Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti, con delega all’Innovazione tecnologica, ha detto al Sole 24 Ore che il governo sta valutando l’utilizzo della costellazione satellitare di Starlink per la fornitura di Internet nelle aree a fallimento di mercato in modo da rimediare al ritardo dei progetti del Pnrr sulla banda ultralarga.
COSA FARÀ STARLINK IN ITALIA, SECONDO BUTTI
La tecnologia di Starlink – il sistema di satelliti è gestito da SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk – sarà integrata “come complemento alle infrastrutture esistenti” via fibra realizzate da Open Fiber e Fibercop. “Il Piano Italia a 1 Giga è un elemento chiave del nostro impegno nel Pnrr e siamo consapevoli dell’importanza di raggiungere il target previsto per il 2026”, ha dichiarato il sottosegretario.
Butti ha aggiunto che “sono in corso delle interlocuzioni con alcune Regioni italiane – del Nord, del Centro e del Sud – per sperimentare la fornitura” dei servizi di Starlink. Non sono invece state avviate consultazioni con la Commissione europea relativamente alle prestazioni generalmente inferiori delle connessioni via satellite rispetto a quelle via fibra; il sistema satellitare, tuttavia, ha bisogno di meno lavori e strutture a terra e potrebbe rivelarsi più vantaggioso per il raggiungimento delle località remote.
Come spiegava a Zapping Andrea Stroppa, il principale collaboratore di Musk in Italia, “l’Italia è un paese molto difficile da connettere per la morfologia del suo territorio”, ma con Starlink “non serve bucare la strada”.
IL PROBLEMA BUROCRATICO
A ostacolare l’ingresso di Starlink in Italia potrebbe però contribuire il carico burocratico-normativo legato al recente decreto Omnibus relativamente al contrasto della pirateria dei contenuti televisivi: le misure introdotte, infatti, coinvolgono anche le piattaforme di servizi Internet – inclusa Starlink di SpaceX, aveva scritto Il Foglio -, che rischiano sanzioni in caso di “omissione della segnalazione” di trasmissioni illegali.
LE TENSIONI TRA STARLINK E TIM
Lo scorso aprile Starlink aveva denunciato al ministero delle Imprese e all’Agcom che l’introduzione dei suoi servizi di connettività in Italia era ostacolata da Tim, il principale operatore telefonico nel nostro paese. A detta di Starlink, per mesi Tim non avrebbe rispettato le norme sulla condivisione dei dati dello spettro: si tratta di informazioni necessarie a evitare le interferenze di frequenza, il cui mancato accesso aveva rallentato l’introduzione dei sistemi satellitari della società di Musk.
Secondo Tim, quella di Starlink era una ricostruzione parziale e partigiana dei fatti.
A marzo un documento interno di Tim che che descriveva minuziosamente l’utilizzo di Starlink da parte delle forze armate della Russia nei territori occupati dell’Ucraina era circolato molto negli ambienti istituzionali della maggioranza di governo, facendo infuriare il circolo di Musk, come riportato anche da Startmag.
LE DICHIARAZIONI DI URSO E MELONI SU STARLINK…
Circa un anno fa il ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva scritto su X di aver avuto una conversazione telefonica con Elon Musk “in cui abbiamo affrontato una serie di temi, a partire dallo spazio e le nuove tecnologie di frontiera. Pronti a collaborare sulle sfide del futuro”.
Qualche settimana dopo, il 16 dicembre, Giorgia Meloni rivelò sempre su X che la partecipazione di Musk alla manifestazione Atreju era stata “anche un’occasione per dialogare insieme sui benefici e i rischi dell’intelligenza artificiale e sulle nuove prospettive legate a Starlink, il sistema satellitare di SpaceX”. Lo stesso giorno Musk si è riunito anche con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per parlare, tra le altre cose, proprio di Internet veloce.
… E LA FIGURACCIA DEL CONSULENTE DI BUTTI
I reclami di Starlink contro Tim per la condivisione dei dati sullo spettro non piacquero a Raffaele Barberio, consigliere di Butti ed ex-direttore di Key4biz, che su LinkedIn scrisse così: “Starlink non figura neanche tra gli operatori di telecomunicazioni. Non può reclamare nulla. È solo una boutade. Se la prenderà con l’Italia, dove tutto è difficile e non si conclude granché. Il che in parte è vero, tant’é che siamo molto bravi a far scappare tutti gli investitori esteri. Compreso Musk”.
In verità – come spiegato da Startmag -, nell’elenco pubblico degli operatori di comunicazione sul sito dell’Agcom Starlink figura tra gli iscritti dal 24 settembre 2021 con attività di “Servizio di comunicazione elettronica”.