“Un dispositivo incredibile a un prezzo incredibile.” Questo il claim che i pubblicitari di Menlo Park hanno scelto per reclamizzare al meglio il Meta Quest 3S, l’ultimo visore per il metaverso della scuderia lanciato essenzialmente nel tentativo di spingere le vendite di questi device indossabili che, è noto, non sono mai riusciti a prendere piede.
IL METAVERSO NON DECOLLA. E I VISORI NEMMENO
Un vero problema per Meta dato che questi occhialoni costituiscono la porta d’ingresso di quel metaverso in cui l’azienda di Mark Zuckerberg ha investito tantissimo. Un problema in cui è incappata pure Cupertino, che ha lanciato una periferica, l‘Apple Vision Pro, che non vende quanto sperato e, per questo, l’azienda di Tim Cook starebbe già lavorando a una versione budget per tutte le tasche.
COSA SI NASCONDE DIETRO IL META QUEST 3S?
Ma qual è il trucco usato da Menlo Park per riuscire a proporre a prezzi ribassati (ben 200 euro di differenza) il Meta Quest 3S? Se lo sono chiesti gli esperti di iFixit, e-commerce ma anche community sull’autoriparazione di device ed elettrodomestici, perciò maestri nello smontare ogni cosa. Abilità che però non è sempre gradita alle multinazionali visto che così si mettono a nudo le tecnologie nascoste sotto le scocche plasticose.
NUOVO VISORE, VECCHIE LENTI?
È così venuto fuori che il Quest 3S più che un parente del Quest 3 di cui doveva essere la versione entry level è strettamente imparentato col vecchio modello di quattro anni fa Meta Quest 2.
Nel video di teardown pubblicato da iFixit viene spiegato che le lenti prepotentemente reclamizzate da Meta così nuove in realtà non sono: Shahram Mokhtari nell’articolo che accompagna il filmato dichiara che sono compatibili con quelle montate sul Meta Quest 2.
Direttamente dalla passata generazione proviene lo schermo LCD: che è unico per entrambe le lenti, e non doppio e individuale come quelli montati sul Quest 3 ed anzianotto pure il meccanismo di regolazione della distanza interpupillare.
UN META QUEST 2 SOTTO STEROIDI?
A livello hardware, insomma, si tratta di un dispositivo nato all’insegna della circular economy, riciclando cioè componenti del device che lo ha preceduto. E non poteva essere altrimenti dato che, sebbene Meta non sia scesa nel dettaglio della stretta parentela del Meta Quest 3S con il prodotto uscito ormai quattro anni fa, il basso costo al pubblico lasciava intuire che fosse stato necessario scendere a compromessi con la tecnologia.
COSA C’È DI NUOVO
Del tutto nuovo, per fortuna, il cuore pulsante dell’apparecchio: quel chip Qualcomm Snapdragon XR2 SoC condiviso con il Meta Quest 3, ovvero il device più costoso in circolazione. Il nuovo visore dispone poi di due sensori a infrarossi, mentre Quest 2 e 3 ne hanno solo uno.
Insomma, le novità comunque ci sono e, come avevano sottolineato già alcuni recensori, il Meta Quest 3S rappresenta più un upgrade del modello precedente piuttosto che un Quest 3 vero e proprio. E non è detto che ciò sia necessariamente un male. Chissà però se un prezzo più invitante basterà a Meta per spezzare la maledizione dei visori…