La Cina colpisce una delle sue più grandi aziende tecnologiche.
Pochi giorni dopo l’offerta pubblica iniziale statunitense, ieri le autorità di regolamentazione cinesi hanno interrotto i download nazionali dell’app di ride sharing Didi.
Due giorni prima, la Cyberspace Administration of China (Cac) aveva annunciato che stava indagando sulla società per proteggere “la sicurezza nazionale e l’interesse pubblico”, spingendo le azioni di Didi a calare del 5,3%.
La società cinese ha raccolto 4,4 miliardi di dollari nell’Ipo, in quella che è stata la più grande quotazione negli Stati Uniti da parte di una società cinese dal debutto di Alibaba nel 2014.
Per ora, i 600 milioni di utenti e autisti esistenti dell’app possono continuare a utilizzare Didi normalmente, purché abbiano già scaricato l’app. Ma i nuovi clienti non saranno in grado di iniziare a utilizzare il servizio fino a quando la società non risolverà i problemi relativi ai dati.
Dopo Didi, Pechino ha lanciato indagini sulla sicurezza dei dati anche per tre altre aziende della tecnologia quotate a Wall Street, tra cui una per la prenotazione di furgoni e un’agenzia per il lavoro.
I problemi di Didi arrivano sullo sfondo di una più ampia stretta sulla tecnologia cinese da parte delle autorità di regolamentazione nel paese.
Tutti i dettagli.
LE APP FINITE NEL MIRINO DELL’AUTHORITY CINESE
La Cyberspace Administration of China (Cac), l’ente a vigilanza di internet in Cina, ha annunciato di avere interrotto la registrazione di nuovi utenti per Yunmanman e Huochebang, nota in Cina come “l’Uber dei camion”, e per la piattaforma per il reclutamento di personale Boss Haiping “al fine di prevenire rischi per la sicurezza dei dati nazionali, mantenere la sicurezza nazionale e proteggere l’interesse pubblico”.
Full Truck Alliance, che controlla Yunmanman e Houchebang, e Kanzhu, proprietaria di Boss Haiping, si sono quotate a Wall Street il mese scorso.
LE VIOLAZIONI
Pur senza menzionare specifiche violazioni, la Cac ha citato nella nota la legge sulla sicurezza nazionale e quella sulla sicurezza informatica. L’autorità ha annunciato di intraprendere azioni in base alle misure di revisione della cyber-sicurezza.
LA STRETTA NORMATIVA DI PECHINO
Il divieto di download arriva nel contesto di un più ampio giro di vite sul potere delle principali piattaforme tecnologiche in Cina. Come per i colossi tech Alibaba e Tencent, che quest’anno hanno affrontato il controllo dell’antitrust.
C’è un controllo più rigoroso ora sia all’interno che all’esterno della Cina sulle aziende tecnologiche cinesi. Senza dimenticare che lo scorso novembre i regolatori hanno mandato in fumo l’Ipo record da 37 miliardi di dollari di Ant Group, il braccio fintech di Alibaba.
LA RIMOZIONE DI DIDI
Proprio ieri l’ente di vigilanza di internet in Cina aveva annunciato la rimozione dagli app store dell’app di Didi Chuxing, a soli due giorni dall’avvio di indagini sulla sicurezza dei dati, venerdì scorso, che aveva fatto crollare il valore del titolo a Wall Street.
La Cac ha ordinato a tutti gli app store del paese di bloccare i download di Didi Chuxing.
L’ILLECITO
La Cyberspace Administration ha accusato Didi di aver raccolto e utilizzato in modo improprio i dati personali dei suoi clienti.
A SEGUITO DELL’IPO
Pechino ha annunciato il divieto di download pochi giorni dopo che Didi ha completato un’offerta pubblica iniziale di 68 miliardi di dollari alla Borsa di New York.
IL CALO DEL TITOLO
Quando venerdì la Cac ha annunciato che stava indagando su Didi, le azioni della società hanno perso il 5,3% a Wall Street.
LA POSIZIONE DELLA SOCIETÀ
“Didi collaborerà pienamente con l’autorità governativa competente durante la revisione”, ha replicato la società in una nota.
“La società si adopererà per correggere eventuali problemi, — prosegue la società cinese nella nota — migliorare la consapevolezza della prevenzione dei rischi e le capacità tecnologiche, proteggere la privacy e la sicurezza dei dati degli utenti e continuare a fornire servizi sicuri e convenienti ai propri utenti”.
L’IMPATTO SUI CONTI DI DIDI
Tuttavia, il divieto di download non beneficerà alle tasche della società.
“La società si aspetta che la rimozione dell’app possa avere un impatto negativo sulle sue entrate in Cina”, ha aggiunto Didi.
LE CONSEGUENZE PER UBER
Come sottolinea Quartz, il destino di Didi influenzerà anche le fortune del suo più grande rivale, Uber. Il colosso statunitense del ride share possiede una quota del 12% in Didi. Ciò significa che eventuali oscillazioni nella valutazione dell’azienda cinese potrebbero significare la differenza di centinaia di milioni di dollari nelle attività di Uber.
Come successo a SoftBank, il conglomerato giapponese la cui unità Vision Fund detiene partecipazioni sia in Didi che in Full Truck Alliance, che ha visto le sue azioni scendere del 5% a Tokyo lunedì.
L’INDAGINE ANTITRUST SU DIDI
Al momento Didi ha un valore di mercato attuale di circa 75 miliardi di dollari, ma è anche oggetto di un’indagine antitrust da parte dell’autorità di regolamentazione del mercato cinese, l’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato, secondo quanto riferito da fonti a Reuters il mese scorso.
IL COMMENTO DEGLI ANALISTI
Il direttore della Redex Research Kirk Boodry ha affermato che la mossa della Cyberspace Administration of China è apparsa “aggressiva”. “Indica che il processo potrebbe richiedere del tempo, ma le app in questione hanno una grande base utenti, quindi l’impatto a breve termine sarà probabilmente attenuato per ora”.
“Sia la cancellazione dell’Ipo di Ant che questa azione su Didi mostrano che le Ipo possono essere molto pericolose in Cina, puntando il faro sulle loro operazioni e invitando al controllo normativo”, ha affermato a Reuters Martin Chorzempa, senior fellow presso il Peterson Institute for International Economics.