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Che cosa prevede il regolamento Agcom sul 5G (e quanti soldi incasserà lo Stato)

Agcom dà il via alle aste per l’assegnazione delle frequenze 5g. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, presieduta da Angelo Cardani, ha approvato le procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz per sistemi di comunicazioni elettroniche di quinta generazione. E’ il primo regolatore europeo a definire un regolamento in tal senso.

LE NORME DI ASSEGNAZIONE

Come stabilito nella delibera n. 231/18/CONS, l’Autorità intende confezionare “due lotti da 80 MHz e due lotti da 20 MHz all’interno della banda 3600-3800 MHz, con la previsione di un cap pari a 100 Mhz”, spiega Agcom, aggiungendo che “nei comuni più piccoli – sotto i 5000 abitanti – l’Autorità prevede, con la stessa banda, obblighi di copertura complementari a quelli previsti con i progetti BUL in corso, per evitare duplicazioni di interventi e consentire la massima copertura delle aree rurali o a bassa intensità abitativa”.

PARTERSHIP PER AREE A FALLIMENTO DI MERCATO

Proprio con l’obiettivo di coprire anche le zone più disagiate, l’Autorità propone agli operatori anche la possibilità di stipulare delle partnership.

IN ATTESA DI NEW ENTRY

E ancora. L’Agcom pensa anche alla concorrenza infrastrutturale e, al fine di incentivare nuovi operatori ad interessarsi alla questione, “ha previsto di riservare ad un nuovo entrante un lotto di gara composto da due blocchi su sei di frequenze in banda 700 MHz. Un pacchetto di frequenze di questo tipo, infatti, appare garantire ad un soggetto nuovo entrante un’idonea disponibilità di risorse spettrali nella parte più “pregiata” fra le bande radiomobili classiche in ottica 5G”.

SHARING PER LA BANDA 26 GHZ

Nella banda 26 GHz, invece, l’Autorità propone un modello innovativo di sharing, in cui “ciascun aggiudicatario di un lotto potrà usare le frequenze di tutti gli altri lotti laddove non utilizzate dagli altri aggiudicatari”.

QUANTO GUADAGNERA’ LO STATO?

Abbastanza. Dalla gara di assegnazione delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 Ghz, lo Stato si aspetta entrate pari a più di 2.5 miliardi di euro. E la metà di questi introiti dovrebbe già arrivare quest’anno.

Sulla base del regolamento adottato, infatti, nelle prossime settimane il ministero dello Sviluppo economico organizzerà una relativa gara che dovrà concludersi a settembre 2018.

NUOVE TECNOLOGIE E NUOVI SERVIZI

Grazie alle nuove gare e al rilascio di questa banda, sarà possibile l’introduzione di tecnologie innovative (Massive Mimo e beamforming) che porteranno all’introduzione (graduale, si intende) di nuovi ed importanti servizi (si pensi, per dirne alcuni, ad e-health o al monitoraggio in tempo reale delle strade con realitva comunicazione ai veicoli – connected car).

Ed in tal senso, l’Agcom non intende “dimenticare le aree turistiche, spesso trascurate per la mancanza di una popolazione residente stabile, e le principali direttrici di trasporto (autostrade, ferrovie AV, corridoi europei) e nodi connessi (stazioni, porti, aeroporti)”.

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