I criteri ESG, acronimo di Environment, Social and Governance, servono alle aziende europee per intraprendere il percorso della decarbonizzazione e valutare i futuri investimenti. Ma la situazione attuale vede il mondo imprenditoriale ancora con parecchi passi da compiere.
Ecco perché.
SUI CRITERI ESG LE AZIENDE SONO ANCORA INDIETRO?
In media, le imprese che puntano sulla sostenibilità, ambientale e sociale, tendono ad avere performance migliori e ad essere più competitive rispetto alla concorrenza. Infatti, risultano meglio preparate a fronteggiare gli shock derivanti dalle crisi. Gli investitori ne sono consapevoli e selezionano portafogli con imprese che dimostrano di rispettare i criteri ESG. Maggiore competitività significa minori commissioni per gli investitori. Un vantaggio che li spinge a decidere di continuare a spendere in fondi e attività che si ispirano a princìpi di sostenibilità, secondo i dati di Morningstar, rispettando le aspirazioni dei più giovani sul medio-lungo termine in parallelo con la transizione green.
E’ quanto emerge dal paper “ESG – Valore condiviso” realizzato da Start Magazine e che verrà presentato mercoledì 11 ottobre, a Roma, dalle ore 10.30 presso la sede del quotidiano in via Po 16/B. L’iniziativa è in collaborazione con ICINN – Istituto per la Cultura dell’Innovazione, IGT e INWIT.
QUALI SONO I FONDI GREEN
La classificazione del Sustainable Finance Disclosure Regulation dell’Ue individua tre categorie di fondi, si legge dal paper. I cosiddetti “articolo 9”, i più green, che negli ultimi tre mesi del 2022 hanno calamitato la maggiore parte delle risorse. Esistono poi i light green (articolo 8 del Regolamento), che hanno visto un calo. Peggio ancora i fondi che rientrano nell’articolo 6, che non prevedono obiettivi sostenibili.
Nell’ultimo anno l’89% degli investimenti è confluito nei fondi sostenibili europei, un trend che compare anche in Nord America. Una scelta di prospettiva. L’indice iShares ESG AWA- RE MSCI degli Stati Uniti, uno dei maggiori fondi di questo tipo, mostra infatti un calo del 18% rispetto al 2022.
I GIOVANI TALENTI: ECCO LA STRADA PER LE AZIENDE SUGLI ESG
I giovani in particolare comprendono che investire in sostenibilità può portare grandi vantaggi nel medio-lungo termine, parallelamente con l’avanzare della transizione green – specifica il paper “ESG – Valore condiviso” -.
Molte aziende stanno introducendo modelli di governance trasparenti, rendicontando gli impatti ambientali e fornendo informazioni dettagliate sulle attività che rispecchiano gli ESG. Un circolo virtuoso che porta benefici alle comunità locali e alle attività del territorio.
IL PROGRAMMA E GLI OSPITI
Alessio Butti (Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri); Benedetto Mineo (Segretario Generale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy); Stefano Saracchi (Direttore Centrale Organizzazione e Digital Transformation, Agenzia Dogane e Monopoli); G.B. Zorzoli (Presidente Onorario Coordinamento FREE); Fausta Bergamotto (Sottosegretario Ministero delle Imprese e del Made in Italy); Sen. Adriano Paroli (Senato della Repubblica); Sen. Silvia Fregolent (Senato della Repubblica); On. Ettore Rosato (Camera dei Deputati); On. Giulio Centemero (Camera dei Deputati); Giuliano Frosini (Senior Vice President Italy, Public Affairs, Media & External Relations IGT); Michelangelo Suigo (External Relations, Communication & Sustainability Director INWIT).
Modera: Valerio Giardinelli – Start Magazine