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Bruxelles raffredda le voglie green di Conte?

Che cosa succede tra Roma e Bruxelles sui piani green dell'Italia. L'articolo di Nunzio Ingiusto

Una mossa. Uno scatto deciso, di quelli che il Conte bis forse non riuscirà a fare. Le speranze di fare dell’Italia un paese europeo ad economia sostenibile escono ammaccate dalle ultime analisi della Commissione europea. Lo studio “2020 European semester: country Reports”, presentato a Bruxelles, traccia le linee del prossimo semestre europeo e studia da vicino anche i singoli Paesi. La parte green è prevalente e ricorrente nel documento, ma  tecnocrati (così antipatici sia a Renzi quando era premier sia a Salvini) hanno analizzato le sfide economiche che i singoli governi devono affrontare nei prossimi anni.

Come può un Paese con gravi squilibri strutturali pensare di vincere su energia rinnovabile, ambiente, mobilità, rifiuti, smart city? Italia, Grecia e Cipro hanno squilibri strutturali ed economici “eccessivi”, dice il report. La Bulgaria non ne ha. Germania, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Francia, Croazia, Portogallo, Romania e Svezia, ne hanno , ma non sono eccessivi.

L’ottimismo di Conte e dei ministri italiani per la svolta green entro il 2030 è, dunque, seriamente offuscato da quell’“eccessivi”. Cari italiani, se non mettete a posto i conti, non fate riforme ed investimenti, la sostenibilità diventa una chimera. Questo brutalmente il messaggio spedito a Roma. E il tempo a disposizione non è molto. Anzi, si riduce ancora di più se alla guida del Paese c’è chi blocca inceneritori, gasdotti, trivellazioni ed esplorazioni scambiando transizione ambientale con miracolo.

Il trend europeo rispetto ai 17 obiettivi Onu del climate change sono mediamente buoni, ma il cammino non può procedere sulle gambe di Paesi lenti e per giunta litigiosi. Il semestre darà l’avvio a un monitoraggio periodico su quello che tutti insieme i Paesi Ue si sono impegnati a fare.

Dal punto di vista del metodo, i governi avranno sostegno dalla Commissione per portare a termine oltre 240 progetti di riforma.

Sostenibilità ambientale, competitività, aumento della produttività e maggiore giustizia sociale sono i capisaldi, ribaditi a Bruxelles, di un passaggio epocale, paragonabile a quello dell’introduzione dell’euro. Muoviamo i primi passi nel cammino che porterà la sostenibilità al centro della politica e dell’azione economica dell’Ue”, ha detto Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia.

Il punto è che l’ottimismo diffuso dal governo italiano non è reale. Le analisi della Commissione sono severe, ma bisogna riconoscerne la fondatezza. Mettono in relazione le ambizioni di un Paese con lo stato reale della sua economia che nel 2020 crescerà dello 0,3%. Cifre che non consentono di andare molto lontano. A meno di una mossa.

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