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ia generativa

Perché l’intelligenza artificiale sarà la nuova bomba atomica

Se ne parla ancora in termini fantascientifici, ma l'intelligenza artificiale sta già impattando concretamente sulla vita delle persone. Il taccuino di Federico Guiglia.

Tutti ne parlano, ma pochi ne hanno colto gli effetti che sta già provocando sulla vita delle persone e del pianeta. Da tempo l’intelligenza artificiale, identificata con la sigla Ai, ha abbandonato la fantascienza per entrare con prepotenza nell’unico campo in cui neppure la più progredita medicina osava bussare: il pensiero umano. Qualcosa che va ben oltre il dibattito filosofico, per fare il suo ingresso nel pratico esempio di Putin che dialoga col sosia (e si fatica a distinguere l’originale dalla sua ancor più temibile suggestione). E gruppi editoriali euro-americani mandano a casa i dipendenti, giornalisti compresi, per sostituirli con sistemi informatici capaci di replicare il loro comportamento nel lavoro. E il Papa già mette in guardia sul rischio più grave, e purtroppo non peregrino, della Ai applicata nell’ambito delle armi, cioè della violenza e della guerra.

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E L’ERA POST-DIGITALE

Ce n’è quanto basta non solo per prendere atto che siamo in piena era post-digitale, e già il mondo digitale gira in un’orbita complicata che lascia fuori o a metà strada una parte notevole dell’umanità. Ma soprattutto per agire prima d’essere travolti dalla finzione al posto della realtà e dai sosia più credibili dei cittadini in carne e ossa. Il clone esiste già e vive arrampicandosi al nostro pensiero: non è sufficiente per allarmarsi? Almeno su questo l’Europa s’è svegliata in tempo e con vertici, regolamenti, proposte di legge sta provando a inserire codici etici nella nuova disciplina debordante oltre ogni confine non solo territoriale.

IL DILEMMA DELLA BOMBA ATOMICA, DI NUOVO

Naturalmente, dall’invenzione della bomba atomica in poi la politica ha imparato che è impossibile fermare la scienza oppure dire al mondo “io voglio scendere”. Ma è la politica che decide se usare l’atomo per costruire o per distruggere.

Con l’Ai il dilemma si ripropone in una dimensione ancor più universale, perché l’avatar fra noi può incidere in ogni campo dello scibile. E perciò la politica ha il dovere della competenza (avere un minimo di contezza del tema esplosivo) e il diritto all’intervento per evitare il Far West virtuale. Come impedire all’impersonalità dilagante di cancellare la principale conquista degli ultimi decenni: il rispetto per la persona e i suoi diritti.

Tutelare la persona dalle pericolose o dolose incursioni dei replicanti, ecco la scelta più “intelligente” che la nostra civiltà è chiamata a compiere in fretta per non diventare, letteralmente, il fantasma di se stessa.

Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza e Bresciaoggi
www.federicoguiglia.com

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