Skip to content

lavori sotto tensione

Cosa sono i lavori sotto tensione e dove vengono formati gli specialisti

Gli operatori sotto tensione sono gli stuntman della rete elettrica nazionale ma, contrariamente alle apparenze, la loro non è una vita spericolata perché sono formati per gestire e controllare il pericolo in sicurezza

A Viverone, nei pressi di Biella, in Piemonte, sulle sponde del lago omonimo, c’è un campo di addestramento per la formazione unico in Italia, tecnologicamente avanzato, dove i tecnici di Terna, società che gestisce la rete di trasmissione nazionale italiana (RTN) dell’elettricità in alta e altissima tensione, possono lavorare in modalità sotto tensione (LST), in piena sicurezza, in ambiente controllato e con procedure collaudate da anni di esperienza.

COSA SONO I LAVORI SOTTO TENSIONE SVOLTI DA TERNA

Gli operatori sotto tensione sono gli stuntman della rete elettrica nazionale ma, contrariamente alle apparenze, la loro non è una vita spericolata perché sono formati per gestire e controllare il pericolo in sicurezza.

Sono operatori – una squadra di 165 uomini – che svolgono la loro attività sotto tensione, vale a dire lungo i fili o sopra i grandi tralicci che trasportano l’elettricità ad alta e altissima tensione della rete nazionale di trasmissione gestita da Terna, la società guidata dall’AD e DG Giuseppina Di Foggia.

Lavorano senza interrompere il flusso, senza che vi siano interruzioni di corrente, per prevenire i guasti e assicurare la migliore qualità di erogazione del servizio. Non potrebbero farlo senza una rigorosa ed esigente attività di formazione che consente loro di muoversi con agilità e in sicurezza anche a 60 metri da terra, l’equivalente di un grattacielo di 20 piani.

Per avere un’idea del tipo di lavoro altamente specializzato si può azzardare il paragone della lampadina: qualsiasi bulbo preleva corrente a 230 V (il trasformatore la riduce poi a pochi volt necessari per il funzionamento) dalla rete di distribuzione a bassa tensione.

Nel caso della rete di Terna la tensione si muove in un range tra 132 e 380 kV, mille volte superiore. Come è noto, se si mette un dito nella presa di corrente a 230 V si rischia di morire fulminati in poco tempo, ma se si sfiora – piedi a terra – un filo ad alta tensione basterebbe qualche millesimo di secondo. Il paragone aiuta a definire il contesto nel quale questi operatori intervengono e fa capire quanta formazione ed esperienza sia necessaria per muoversi appesi a un conduttore che trasporta corrente a 380 kV, eseguire la manutenzione e poi tornare alla base in tutta sicurezza.

IL CENTRO NEL BIELLESE

Nel centro di Viverone l’addestramento avviene su un’infrastruttura che simula gli interventi che si andranno poi a eseguire concretamente. È un luogo con una lunga storia perché all’origine, ai primi del ‘900, era una centrale idroelettrica di pompaggio.

Il centro è incorniciato dalle montagne e, intorno al vecchio bacino di monte, il lago di Bertignano, c’è il campo scuola dove i futuri tecnici dei lavori sotto tensione, avvolti in tute conduttrici, rendono l’operatore un tutt’uno con l’infrastruttura elettrica, si addestrano e si arrampicano a grandi altezze sotto la guida del personale docente.

Questi ultimi, prima di poter insegnare come si eseguono i lavori sotto tensione, sono sottoposti ad un iter di certificazione delle conoscenze tecniche da trasferire che si affiancano alle necessarie competenze nel campo della formazione, con al termine un esame finale per poter essere certificati secondo la IEC/ISO 17034.

È così che si supera la paura e si acquista confidenza con un mestiere che ha alte tecnicalità e protocolli ferrei. Le tappe successive consentono di acquisire ulteriori competenze sempre più specializzate come quella di poter operare su “cestello con braccio isolante” o diventare “preposto”, una figura assimilabile a quella di capo-cantiere nell’edilizia.

Ciò che più conta è l’esperienza: non è un caso che nella squadra dei 150 operatori sotto tensione l’età vari dai 25 agli oltre 60 anni. È un punto di forza dell’attività perché si crea un mix tra la forza fisica dei più giovani e il trasferimento di conoscenza reso disponibile dai più anziani. La forza fisica serve, per esempio, a muovere aste isolanti lunghe anche 4,5 metri; l’esperienza è quella dei preposti che, da terra, osservano le operazioni e controllano l’attività di chi opera sui sostegni o lungo i conduttori dentro carrelli di alluminio che si muovono nel vuoto.

Gli operatori, quando si trovano sui sostegni, sono tutti vestiti di arancione per rendere più visibili i movimenti, mentre di rosso sono colorati gli elementi isolanti. È fondamentale, ad esempio, non avvicinare il corpo più di 2 metri da una linea a 380 kV e per questo si utilizzano aste in fibra di vetro riempite di schiuma poliuretanica, ognuna delle quali viene sottoposta a verifica annuale in laboratori certificati.

A COSA SERVONO I LAVORI SOTTO TENSIONE

I lavori sotto tensione non servono a risolvere i guasti ma a prevenirli con un’attività di manutenzione volta ad assicurare il perfetto stato della rete ed a evitare così i disservizi per gli utenti, ovvero le grandi centrali di generazione che immettono elettricità in rete, tutta la rete di distribuzione che la porta nelle case e verso le imprese, e le grandi industrie collegate direttamente in alta tensione.

Terna, infatti, ispeziona più di 3.500 tralicci l’anno sia scalando i sostegni che attraverso l’utilizzo di droni, e 2,5 volte l’intero parco di linee elettriche aeree (175.000 km) sia in elicottero che attraverso ispezioni a piedi, e poi classifica i punti critici individuati. A quel punto, se necessario, inizia l’intervento degli operatori sotto tensione.

GLI INTERVENTI IN NUMERI

Terna ha un ruolo istituzionale, di servizio pubblico, portando avanti le attività di pianificazione, sviluppo e manutenzione della rete, oltre a garantire 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, l’equilibrio tra domanda e offerta dell’elettricità attraverso l’esercizio del sistema elettrico. Tutto ciò con circa 75.000 km di linee in alta e altissima tensione, oltre 900 stazioni su tutto il territorio nazionale e 30 interconnessioni con l’estero. I 165 operatori abilitati e 50 tecnici esperti di Terna realizzano una media di 1.800 interventi l’anno su tutta la rete, con picchi anche di 3.000, con un beneficio economico annuale per il sistema Paese stimato tra i 60 e i 90 milioni di euro.

Torna su