Agevolare lo sviluppo, il progresso tecnologico del sistema-Paese italiano significa più di ogni altra cosa investire in ambito digitale. Farlo nelle infrastrutture strategiche significa agevolare anche la transizione energetica al fine di incentivare la sostenibilità.
E’ quello che è emerso dal forum “Le Infrastrutture Digitali per la crescita sostenibile del Paese”.
LO STAKEHOLDER FORUM DI INWIT TRA DIGITALE E SOSTENIBILITA’
Il 25 maggio scorso, presso l’auditorium Deloitte Greenhouse di Milano, si è svolto il forum “Le Infrastrutture Digitali per la crescita sostenibile del Paese”.
L’evento ha visto la partecipazione di Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica e alla transizione digitale, e di Laura Cavatorta, presidente Comitato Sostenibilità Inwit e Comitato ESG Snam, Diego Galli, direttore generale Inwit, Livio Gigliuto, Presidente esecutivo Istituto Piepoli, Simonetta Giordani, segretario generale Associazione Civita, Enrico Giovannini, direttore scientifico Asvis ed è stato moderato da Michelangelo Suigo, direttore Relazioni esterne, comunicazione e sostenibilità di Inwit.
IL SENTIMENT DEGLI ITALIANI: LE RILEVAZIONI DELL’ISTITUTO PIEPOLI
Durante l’incontro è stata presentata l’indagine sulle infrastrutture digitali per la crescita sostenibile del Paese, elaborata per Inwit dall’Istituto Piepoli.
E’ stato rilevato che il 91% degli italiani è consapevole del valore delle infrastrutture digitali per la crescita e lo sviluppo sostenibile del Paese. L’87% associa, inoltre, la digitalizzazione al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e l’89% percepisce la tecnologia 5G come una grande opportunità.
Per il 50% degli italiani il potenziamento delle infrastrutture digitali contribuisce alla riduzione del digital divide mentre per il 46%, supporta la trasformazione digitale della PA. Oltre 6 italiani su 10, infine, sarebbero disposti ad accettare alcuni disagi, pur di avere una connessione di ultima generazione.
– Leggi anche: 5G: come va e cosa va (e cosa non va)
BUTTI (SOTTOSEGR. INNOVAZIONE): VOGLIAMO UN PAESE CABLATO
“Le infrastrutture digitali sono un fattore abilitante essenziale per accelerare la digitalizzazione italiana e raggiungere gli ambiziosi obiettivi che ci siamo posti come governo. L’eredità ricevuta dal passato, soprattutto sulla rete fissa, ci impone un cambio di passo, se davvero vogliamo vincere la sfida del futuro e aumentare la competitività del Paese”, ha commentato il sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti.
“Per questo siamo al lavoro per avere un Paese cablato con connessioni veloci anche nelle zone più periferiche, e per rendere realtà una Pubblica Amministrazione alleata di cittadini e imprese. Sempre più snella, trasparente e inclusiva”.
VI SPIEGO QUELLO CHE FACCIAMO, PARLA GALLI (INWIT)
“In qualità di neutral host, realizziamo e gestiamo infrastrutture wireless condivise, digitali e sicure, indispensabili nel processo di trasformazione digitale del Paese, per una società più sostenibile. L’infrastruttura digitale, nel nostro caso la “Tower as a service”, è alleata delle comunità e dei territori, è uno strumento integrato che genera valore, in quanto determina e contribuisce allo sviluppo di opportunità e all’inclusione sociale”, ha dichiarato Diego Galli, Direttore Generale di Inwit.
GIOVANNINI (ASVIS): SERVE CAMBIARE MODELLO DI SVILUPPO
“Gli effetti devastanti della crisi climatica e l’aumento delle disuguaglianze, impongono cambiamenti al nostro modello di sviluppo. Un modello che deve tornare ad un capitalismo degli stakeholder e cambiare in profondità la nostra concezione di benessere, includendo equità e rispetto dell’ambiente – ha ricordato Enrico Giovannini, direttore scientifico Asvis -. Tutti gli investimenti devono coniugare, in maniera multidimensionale, un ritorno in termini ambientali, economici e sociali, in particolare quelli per le infrastrutture digitali, fondamentali per costruire uno sviluppo sostenibile e raggiungere i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030 Onu”.
Sul ruolo del Pnrr, invece, per l’ex ministro “anche i fondi regionali 2021-2027 e nazionali 21-27 dovrebbero essere orientati alle stesse finalità”. E cioè “avere una rete perfetta, con tutti i servizi, se un 30% della popolazione ha difficoltà a gestire oltre che comprendere le nuove tecnologie abbiamo un ostacolo come Paese”.
“Questi investimenti – ha concluso Giovannini – sono per noi, come umani e come parte del pianeta. E mi riferisco a noi non solo come individui ma anche a ciò che abbiamo realizzato in termini di infrastrutture. Le infrastrutture digitali aiutano quelle non digitali anche nella manutenzione. E questo deve valere anche per gli edifici. Questa è sostenibilità fisica, ma in realtà del sistema complessivo, economico, con cui fare i conti. Infine, la sostenibilità ambientale: il digitale ci consente di cambiare in meglio il nostro sistema produttivo riducendo l’impatto sull’ambiente”.
PERCHE’ DIALOGARE CON GLI STAKEHOLDER SUL DIGITALE
“Inwit vuole consolidare e rafforzare il suo posizionamento, le sue attività sui temi della sostenibilità. Interagire con gli stakeholder è importante per capire le linee del futuro”, ha aggiunto Franco Amelio di Deloitte.
L’AGENDA DIGITALE ITALIANA SECONDO CAVATORTA (INWIT, ESG SNAM)
Insomma, i compiti da fare a casa per l’Italia ci sono così come non mancano gli attori coinvolti e con cui proseguire i lavori in corso.
Per Laura Cavatorta (Inwit, ESG-Snam), “fare core business con la sostenibilità. E’ inutile andare a cercare attività sostenibili in qualcosa che non è nostro. Le persone sono il massimo patrimonio però bisogna fare un passo in più riflettendo sui valori e sulla propria missione. Dichiarandoli per adottare una policy, dei report per rendicontare, un engagement con gli stakeholders. Senza la sostenibilità è facile che una azienda esca dal mercato.
Secondo lei, “la riduzione, la chiusura del digital divide è ciò che ci colpisce di più. Farlo tramite infrastrutture digitali significa rendere attiva la partecipazione della cittadinanza sia per la vita che per il lavoro. (…) Anche laddove la connettività già c’è, la connessione 5G apre a nuove opportunità”.