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Cipro

Gas, ecco come Stati Uniti e Israele difendono Cipro e bacchettano la Turchia

L'articolo di Giusy Caretto

Stati Uniti alleati di Cipro nella guerra energetica contro la Turchia: l’assistente segretario di Stato americano per gli affari eurasiatici, Wess Mitchell, secondo il quotidiano greco Kathimerini, ha chiesto ad Ankara di non ostacolare le trivellazioni per il gas nella zona economica esclusiva di Cipro (ZEE).

Per capire cosa chiede Washington e le ostilità turche bisogna fare un passo indietro, e tornare al blocco di Saipem 12000 nelle acque del Mar Mediterraneo orientale da parte della marina turca.

IL BLOCCO DELLA NAVE SAIPEM

Non tutto parte da qui, a dire il vero, ma questo è l’atto più significativo della guerra del gas che si è scatenata tra Cipro e Turchia. La Turchia occupa militarmente la zona nord di Cipro dal 1974.

Secondo Erdogan, qualsiasi nuovo giacimento scoperto nelle acque di Cipro andrebbe condiviso con il governo filo-turco. E con questa scusa che venerdì 9 febbraio 2018 la nave Saipem 12000 noleggiata dall’Eni è stata bloccata nel Mar Mediterraneo orientale dalla marina militare della Turchia: la nave si accingeva ad effettuare delle perforazioni all’interno del Blocco 3 della Zona Economica Esclusiva di Cipro.

Dopo numerosi giorni di blocco, la Saipem 12000 è partita dall’area dove era rimasta ferma e ha cambiato rotta, dirigendosi verso il Marocco, per occuparsi di attività offshore nel paese.

LE PAURE DELLA TURCHIA

Le mosse di Ankara trovano giustificazione nella sola volontà della Turchia di rimanere hub importante per il gas dell’intero Mediterraneo Sud-Orientale.

Tale volontà è testimoniata anche dall’avvio di diverse esplorazioni: dal 2000, la Turkish Petroleum Corporation (TPAO) esplora attivamente i giacimenti di petrolio e gas nel Mar Nero e nel Mediterraneo e insieme alle imprese occidentali ha investito diversi miliardi di dollari in indagini esplorative, acquistando e costruendo navi per i rilevamenti sismici. Fino ad oggi non ha trovato nulla e dipende ancora per il 99% dalle importazioni estere di gas.

ESPLORAZIONI NELLE ACQUE DI CIPRO

Da quel 9 febbraio poco è cambiato. Anzi, a dire il vero la Turchia sembra essere tornata all’attacco e avrebbe intenzione di perforare a ovest dell’isola i Cipro, nonostante le proteste della Repubblica di Cipro (che non riconosce).

Alcune delle aree citate rientrano nella zona economica esclusiva rivendicata da Nicosia.

L’OSTACOLO USA

L’idea, però, non piace all’America, che insieme ad Israele, ha preso le parti di Cipro. “Il nostro rapporto con la Turchia è sia difficile che critico. La Turchia svolge un ruolo chiave nelle nostre operazioni contro Iside in Medio Oriente. La Turchia è il nostro alleato Nato”, ha detto Wess Mitchell, che però ha sottolineato anche come “il resto del mondo abbia una visione molto chiara e diretta sulla zona economica esclusiva di Cipro, che è fondata sul diritto internazionale”.

Cipro ha il diritto di sviluppare le sue risorse: “La nostra linea è stata coerente. Cipro è un paese sovrano e proprio come qualsiasi altro paese sovrano ha risorse e può sviluppare tali risorse “, ha detto il rappresentante dell’amministrazione americana. “Grecia, Cipro e Israele sono Paesi molto importanti per gli Stati Uniti perché sono alleati stabili, democratici e occidentali in una regione in cui non si trovano molti partner stabili e democratici”.

L’APPOGGIO DI ISRAELE (A CIPRO)

Anche Israele sostiene Cipro, in funzione anti-turca. Proprio le mosse di Ankara avrebbero favorito i legami tra Israele, Grecia e Cipro: “i tre Paesi hanno deciso di impegnarsi nella promozione degli obiettivi di stabilità, sicurezza e prosperità”, ha detto all’agenzia di stampa di Cipro l’ambasciatore israeliano a Cipro, Shmuel Revel.

Un summit trilaterale è previsto per giovedì 20 dicembre a Beersheba: qui, con molta probabilità, si parlerà anche di EastMed il gasdotto che “rappresenta un’opzione praticabile e strategica di interesse comune per i nostri paesi”, come riferito da Revel.

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