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Apple non vuole proprio altri store sui suoi device: prosegue la battaglia con Epic

Ecco le ultime novità tra Apple ed Epic Games 

La battaglia epica tra Apple ed Epic Games (sviluppatore del diffusissimo videogame Fortnite) si arricchisce di un nuovo, sorprendente capitolo quando ormai la situazione sembrava essersi sedimentata e l’inchiostro delle carte bollate asciugato.

APPLE VS EPIC, NUOVO CAPITOLO IN VISTA?

Cupertino, è noto, nell’ultimo periodo è stata costretta sia da Bruxelles sia da un numero crescente di Paesi, autorità indipendenti o corti ad aprire il proprio ecosistema. Nel caso di specie, oltre al tema dell’apertura c’è quello delle percentuali imposte a titolo di commissione che gravano su ogni acquisto attraverso l’Apple Store.

Epic aveva citato in giudizio Apple ormai quattro anni fa, nel lontano 2020, accusandola di aver violato le leggi antitrust controllando il mercato delle app per iPhone e sovraccaricando gli sviluppatori con un balzello del 30% sulle transazioni delle app.

LA NUOVA STRATEGIA DI APPLE CONTRO EPIC

Paese che vai, regolamentazione che trovi. Negli Usa la situazione si è conclusa in un pareggio: le richieste di Epic Games non sono state ritenute fondate, ma Apple dovrà liberalizzare il proprio store. Tutto questo ha comunque prodotto un florilegio di carte bloccate dato che Epic ha accusato Apple anche di aver dolosamente rallentato l’azione della Corte, producendo documenti con grave e colpevole ritardo.

Secondo quanto riportato da Reuters, la Big Tech guidata da Tim Cook ha presentato una nuova istanza per chiedere l’annullamento completo della decisione contro Epic Games o, in subordine, la sua limitazione affinché produca effetti solo nei riguardi di Epic.

IL TIMORE DI UNA SENTENZA ERGA OMNES

La prima istanza pare destinata a essere rigettata, quella vera sarebbe la seconda, con la quale Apple mira a contenere i danni e a evitare una pericolosa (per i suoi bilanci) pronuncia “erga omnes” quanto piuttosto un giudicato sartoriale che disponga che solo Epic Games possa vendere contenuti al di fuori dell’App Store saltando a pié pari il costo delle commissioni imposte da Cupertino per l’utilizzo della propria vetrina virtuale.

Nel documento visionato da Reuters, Apple si appella al fatto che nuove decisioni di tribunali statali della California e della Corte Suprema degli Stati Uniti in due casi non correlati rafforzerebbero le argomentazioni legali dell’azienda contro l’ingiunzione. La telenovela tribunalizia, insomma, prosegue.

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