Dal metaverso alle intercettazioni, fino ad arrivare al “sempiterno” nemico: quel ChatGpt con cui il Garante della Privacy si è scagliato sotto Pasqua – la nostra è stata la prima autorità nel mondo a ricordare a OpenAI il rispetto dei diritti -: è torrenziale l’intervento di Pasquale Stanzione, in occasione della presentazione della Relazione annuale 2022. Un intervento che ricorda come, nel disinteresse del legislatore, col Parlamento preso da ben altre beghe di natura prettamente politica, la tecnologia avanzi imponendo risposte, norme e paletti o verrà meno la tutela dell’utente.
IL GARANTE E (I VARI) CHATGPT
Per Stanzione l’intervento del Garante su ChatGpt “ha consentito di indirizzare lo sviluppo di questa forma d’intelligenza artificiale generativa in una direzione compatibile con la tutela della persona, contrastando lo sfruttamento di quei frammenti dell’io che sono i dati personali”.
Questo in quanto la protezione di tali dati sia “protezione della libertà e della dignità della persona, tanto più quando sono coinvolti i minori, con la comprensibile voglia, propria di quella fase della vita, di fare esperienza di tutto”
Importante anche, in questo senso, il provvedimento adottato nei confronti del chatbot Replika, “presentato addirittura come una sorta di amico virtuale, capace di migliorare il benessere emotivo dell’utente, con un’incidenza psicologica potenzialmente significativa su soggetti, come i minori, dalla personalità ancora in formazione. In entrambi i casi – ha sottolineato il Garante – l’uso dell’intelligenza artificiale, non presidiato da alcune necessarie garanzie, avrebbe esposto gli utenti, soprattutto se minori, a rischi non irrilevanti”.
CHE DICE IL GARANTE DELLA PRIVACY SUL METAVERSO
A proposito di giovani, il Garante della Privacy si interessa ancora di Metaverso (tra il serio e il faceto potremmo dire che ormai è l’unico, visto che quell’ambiente virtuale si sta realmente desertificando).
Per Stanzione difatti rischi “non meno trascurabili” di quelli che compaiono all’orizzonte a causa del debutto delle varie intelligenze artificiali li “pone il metaverso, destinato”, almeno per il Garante “ad avere implicazioni dirimenti sulla società e sulla stessa antropologia contemporanea. L’esperienza immersiva e totalizzante che esso consente, rendendo l’utente protagonista e non solo fruitore del suo mondo, avra’ un impatto non trascurabile sul rapporto tra uomo e tecnica”.
“Alcuni ricercatori – ha spiegato il Garante – prefigurano, addirittura, un’ibridazione così profonda tra reale e virtuale nella percezione degli utenti, da potersi ipotizzare persino delle ‘cyberemozioni’, in grado di trasformare l’esperienza soggettiva”. Al momento, comunque, si tratta di un esercizio filosofico, perché come qui su Start raccontiamo quotidianamente le varie industrie che avevano investito fior di milioni nel metaverso si stanno rapidamente concentrando su altro.
È comunque importante che l’Autorità italiana tenga alta la guardia (e il Garante sorveglia il metaverso da parecchio tempo): “Molto delle sue potenzialità e dei suoi rischi dipenderà – per Stanzione – da come verrà strutturato, se cioè sarà terreno di conquista dei soli big tech, riproducendo l’oligopolio del capitalismo digitale, se sarà ‘open source’ o se invece vedrà una presenza, da definire nei modi e nelle forme, del pubblico. Certo e’ che la concentrazione di dati che comporterà questa vera e propria società della simulazione, dovrà essere bilanciata da responsabilità rilevanti delle piattaforme”.
Quindi una chiosa dal forte sapore pedagogico e paternalistico, sicuramente ben poco giuridico: “Rispetto al metaverso – ha concluso Stanzione – andranno adottate tutte le misure necessarie ad impedire un’eccessiva dipendenza, soprattutto dei giovani, da questa dimensione quasi onirica, capace di alienarli dalla realtà e di svincolarli dal rapporto con essa, proiettandoli nello spazio dell’infinitamente possibile”.
LO STOP ALL’ADV PERSONALIZZATO DI TIKTOK
Inoltre, dopo l’altolà del Garante TikTok ha sospeso l’invio di pubblicità personalizzata basata sul legittimo interesse. Oltre ad una base giuridica inadeguata vi erano, infatti, seri rischi che la pubblicità potesse raggiungere i giovanissimi con contenuti non appropriati.
LA MULTA A CLUBHOUSE
Con 2 milioni di euro di multa il Garante ha poi sanzionato Clubhouse, il social delle chat vocali.
L’ANNOSA QUESTIONE DELLE INTERCETTAZIONI
In materia di intercettazioni, i captatori “impongono uno scrutinio rigoroso di proporzionalità nel rapporto tra esigenze investigative e privacy. Esso deve orientare non solo la definizione del perimetro di ammissibilità ma anche l’adozione di alcune garanzie essenziali, modulate sulla capacità d’incidenza, sul nucleo intangibile della vita privata, di un mezzo potenzialmente ubiquitario e dalle operazioni non agevolmente predeterminabili”.
“Si potrebbe ipotizzare – ha suggerito Stanzione – un divieto di utilizzo almeno delle meno garantite modalità di uso dei captatori, mediante software che non siano inoculati direttamente sul dispositivo-ospite, ma scaricati da piattaforme liberamente accessibili a tutti o, per altro verso, con archiviazione cloud in server posti fuori dal territorio nazionale. Si dovrebbe, inoltre, vietare il ricorso a captatori idonei a modificare il contenuto del dispositivo ospite e a cancellare le tracce delle operazioni svolte”. Inoltre, “come sottolineato anche dal procuratore della Repubblica di Milano, andrebbe specificamente disciplinato – con l’estrazione dei soli contenuti essenziali e la tempestiva restituzione – il sequestro dei dispositivi elettronici, ormai porta d’ingresso per la parte piu’ intima della nostra vita privata”.
IL RICHIAMO AL LEGISLATORE
Tirata d’orecchi al Parlamento. “Per impedire che la persona sia risolta nella sua malattia, il Parlamento europeo ha raccomandato agli Stati membri l’adozione di norme, già presenti in alcuni Paesi, che vietino la richiesta di informazioni sulle patologie pregresse, dopo un tempo ragionevole in assenza di recidive. L’introduzione, nel nostro ordinamento, di norme analoghe – proposte in vari progetti di legge, già dalla scorsa legislatura, ricorda Stanzione in tema di oblio oncologico – contribuirebbe a garantire il diritto della persona di prescindere dal male che ha sofferto”.
Il garante della Privacy ricorda come “pazienti ormai da tempo guariti si vedano negare la concessione di mutui a lungo termine, mutare radicalmente le condizioni di assicurazione, affievolirsi la possibilità di stipulare un contratto di lavoro o persino di adottare un bambino. Sembra insomma, come si è scritto, che sia possibile guarire dalla malattia, ma impossibile liberarsi del suo stigma, come se proiettasse la sua ombra sulla vita futura del paziente”.