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Il flop del metaverso (e non solo) fa riporre a Meta i suoi occhiali hi-tech nel cassetto

Una tecnologia militare di cui il governo Usa è particolarmente geloso e gli alti costi di produzione avrebbero convinto Meta a ridurre enormemente la produzione degli occhiali AR. Tutti i dettagli

Con la battuta d’arresto del metaverso (che Meta prova in tutti i modi a negare e a rilanciare) le varie Big Tech che avevano investito ingenti capitali sui prodotti e sui servizi a esso collegati sembrano avere iniziato una frettolosa quanto sguaiata retromarcia. A farne le spese sono soprattutto i visori che, nelle intenzioni dei progettisti del metaverso avrebbero dovuto presto sostituire l’accoppiata mouse e tastiera. In quel di Mountain View, per esempio, dove adesso la parola d’ordine è accelerare sullo sviluppo di Bard per non lasciare la piazza a Microsoft col suo ChatGpt, dopo la chiusura del progetto Google Glass, già notevolmente ridimensionato rispetto ai piani iniziali, è stato accantonato anche Iris, paio di occhiali AR che sarebbe dovuto arrivare sul mercato entro il 2024. Nemmeno Meta sembra avere più molta voglia di perseverare spendendo miliardi su metaverso e relativi occhiali hi-tech.

IL METAVERSO DI META È VUOTO

Come già raccontato, il crollo del metaverso rischia di travolgere soprattutto Meta che in merito ha investito tantissimo (anche in immagine, considerato il rebranding del Gruppo che va da Facebook a Instagram fino a WhatsApp), ottenendo indietro piuttosto poco. La compagnia di Zuckerberg vuole riuscire ad accumulare almeno 75 milioni di utenti tra Facebook, Instagram e VR. Il primo obiettivo da raggiungere sono i 500.000 utenti attivi mensili nella prima metà del 2023.

Secondo gli ultimi dati comunicati, a inizio anno il numero risultava inferiore a 200.000. Ma il principale problema è il “retention rate”. Deve naturalmente crescere il numero di affezionati: al momento come si anticipava solo l’11% degli utenti ritorna in Horizon Worlds il mese successivo: la meta per quest’anno è raggiungere il 20%.

QUEST, ORION, LA JOLLA E VENTURA: TUTTI GLI OCCHIALI DI META

E dire che solo fino a qualche mese fa pareva che nei piani di Meta per i prossimi quattro anni ci sarebbero dovuti essere solo accessori altamente tecnologici da indossare, a partire dal Quest 3 per passare a occhiali smart con interfaccia neurale comandata da uno smartwatch, fino ad arrivare occhiali di realtà aumentata indispensabili per accedere ai servizi del domani.

Difatti, secondo la società fondata da Mark Zuckerberg, gli occhiali hi-tech di Meta sarebbero dovuti diventare diffusi tra il grande pubblico come oggi lo sono gli smartphone (vari i nomi in codice con cui potreste aver già sentito parlare di tali dispositivi, da La Jolla a Orion e Ventura).

TUTTI I PROBLEMI DEGLI OCCHIALI AR DI META

Ma dopo aver investito più di 36 miliardi spesi nel solo metaverso e avere comunque venduto 20 milioni di visori Quest quale Meta avrebbe ora intenzione di tirare il freno sulla produzione degli altri occhiali in sviluppo, quelli cioè per la realtà aumentata (AR) facendola calare ad appena un migliaio di unità. Lo riporta la testata The Information secondo la quale il Gruppo avrebbe lavorato per otto anni su questo prodotto e avrebbe speso dieci miliardi di dollari.

Inizialmente, si legge nell’articolo, Menlo Park aveva intenzione di fare debuttare un lotto da 50.000 occhiali AR, ma Meta ha poi tagliato i piani e optato per 1.000 unità. Meta avrebbe inoltre intenzione di realizzare una versione degli occhiali tecnologicamente inferiore e distribuirla per il 2027: anche in tal caso l’obiettivo è produrre 50.000 unità.

I giornalisti della testata che ha diffuso la notizia sostengono che il motivo principale dietro questa scelta sia l’uso di componenti come i display microLED (nuova tecnologia capace di rendere visibili le informazioni su “schermo” anche all’esterno, in giornate particolarmente luminose senza insistere sui consumi della batteria) che farebbero impennare i costi in un periodo nel quale Meta ha invece deciso di razionalizzarli.

LA GELOSIA DEGLI USA PER LA TECNOLOGIA MILITARE

Inoltre, Menlo Park non avrebbe tenuto conto di un fattore cruciale: i costosissimi microLED attualmente vengono utilizzati nei radar e sensori militari per questo il governo Usa impone rigidi controlli sull’esportazione.

Il che significa che l’assemblaggio non potrebbe avere luogo in Paesi esteri nei quali la mano d’opera costa meno ma solo sul territorio dei 50 Stati, altro fattore che aumenterebbe di molto il costo della produzione. Da qui la necessità di produrre una versione budget del prodotto che probabilmente non avrà microLED.

Non dimentichiamo che già lo scorso anno un report di The Verge aveva lasciato intendere che Meta non fosse più intenzionata a produrre una versione per consumatori degli occhiali AR limitandosi a distribuire alcune unità a sviluppatori terze parti selezionati per dare loro una dimostrazione del futuro e delle potenzialità della realtà aumentata.

METAVERSO DI TRAVERSO A MICROSOFT

La prima a ridurre drasticamente team connessi alla nuova tecnologia è stata Microsoft che oltre ad aver licenziato 11mila dipendenti lo scorso 10 marzo ha chiuso anche AltspaceVR, la piattaforma di realtà virtuale sociale che ha acquisito nel 2017 e che si occupa appunto di sviluppare soluzioni in tal senso ospitando eventi e spazi sociali a cui le persone possono partecipare liberamente.

CASO METAVERSO PER SONY

Anche i visori Sony rischiano di far perdere una gran quantità di denaro alla multinazionale nipponica dei videogame, lasciando il pubblico indifferente. Secondo l’azienda di marketing intelligence International Data Corporation (IDC), Sony avrebbe chiuso il mese di marzo piazzando appena 270.000 visori, vale a dire il 14% delle unità complessive in produzione per il lancio.

Nella finestra del lancio i giapponesi si immaginavano di piazzare due milioni di copie mentre a stento raggiungono le 300mila unità. E per molti osservatori non starebbe supportando a livello marketing le attività e le software house che sviluppano titoli per il PlayStation VR2

IL METAVERSO VA DI TRAVERSO A DISNEY

L’ultima a uscire dalle porte di servizio del metaverso è Disney alle prese con una dieta ferrea per rientrare nei conti. Il Gruppo, secondo quanto hanno riferito fonti vicine al dossier al Wall Street Journal, ha già eliminato la divisione che sviluppava il metaverso diretta da Mike White.

Tutti i 50 membri del team hanno perso il lavoro a esclusione di White che rimarrà in azienda, ovviamente con un altro ruolo, non esistendo più la squa squadra.

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