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Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube unisco le forze contro il terrorismo

Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube si uniscono per combattere il terrorismo online. Un database per rintracciare i contenuti sospetti ed invitare le piattaforme a rimuoverli
L’unione fa la forza. E di forza ne serve tanta, soprattutto quando il nemico da sconfiggere è il terrorismo online. È per questo che i giganti del Web, Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube hanno decido di mettersi insieme, provando ad arginare la proliferazione online di contenuti terroristici.

“Sui nostri servizi”, scrivono le compagnie in un comunicato congiunto, “non c’è posto per contenuti che promuovono il terrorismo. Quando lo abbiamo saputo ci siamo subito mobilitati contro questi contenuti in conformità con la nostra politica aziendale”.

La collaborazione tra i big potrebbe esser stata stimolata, secondo quanto scritto dal Wall Street Journal, dagli incontri di queste aziende con le autorità dell’Unione europea. Nelle scorse settimane, infatti, Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube hanno promesso alla commissaria Ue alla Giustizia, Vera Jourova, di rimuovere entro 24 ore i messaggi online di istigazione all’odio e al terrorismo.

Come i colossi hi-tech provano a combattere il terrorismo?

terrorismoI colossi hanno dato vita ad un database condiviso di immagini e video con contenuti violenti, di propaganda o volti al proselitismo che punta a velocizzare la loro rimozione dal web.

Facebook, Microsoft, Twitter e YouTube, in pratica, assegneranno un’“impronta hash” a tutti i contenuti violenti o a messaggi e immagini che potrebbero diffondere idee radicali. Grazie al database sarà possibile individuare sulle diverse
piattaforme la presenza degli stessi contenuti e ogni colosso deciderà, in base alla propria policy, di rimuoverle o meno (i criteri adottati per la rimozione dei contenuti, comunque, sono abbastanza allineati).

L’accordo dovrebbe evitare che, per esempio, un video bloccato su Twitter possa essere invece visualizzato e diffuso su Facebook o su YouTube. Non solo: il database dovrebbe anche scansionare i diversi contenuti in fase di caricamento, tentando di bloccare messaggi violenti o estremisti, prima che siano condivisi.

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