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I dazi di Trump abbatteranno i conti delle aziende Usa di macchinari per i chip

I dazi di Trump potrebbero avere un impatto economico di 1 miliardo di dollari all'anno sulle aziende americane che producono macchinari per i semiconduttori, come Applied Materials e Lam Research, già danneggiate dalle restrizioni di Biden sulla Cina. Tutti i dettagli.

I dazi imposti da Donald Trump potrebbero avere un impatto economico di oltre 1 miliardo di dollari all’anno sulle aziende statunitensi che producono macchinari per la manifattura di semiconduttori. La cifra, stimata dal settore e riportata da Reuters, starebbe circolando tra i funzionari del governo americano e tra i membri del Congresso.

PERDITE DI 350 MILIONI ALL’ANNO AD AZIENDA

Ciascuno dei tre principali produttori statunitensi di macchinari di chipmaking – ovvero Applied Materials, Lam Research e Kla – potrebbe subire una perdita di circa 350 milioni di dollari all’anno a causa delle tariffe. Le aziende più piccole, come Onto Innovation, potrebbero invece dover sostenere costi aggiuntivi per decine di milioni di dollari.

TUTTI I PROBLEMI DI APPLIED MATERIALS, LAM RESEARCH E KLA

Applied Materials, Lam Research e Kla costruiscono tra i macchinari per la manifattura di chip più sofisticati e più ricercati al mondo; macchinari che contengono migliaia di componenti, provenienti da diversi paesi del mondo. I dazi di Trump sulle importazioni rappresentano dunque un problema per queste aziende perché fanno salire i costi di approvvigionamento. Senza contare che gli affari delle società americane di chipmaking risentono già dei controlli alle esportazioni introdotti dalla precedente amministrazione di Joe Biden, che di fatto impediscono loro di vendere alcuni macchinari in Cina, un vasto mercato.

Le restrizioni alle vendite in Cina hanno riguardato in modo particolare Nvidia, che non produce macchinari ma quei processori avanzati richiestissimi per i sistemi di intelligenza artificiale: martedì la società ha fatto sapere che i nuovi controlli sulle esportazioni dei microchip modello H20 avranno un impatto sui suoi conti di 5,5 miliardi di dollari. Gli H20 sono processori già “depotenziati” rispetto alla versioni standard proprio per rispettare le limitazioni commerciali con la Cina, che però sono state ulteriormente inasprite ed estese anche a questi modelli.

I DAZI DI TRUMP SUI SEMICONDUTTORI

L’amministrazione Trump ha sospeso la maggior parte dei dazi imposti a inizio mese. Tuttavia, il presidente ha anticipato che nei prossimi giorni annuncerà delle tariffe sulle importazioni di semiconduttori volte a ridurre la dipendenza dall’estero (considerata un rischio per la sicurezza nazionale) e a stimolare la produzione nazionale.

Attualmente gli Stati Uniti, nonostante la leadership nella fase di progettazione, valgono il 12 per cento della produzione globale di microchip avanzati; Taiwan, dove ha sede la compagnia Tsmc, vale quasi il 70 per cento.

– Leggi anche: Chip, cosa significa la mossa trumpiana della taiwanese Tsmc

MENO ENTRATE, PIÙ SPESE

Nella stima dei costi presentata dai rappresentanti del settore ai politici di Washington rientrano la perdita di entrate (soprattutto per le mancate vendite di apparecchiature poco sofisticate in Cina, che ha imposto dazi a sua volta) e l’aumento delle spese per la ricerca di fornitori di componentistica alternativa e per l’assunzione di personale dedicato allo studio delle nuove regole commerciali (compliance, in gergo).

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