continuano ad attendere aggiornamenti dell’App Io per potere iniziare a caricare i documenti sul servizio. Tutto ciò naturalmente per tacer dello spinoso capitolo della sicurezza dei dati che vi caricheremo sopra: dopo la vicenda Equalize lecito essere sospettosi.

AGGIORNAMENTO

Alla fine, verso metà mattina, l’App Io ha mostrato la nuova schermata dalla quale, sempre attraverso la funzione portafoglio, è possibile caricare le versioni digitali dei primi documenti disponibili. Per procedere bisogna nuovamente accreditarsi anche se si è già fatto il login per accedere al software della Pubblica amministrazione. La procedura è un pochino più laboriosa con Spid, un po’ più veloce usando Cie.

Tutto bene, dunque? Non proprio. Secondo quanto riportano diversi giornali, molti utenti non sarebbero riusciti a caricare la Tessera sanitaria. L’app stessa informa di possibili disservizi, segno che il sistema non ha retto all’entusiasmo dei connazionali in un giorno tanto reclamizzato dall’esecutivo. Chi scrive, per la verità, è riuscito a caricare al primo colpo il documento che può essere poi mostrato in farmacia o in ospedale. E anche facendo un rapido sondaggio tra i colleghi ha potuto constatare che nessuno ha avuto disservizi di sorta.

Giudizio sospeso, invece, per il caricamento della patente. Una volta eseguita l’intera procedura si atterra su una schermata che informa che la richiesta è stata presa in carico dall’ente competente (nel caso di specie, la Motorizzazione civile). La digitalizzazione del documento insomma non è immediata e, se le richieste fossero tante come i disservizi lamentati da più parti lasciano presupporre, potrebbe richiedere parecchio tempo. Con oggi dunque la Pa sarà anche un pochino più al passo coi tempi, ma la burocrazia che fa rimbalzare da un ufficio all’altro è sempre presente, anche su smartphone.

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