Il Parlamento europeo si appresta ad approvare due regolamenti, il Digital services act (Dsa) e Digital markets act (Dma), il nuovo pacchetto di regole per il mercato di digitale.
Nello specifico il Dsa prevede la rimozione di beni, servizi e contenuti illegali; misure di trasparenza pubblicitaria e obblighi per le grandi piattaforme di agire contro l’abuso dei loro sistemi.
La proposta di legge sui mercati digitali (Dma) tenterà invece di controllare i gatekeeper online sottoponendoli a un elenco di divieti ex ante.
Sebbene la Commissione Ue non menzioni alcuna società in particolare, queste nuove regole impatteranno Google, Facebook, Amazon, Apple, Microsoft tra gli altri.
“È importante che queste nuove regole supportino la ripresa economica, ecco perché Google vuole assicurarsi di ottenere le regole giuste, per proteggere e incoraggiare l’innovazione nel settore” ha sottolineato Matt Brittin, presidente Emea di Google.
“Più scelta è un bene per i consumatori. Vogliamo essere in grado di continuare a costruire nuovi prodotti e innovare in modi che vanno bene per i consumatori. È ragionevole che le aziende siano controllate attentamente, ma tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, dovrebbero beneficiare della certezza del diritto per creare e costruire nuovi prodotti e servizi. Il Dma limita la nostra capacità di introdurre modifiche ai nostri prodotti o introdurre nuove funzionalità” , ha precisato Brittin di Google.
Secondo il colosso di Mountain View alcuni suoi servizi potrebbero incontrare ostacoli se a Google fosse negato di ottenere il massimo dai dati aggregati come previsto dal Dma.
COSA PREVEDE IL PACCHETTO NORMATIVO DI BRUXELLES
Il Digital service act (Dsa) è il pacchetto legislativo dell’Ue che regolamenterà le piattaforme digitali online, inclusi i marketplace, i social media, i motori di ricerca, i videogiochi arcade e altri servizi internet. Si tratta della prima iniziativa legislativa per il settore dal 2000 (anno della Direttiva sul commercio elettronico).
In base al Digital Services Act le grandi società di social media e i siti di e-commerce dovranno affrontare nuovi obblighi per rimuovere contenuti illegali e dannosi dalle loro piattaforme. La seconda proposta, Digital Markets Act, sottoporrebbe le aziende etichettate come “gatekeeper” a un elenco di cose da fare e da non fare al fine di prevenire la concorrenza sleale. Ad esempio, a tali società sarebbe vietato utilizzare i dati ottenuti dagli utenti aziendali per competere con loro.
Ai giganti delle piattaforme sarà vietato inoltre di utilizzare i dati che raccolgono online a meno che non mettano questi dati a disposizione delle piattaforme più piccole.
LA POSIZIONE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ITALIANO
“Se il Dsa mira alla responsabilizzazione delle piattaforme, rendendo trasparente e quindi anche “accountable” l’esercizio dei loro poteri incidenti sui diritti degli utenti, il Digital Markets Act tende a promuovere la concorrenza imponendo in particolare ai gatekeepers (piattaforme di grandi dimensioni che esercitano una funzione di controllo nell’accesso quali intermediatori tra utenti finali e imprese) specifici obblighi, cui corrispondono penetranti poteri di supervisione della Commissione” ha spiegato il presidente del Garante per la protezione dei dati Pasquale Stanzione in una recente audizione alla Camera.
LE CONSEGUENZE DEL DSA PER IL MOTORE DI RICERCA DI BIG G
Il Digital Services Act avrebbe quindi un impatto diretto su Alphabet, che possiede i due motori di ricerca più popolari al mondo in Google e YouTube, e Facebook, la più grande rete di social media con oltre 2,5 miliardi di utenti attivi mensili.
“Per fare solo un esempio — spiega il colosso di Mountain View —, se utilizzi Ricerca Google per cercare “Cibo tailandese nelle vicinanze”, Google Maps ti mostra dove si trova il ristorante più vicino e fornisce i suoi dettagli di contatto. E altri link ti consentono di prenotare direttamente un tavolo (se le restrizioni sanitarie locali lo consentono) o di vedere se puoi ritirare il tuo pasto da portare via. Il DSA potrebbe impedire a Google di sviluppare tali funzionalità incentrate sull’utente. Ciò avrebbe chiaramente un impatto non solo sul modo in cui le persone utilizzano i nostri servizi, ma anche sulle migliaia di ristoranti che quest’anno hanno accolto milioni di commensali in Europa utilizzando questa funzione gratuita”.
CONTINUARE A SOSTENERE LE PMI
“Le PMI europee vogliono strumenti che le aiutino a espandere e far crescere le loro attività, soprattutto quando iniziamo a riprenderci. Ecco perché vogliamo essere in grado di continuare a innovare e sviluppare nuovi prodotti e funzionalità che aiutino i nostri clienti. Questo è anche perché vogliamo garantire che le funzionalità gratuite di base come le mappe di ricerca che sono state così vitali nella pandemia non vengano ritirate” ha puntualizzato Matt Brittin.
L’IMPATTO DEL DMA
Come dicevamo l’attuale forma della proposta di Dma si propone di introdurre una serie di obblighi e divieti per i gatekeeper. Tuttavia, la proposta Dma contiene diverse disposizioni suscettibili di ridurre le funzionalità e quindi la qualità dei servizi della piattaforma, incidendo sul valore generato dal loro utilizzo.
Brittin ha aggiunto che l’uso di “dati aggregati da Google Maps per produrre rapporti sui movimenti” che è diventato “molto utile per le autorità sanitarie pubbliche” potrebbe anche essere un’altra forma di innovazione che deve affrontare un futuro incerto come conseguenza delle nuove regole.
“Vediamo questo tipo di funzionalità integrata e incentrata sull’utente che viene sviluppata rapidamente come un vero vantaggio. E se non abbiamo la chiarezza, penso che potrebbe esserci un inibitore dell’innovazione” ha dichiarato il presidente Emea di Google.
A COSA VANNO INCONTRO I GATEKEEPERS
Il regime sanzionatorio del Dma (di competenza della Commissione europea) contempla ammende fino al 10% del fatturato mondiale totale annuo dell’impresa che trasgredisce. Non solo: la violazione sistematica delle norme potrà portare all’applicazione di rimedi di natura straordinaria quali l’obbligo di cessione di parte degli asset aziendali o delle proprietà aziendali (splitting).
LA POSIZIONE DI GOOGLE SUL DMA
“Vogliamo assicurarci che con il Dma i nostri utenti europei possano beneficiare di un’esperienza Internet di prima classe e non di un’esperienza Internet di seconda classe” ha sostenuto il Presidente Emea di Google.
“Mantenere tutti gli utenti al sicuro durante la navigazione online è importante, qualcosa su cui abbiamo lavorato sin dai primi giorni di Ricerca. Questo è il motivo per cui vogliamo garantire che i prodotti e le funzionalità chiave siano protetti entro i limiti del Dma, e questo ha un impatto all’esperienza dell’utente e alla sicurezza sono ridotti al minimo.”
“Per raggiungere il suo obiettivo dichiarato di promuovere l’innovazione e guidare la ripresa economica, è necessario più lavoro per mettere a punto il Dma e aggiungere le giuste garanzie e salvaguardie” ha concluso Matt Brittin di Google.