In affanno nella corsa all’intelligenza artificiale, Intel ricorre ai licenziamenti e crolla a Wall Street.
Le azioni del colosso statunitense dei semiconduttori hanno registrato un crollo del 20% in borsa durante la sessione di contrattazioni serali sulla borsa di New York ieri, dopo l’annuncio da parte della compagnia di Santa Clara di piani per il licenziamento di migliaia di dipendenti e del blocco dei dividendi al fine di ridurre strutturalmente i costi.
Nell’afterhours a Wall Street il titolo di Intel è arrivato a cedere il 20%, poi ridotto al 18,9%, dopo avere chiuso la seduta di ieri in ribasso del 7% in scia a una trimestrale in perdita, che ha deluso le aspettative degli analisti. La società ha registrato infatti un calo delle vendite dell’1% annuo nel secondo trimestre, a 12,8 miliardi di dollari, e una perdita operativa di 1,6 miliardi di dollari nello stesso periodo, contro l’utile di 1,5 miliardi di dollari l’anno scorso.
Non solo, Intel ha fornito un outlook per il prossimo trimestre al di sotto delle attese, ha sospeso il pagamento dei dividendi a partire dal quarto trimestre, ha annunciato il taglio del 15% dei posti di lavoro (circa 17.000 posti) e ha lanciato un maxi piano di riduzione costi da 10 miliardi di dollari per aumentare efficienza e competitività sul mercato.
Il crollo delle vendite di Intel mostra il prezzo del ritardo nella corsa all’intelligenza artificiale, commenta Bloomberg.
Tutti i dettagli.
AL VIA I LICENZIAMENTI PER INTEL
L’amministratore delegato di Intel, Pat Gelsinger, ha illustrato le misure che dovrebbero consentire a Intel di ridurre le uscite di oltre 10 miliardi di dollari il prossimo anno: tra le altre cose, l’azienda licenzierà circa 15mila dipendenti, quasi tutti entro la fine del 2024.
La forza lavoro globale di Intel ammontava a 124.800 dipendenti alla fine del 2023, secondo un deposito pubblico. La maggior parte dei tagli di posti di lavoro avverrà entro la fine del 2024.
Non è stato immediatamente chiaro dove si sarebbero verificati i tagli di posti di lavoro o quali posizioni sarebbero state interessate.
I CONTI IN ROSSO
Proprio in questi giorni, l’azienda ha comunicato i risultati trimestrali: sia il fatturato che il profitto hanno mancato le stime degli analisti.
Nel dettaglio, Intel ha chiuso il secondo trimestre con una perdita netta da 1,6 miliardi di dollari, -0,38 dollari per azione, contro l’utile per 1,5 miliardi, 0,35 dollari per azione, dello stesso periodo dell’anno scorso. L’utile adjusted è stato pari a 0,02 dollari per azione, contro gli 0,1 dollari attesi dagli analisti, mentre i ricavi sono calati dell’1% a 12,8 miliardi, contro i 12,95 miliardi attesi dal consensus.
LE PREVISIONI PER IL PROSSIMO TRIMESTRE
Per il terzo trimestre attende ora ricavi tra 12,5 e 13,5 miliardi, contro i 14,35 miliardi stimati dagli analisti, con una perdita per azione per 0,24 dollari.
IL CROLLO IN BORSA
L’insieme di tutte queste notizie ha scatenato il crollo del 20% per le azioni Intel. L’azienda è scivolata di oltre il 42% finora quest’anno. Le azioni Intel sono destinate a scendere al livello più basso degli ultimi 24 anni, mentre l’azienda lotta per riprendersi, segnala Reuters che ricorda come la società di Santa Clara era un tempo il principale produttore di chip al mondo, con il logo “Intel Inside” una preziosa caratteristica di marketing sui personal computer negli anni ’80 e ’90. Parte dei Four Horsemen dell’era delle dot-com, insieme a Cisco Systems (Microsoft e Dell), il valore di mercato azionario di Intel ha raggiunto il picco di quasi 500 miliardi di dollari nel 2000 prima di crollare nella svendita del mercato di quell’anno e non riprendersi mai completamente.
LE SFIDE PER IL COLOSSO DEI SEMICONDUTTORI USA
Come sottolinea Axios, ora l’azienda affronta una forte concorrenza nelle guerre dei chip AI contro aziende come Nvidia, che è cresciuta parallelamente alla domanda di AI generativa.
Proprio i concorrenti specializzati in intelligenza artificiale stanno conquistando alcuni dei clienti di Intel, rileva Bloomberg precisando che Nvidia ha ora più del doppio delle vendite trimestrali della sua ex nemesi. Un tempo rivale in difficoltà, Amd è valutata più di 100 miliardi di dollari in più dagli investitori e Tmsc è ampiamente riconosciuta come la migliore azienda produttrice del settore.