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Cosa vuole fare il governo sull’intelligenza artificiale

L'intervento di Laura Angelisanti, consigliere nazionale Unimpresa

L’intelligenza artificiale è un mondo che sta entrando prepotentemente nella nostra realtà di tutti i giorni, che non possiamo in alcun modo ignorare, ma che al contrario dobbiamo saper conoscere, gestire e regolare.

Viviamo in uno scenario complesso, visto che da sempre la tecnologia ha influito sul nostro modo di vivere, ma oggi la diversità è rappresentata dalla “velocità” del cambiamento e da un cambiamento che incide non più solo sulle cose, ma sulla nostra “cognitività”.

È evidente che ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione digitale, unica nel suo genere che richiede sicuramente una modernizzazione dei principi giuridici. Bisogna saper accettare la sfida e per fare questo dobbiamo mettere l’uomo al centro e chiederci quello che vogliamo che l’intelligenza artificiale faccia per noi e non quello che può fare l’intelligenza artificiale. Solo così comprenderemo che la “creatività” è un concetto esclusivamente umano, che dietro la macchina c’è sempre una persona.

Dobbiamo far sì che la tecnologia rimanga complementare alla nostra capacità di critica ed a quella di realizzarsi in condivisione con gli altri, competenze che una “macchina” non può avere.

Argomenti che sono stati al centro di un convegno, pochi giorni fa, al ministero della Cultura: la presenza del sottosegretario Lucia Bergonzoni e del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è un fatto rilevante che dimostra importante attenzione da parte del governo.

Secondo il sottosegretario Bergonzoni «occorre provvedere a una normativizzazione della creatività, a tutelare l’uomo ed ad individuare correttamente chi inserisce i dati nella macchina». Del resto, una macchina non può creare come crea un uomo, dovrà essere sempre l’uomo a gestirla con la sua coscienza e la sua forza. Resta il fatto che è importante il contributo fornito dall’intelligenza artificiale, soprattutto nell’ambito del cinema ove si è insistito molto sul tema del diritto d’autore e sulla necessità di adeguare lo stesso ai problemi emersi a motivo dell’utilizzo delle nuove tecnologie. Non a caso il ministro Salvini ritiene necessario «usare tutte le cautele possibili per garantire l’emotività, l’originalità e l’emozione che l’operatore mette nella sua opera, accompagnare il futuro, normarlo ed essere tra i primi a farlo».

Tutte le nuove tecnologie, compresa l’IA, devono essere e rimanere un mezzo e non un fine: l’obiettivo è recuperare, così, la nostra cultura. La memoria deve rimanere la base sulla quale costruire il nostro futuro. D’altronde l’intelligenza artificiale, senza memoria, non potrebbe esistere.

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