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Arcelor Mittal

Vi dico chi vuole chiudere davvero Ilva. L’analisi di Cingolani

Ricapitoliamo la vicenda ex Ilva con le ultime novità.

ArcelorMittal prevede di lasciare Taranto il prossimo 4 dicembre e deposita un atto di citazione. La procura di Milano ha aperto un’indagine contro ignoti per capire se c’è stata volontà di danneggiare l’azienda. E i commissari nel ricorso contro il gruppo indiano capeggiato in Italia da Lucia Morselli mettono in evidenza che, essendo il sito di Taranto strategico per legge, la fermata degli impianti comporterebbe danni anche all’economia nazionale.

Cingolani, ma la siderurgia è una pratica da azzeccagarbugli? E la politica industriale la devono fare le procure?

Potrei dire che quando sento politica industriale mi viene l’orticaria perché l’industria decade e resta sempre la politica tour court. In Italia – dove la politica ha una forte capacità predatoria e uno scarso potere progettuale – si apre sempre un vuoto che viene riempito dalla magistratura. Da mani pulite in poi l’equilibrio dei poteri è saltato prima sul piano politico istituzionale poi su quello politico economico. Questa supplenza è ormai un ostacolo su tutti i fronti.

Nei primi giorni dell’annuncio di Arcelor pareva davvero che l’assenza di uno scudo penale fosse determinante per l’addio degli indiani, poi si è detto che era dovuto alla crisi mondiale dell’acciaio e alla fine dall’atto di citazione del gruppo è emerso che era colpa della magistratura. Dov’è la verità?

Non saprei qual è la verità perché qui siamo come nel film di Kurosawa, Rashomon, dove ciascuno racconta la sua versione dell’omicidio. Io credo che entrambe le cose, lo scudo e la crisi congiunturale siano vere, ma che non sono mediabili perché è venuta a mancare la fiducia.

Comunque la ristrutturazione del gruppo è indubbia. ArcelorMittal Usa ha annunciato di volere fermare uno dei tre altiforni dell’impianto di Indiana Harbor, nell’Illinois. E in Sudafrica ha annunciato l’intenzione di chiudere il suo stabilimento nella baia di Saldanha entro il primo trimestre del 2020. Insomma, forse non è solo colpa della Lezzi e della procura di Taranto se Mittal saluta l’Italia. O no?

Tutti i grandi gruppi dell’acciaio sono in fase di ridimensionamento congiunturale per eccesso di offerta e per cambiamenti strutturali. Ciò riguarda anche i gruppi italiani se uno segue le notizie e non solo quello che gli fa comodo. Mi dispiace che i giornaloni non lo facciano (tranne il Sole 24 ore). Dunque Arcelor avrebbe potuto rimanere riducendo la capacità produttiva più o meno temporaneamente come sta facendo in Francia e in Germania. Quanto alla procura di Taranto, ai Cinquestelle e a Emiliano, possono trovare un industriale in grado di subentrare alle loro condizioni? Io credo che il loro obiettivo sia chiudere l’Ilva tour court e lo stanno raggiungendo.

Ilva, Alitalia, Fca… Siamo alla tempesta perfetta della desertificazione economica e industriale per l’Italia?

Io credo che si confrontino tre idee del Paese. La prima pensa che l’Italia debba restare un paese industriale moderno dentro la cornice della Ue e vadano affrontati i problemi che impediscono di crescere in modo equilibrato e sostenibile come si dice oggi, il che non è facile, ma è fattibile. La seconda pensa che l’Italia sia stata penalizzata dalla globalizzazione e della Ue, quindi va protetta a cominciare dal suo modello basato sul piccolo è bello, il locale, il popolo delle partire Iva. La terza idea è quella della de-industrializzazione “felice” secondo la quale il futuro dell’Italia è nel turismo, nella Grande Bellezza, nei vecchietti al sole modello Florida e nei giovani che non hanno più bisogno di lavorare.

Facciamo nomi e cognomi…

La prima è rappresentata da una maggioranza silenziosa che non è maggioranza politica. La seconda dalla Lega. La terza dal M5S. Chi vincerà non lo so, ma per ora la prima idea d’Italia mi sembra in grande difficoltà.

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