Annunciati i primi quattro fondi di venture capital e le prime quattro startup che riceveranno i fondi del Nato Innovation Fund (Nif).
Al vertice di Madrid della Nato del giugno 2022, 22 alleati avevano lanciato il Nato Innovation Fund, il primo fondo di capitale di rischio multi-sovrano al mondo, oggi sostenuto da 24 dei 32 stati membri della Nato, tra cui Finlandia e Svezia, che hanno aderito all’alleanza all’inizio di quest’anno. Lo scorso luglio gli alleati hanno selezionato il team di investitori per gestire il nuovo fondo di venture capital. Dopo la nomina di Roberto Cingolani, ad di Leonardo, all’interno del cda del Nif nel marzo 2023, un altro italiano è entrato nel team degli investitori in qualità di socio amministratore. Si tratta di Andrea Traversone, manager con esperienza quasi ventennale presso la britannica Amadeus Capital Partners.
Con un budget di 1 miliardo di euro, il Fondo per l’Innovazione della Nato ha l’obiettivo di investire in startup di deep-tech, comprese quelle che sviluppano tecnologie che potrebbero avere applicazioni militari. E a guidare queste operazioni è proprio l’italiano Traversone.
Il 18 giugno, il Nato Innovation Fund (Nif) ha confermato di aver investito direttamente in quattro aziende tecnologiche europee, che hanno affermato avrebbero contribuito ad affrontare le sfide in materia di difesa, sicurezza e resilienza, e in quattro fondi di venture capital.
Tutti i dettagli.
IN COSA CONSISTE IL NATO INNOVATION FUND
Il fondo ha lo scopo di riunire i governi, il settore privato e il mondo accademico per rafforzare il vantaggio tecnologico della Nato, ha affermato l’alleanza lo scorso anno.
Nello specifico, il Fondo per l’innovazione della Nato è un partenariato finanziario tra gli alleati dell’Alleanza Atlantica partecipanti in qualità di soci accomandanti e un braccio di gestione degli investimenti creato appositamente per questo fondo. Con una dotazione di 1 miliardo di euro, il Fondo investirà in start-up in fase iniziale che sviluppano tecnologie emergenti a duplice uso (deep tech). La Nato sta cercando di avere un “vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti strategici”, aveva spiegato l’anno scorso a Euractiv un funzionario dell’alleanza.
I PAESI MEMBRI SOSTENITORI
Germania, Regno Unito, Italia, Spagna e Turchia sono tra i 24 paesi che contribuiscono al Nato Innovation Fund,mentre Stati Uniti, Canada e Francia non hanno accettato di sostenerlo, sottolinea oggi il Financial Times.
LE PRIME AZIENDE SOSTENUTE DAL NIF
Oggi il Nif ha confermato la prima tranche di aziende che hanno ricevuto finanziamenti come parte del fondo di innovazione da un miliardo di euro del gruppo.
Nello specifico, il fondo Nato ha stanziato finanziamenti a Fractile AI, un produttore di chip per computer con sede a Londra che mira a rendere più veloci i modelli di linguaggio di grandi dimensioni (LLM) come quelli che alimentano ChatGPT, nonché alla tedesca ARX Robotics, che progetta robot senza pilota con funzioni che vanno dal sollevamento di carichi pesanti alla sorveglianza.
Le altre due startup sono il produttore britannico iCOMAT, che produce materiali più leggeri per veicoli, e Space Forge, un’azienda gallese che sfrutta le condizioni dello spazio, come la microgravità e le condizioni di vuoto, per costruire semiconduttori in orbita.
QUALI SONO LE QUATTRO SOCIETÀ DI VENTURE CAPITAL SOSTENUTE DAL NIF
Inoltre, come già detto, il Nif ha anche stretto una partnership con le società di venture capital Alpine Space Ventures, OTB Ventures, Join Capital e Vsquared Ventures per supportare ulteriori investimenti in deep tech nel Vecchio continente.
L’OBIETTIVO
Questi investimenti azionari iniziali effettuati dal Fondo da 1 miliardo di euro della Nato contribuiranno a far progredire l’innovazione in nuovi materiali e produzione, intelligenza artificiale e robotica.
“Consentire l’accesso a tecnologie strategiche è fondamentale per garantire un futuro sicuro e prospero al miliardo di cittadini dell’alleanza”, ha dichiarato Andrea Traversone, managing partner del fondo.
Oltre a investire con l’obiettivo di generare rendimenti finanziari, il fondo funge da “matchmaker” tra gli acquirenti governativi di tecnologia e le start-up che sviluppano nuovi prodotti, ha affermato al Financial Times Andrea Traversone. Prevede di investire in settori quali biotecnologia, comunicazioni, sicurezza e informatica quantistica.
LA STRATEGIA DI TRAVERSONE
Nello specifico, Traversone ha spiegato al quotidiano finanziario britannico che l’obiettivo del fondo era quello di affrontare un “fallimento del mercato” per cui la maggior parte delle tradizionali società di capitale di rischio non riesce a investire in tecnologie più ambiziose e a lungo termine.
Il fondo Nato investe per oltre 15 anni, a differenza della maggior parte dei VC, che devono restituire i propri fondi entro 10 anni. “Abbiamo una notevole quantità di capitale da impiegare durante questi lunghi e intensivi cicli di R&S” per la tecnologia avanzata, ha illustrato al Ft il managing director del Nif.
RECUPERARE IL TERRENO NEI CONFRONTI DEGLI USA
“Quando si tratta di tecnologia della difesa, il mercato è cresciuto notevolmente negli ultimi tre o quattro anni per le ragioni geopolitiche che tutti conosciamo”, ha proseguito Traversone, alludendo alla guerra della Russia in Ucraina e alle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina.
La tendenza è iniziata prima negli Stati Uniti, ha sottolineato al Ft Traversone, ma ora l’Europa sta “recuperando molto rapidamente”.
Secondo Traversone gli investimenti nelle start-up di tecnologia della difesa stanno accelerando in Europa, pertanto anche il Vecchio Continente potrebbe partorire diverse potenziali aziende multimiliardarie per rivaleggiare con quelle americane.
PER UN CAMPIONE DELL’AI E ROBOTICA EUROPEO
Infine, nell’intervista al Financial Times Traversone si è detto convinto che l’Europa possa presto avere un rivale al campione emergente statunitense Anduril, uno sviluppatore di intelligenza artificiale e robotica, inclusi droni e sistemi di sorveglianza, con una valutazione di 7 miliardi di dollari alla fine del 2022.
“Ci sono molti candidati a diventare l’equivalente di Anduril nelle regioni che copriamo”, ha evidenziato il managing director del Nif. “E stiamo investendo in alcuni di loro. Quindi sono molto fiducioso che ciò stia cambiando e stia cambiando molto rapidamente”.