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TikTok inquina più di tutta la Grecia

Instagram ha quasi il doppio degli utenti di TikTok, eppure la piattaforma di video brevi, utilizzata da un miliardo di persone, con la sua capacità di assuefazione, riesce a tenerli incollati talmente a lungo che produce più inquinamento di qualsiasi altro social. Fatti, numeri e commenti

 

I giovani e giovanissimi si mostrano molto sensibili alle questioni ambientali ma forse non sanno che il tempo trascorso sul loro amato TikTok ha un impatto ambientale elevatissimo. Secondo uno studio realizzato da Greenly, una società francese di consulenza che si occupa di contabilizzazione del carbonio, la piattaforma cinese infatti inquina più di tutti i suoi rivali.

QUANTO INQUINA TIKTOK

Greenly, i cui dati sono stati condivisi dal Guardian, stima che l’impronta di carbonio annuale di TikTok “è probabilmente più grande di quella della Grecia, con un utente medio che genera gas serra equivalenti a percorrere ogni anno 123 miglia in più con un’auto a benzina”.

Considerando che le emissioni di TikTok nel 2023 negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Francia ammontavano a circa 7,6 milioni di tonnellate metriche di anidride carbonica equivalente (CO2e) e che questi tre Paesi rappresentano poco meno del 15% della base di utenti globale di TikTok, lo studio ritiene che l’impronta di carbonio complessiva della piattaforma si aggira probabilmente intorno a 50 milioni di tonnellate metriche di CO2e. E poiché questi calcoli sui centri dati non includono altre fonti minori di emissioni di TikTok, come quelle associate agli uffici e al pendolarismo dei dipendenti, è probabile che si tratti di una sottostima.

Per fare un confronto, il Guardian scrive che “le emissioni annuali di carbonio della Grecia per il 2023 erano di 51,67 milioni di tonnellate metriche di CO2e”.

PIÙ INQUINANTE DI INSTAGRAM&CO.

Una simile stima si potrebbe attribuire all’elevato numero di utenti che ogni giorno utilizzano l’app ma – per quanto questi siano 1 miliardo in tutto il mondo – Instagram ne ha quasi il doppio e nella classifica di Greenly sull’impatto ambientale è poco sotto TikTok.

Come si spiega? “Il motivo – si legge sul Guardian – risiede nella straordinaria capacità di assuefazione di TikTok. L’utente medio di Instagram trascorre 30,6 minuti al giorno sull’app. Nel frattempo, l’utente medio di TikTok passa 45,5 minuti a scrollare”.

Lo studio afferma poi che gli utenti di TikTok hanno anche “le seconde più alte emissioni per minuto di utilizzo sui social media, subito dopo YouTube. Un minuto su TikTok brucia in media 2,921 grammi di CO2e, mentre un minuto su YouTube ne brucia 2,923 grammi. Un minuto su Instagram brucia 2,912 grammi”.

Sempre secondo Greenly, un utente medio di TikTok brucia 48,49 kg di CO2e in un anno, seguito da YouTube, con un utente medio che brucia 40,17 kg di CO2e e infine Instagram, i cui utenti bruciano solo 32,52 kg di CO2e.

OMISSIONI E BUGIE DELLE 5 BIG TECH

TikTok non brilla certo per trasparenza, visto che non rende pubblicamente disponibili i dati ufficiali sulle sue emissioni, ma anche altre piattaforme di social media, nonostante i proclami sui propri impegni ambientali, secondo il Guardian non sono del tutto oneste. In un’indagine ha infatti dimostrato che 4 delle 5 aziende tecnologiche più importanti – Google, Microsoft, Meta e Apple – utilizzavano i cosiddetti certificati di energia rinnovabile (Rec), “simili a compensazioni per sottostimare i dati sulle emissioni di circa il 662%”.

Amazon, l’azienda tra queste con un maggior impatto, è stata invece esclusa dal calcolo “perché il suo diverso modello di business rende difficile isolare i dati relativi alle emissioni specifiche dei data center”.

IL DESTINO DI TIKTOK NELLE MANI DI TRUMP

Mentre Mark Zuckerberg (Facebook, Instagram, Whatsapp) e Jeff Bezos (Amazon) cercano di ingraziarsi il presidente eletto Donald Trump – ed Elon Musk (X) ha già dato -, il futuro di TikTok negli Stati Uniti è ancora incerto. Secondo infatti la sentenza di una corte d’appello statunitense, ByteDance, casa madre dell’app, per continuare a esistere negli Usa dovrebbe vendere la piattaforma a un’entità non cinese entro il 19 gennaio 2025.

L’azienda però starebbe cercando di ritardare questa operazione fino all’insediamento di Trump che ultimamente si è mostrato più conciliante, nonostante abbia firmato un ordine per vietarla durante il suo primo mandato.

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