In 8 ore è caduta la pioggia di un anno e Valencia questa mattina si è trovata sommersa e di fronte a danni incalcolabili, oltre che a contare morti e dispersi. A provocare questa devastazione è stata Dana, acronimo di Depresión aislada en niveles altos, un fenomeno noto in spagnolo anche con il nome “gota frìa”, ovvero “goccia fredda”.
COS’È LA DANA O GOTA FRÌA
Una Dana, ha spiegato Rubén del Campo, portavoce dell’Agenzia meteorologica statale (Aemet), è “un sistema di bassa pressione che si manifesta principalmente negli strati medi e superiori della troposfera. Per capire la sua formazione, bisogna guardare alla corrente a getto polare. Si tratta di una corrente di vento molto intensa nei livelli superiori della troposfera che circola da ovest a est e separa l’aria fredda polare (situata a nord di questa corrente) dall’aria calda tropicale (a sud della corrente)”.
Spesso, afferma l’esperto, “il getto polare ondeggia, come i meandri di un fiume, e l’ondulazione è a volte così intensa che l’onda stessa viene strangolata e staccata dal getto polare: in quel momento c’è una sorta di grande sacca di aria fredda circondata da aria più calda e si forma una Dana”.
COME SI FORMA
Il fenomeno quindi si forma quando un’area di aria fredda circondata da aria più calda si stacca dalla corrente a getto. Questi fenomeni, scrive l’edizione spagnola di National Geographic, “non si muovono sempre verso est come una normale burrasca, ma possono rimanere quasi fermi per diversi giorni o addirittura muoversi in direzione opposta al flusso”.
Anche il termine “gota frìa”, in quanto sinonimo, secondo il dizionario accademico si riferisce a una “massa d’aria che si stacca da un flusso molto freddo e scende su un flusso d’aria calda producendo grandi perturbazioni atmosferiche”.
I nubifragi della notte e delle ultime ore in Spagna, scrive Adnkronos che cita Aemet, “sono il risultato di un fenomeno che ha iniziato a formarsi giorni fa e che è stato condizionato anche dalla morfologia del territorio dell’entroterra valenciano. I rilievi, infatti, hanno favorito l’ascesa dell’aria umida che è stata spinta a incontrare la massa d’aria fredda. Ecco perché la pioggia si è abbattuta violentissima sulle zone interne e non ha invece colpito il litorale con la stessa intensità”.
NON UN FENOMENO NUOVO MA SICURAMENTE MOLTO PIÙ VIOLENTO
La Spagna non è nuova a questo fenomeno. Era successo nel novembre 2021 e nell’agosto 2023 ma secondo l’Aemet, riferisce Quotidiano.net, le attuali condizioni climatiche del Paese “sono paragonabili solo ad altre due occasioni: la ‘Pantanada de Tous’ del 1982, durante la quale furono allagati interi paesi per il crollo del bacino idrico di Tous e per la rottura dell’argine dello Júcar, e l’alluvione del 1987, quando è stato raggiunto il record spagnolo di pioggia in 24 ore, con 817 l/m²”.
Lo conferma anche Antonello Pasini, fisico del clima del Cnr, che in un’intervista all’Ansa ha definito il fenomeno “non rarissimo” ma che “con il riscaldamento globale diventa più intenso”.
“I colleghi climatologi spagnoli – riferisce l’esperto – mi dicono che fenomeni meteo come quelli di Valencia ci sono già stati, ma una violenza simile non si era mai vista in cent’anni. Noi ricercatori non sappiamo ancora se a causa del riscaldamento globale gli eventi meteo estremi sono diventati più frequenti, ma siamo sicuri che sono diventati più violenti”.
PERCHÉ TANTA VIOLENZA E IMPREVEDIBILITÀ
Per Roberto Brasero, “uno dei più rinomati meteorologi spagnoli” secondo El Confidencial, ciò che ha reso questa Dana particolarmente distruttiva “è stata la persistenza per più di 12 ore di un sistema temporalesco nella stessa zona, con scariche torrenziali, a superare le aspettative iniziali”.
La giornata infatti era iniziata con avvisi meteo che non prevedevano una simile intensità. Sebbene, infatti, le previsioni fossero basate sulle migliori informazioni disponibili, l’esperto ha spiegato che questo tipo di fenomeno meteorologico “può cambiare improvvisamente, superando anche le previsioni più caute”.
Brasero infine ha sottolineato che il cambiamento climatico è una delle cause principali degli effetti catastrofici delle tempeste e che, con il passare del tempo, questi fenomeni diventeranno più intensi, violenti e frequenti.