L’attuale scenario energetico italiano evidenzia la necessità di soluzioni innovative per contenere i costi dell’energia, ridurre l’impatto ambientale e migliorare l’efficienza dei consumi. Questo obiettivo riguarda sia i piccoli consumatori che le aziende di piccole e grandi dimensioni.
Negli ultimi due anni, anche grazie al sostegno del Mase, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e i sistemi di Autoconsumo Collettivo si stanno sempre più imponendo come strumenti chiave per facilitare e accelerare la produzione, lo stoccaggio e la distribuzione di energia proveniente da fonti rinnovabili, con impatti importanti sulla tutela dell’ambiente.
Ma se fino a questo momento i due modelli sembravano destinati solo a un’utenza prosumer di piccole dimensioni, oggi è possibile aprire nuovi scenari di utilizzo delle Comunità energetiche e dei sistemi di Autoconsumo collettivo, per far comprendere come l’adozione di questi modelli, sostenuti dagli incentivi del Gse, può portare significativi vantaggi economici e ambientali anche per le industries, promuovendo un utilizzo più sostenibile dell’energia.
Le aziende Utilities sono le prime a poter essere interessate dal processo di diffusione di “Comunità” intese come aggregazioni di utenti che producono energia elettrica da fonti rinnovabili, così come dai benefici di risparmio economico e di sostenibilità previsti.
Il Gestore dei Servizi Energetici ha poi stabilito che le piccole e medie imprese possono far parte attiva di una CER con il solo vincolo di potenza per impianto limitato al massimo a 1MWh.
Ma non è tutto. Spesso le grandi aziende di quasi tutte le industries, per loro natura e dimensioni, sono ad elevata intensità d’uso energetico. Tra i settori più energivori c’è il manifatturiero, responsabile per quasi il 40% dei consumi elettrici nazionali. Nel settore chimico l’elettricità rappresenta circa il 35% dei consumi energetici. Come è ormai noto, anche i data center incidono pesantemente sui consumi energetici: oggi consumano circa 200 terawattora (TWh) di energia all’anno e si prevede che il loro consumo di elettricità aumenterà di circa quindici volte entro il 2030, fino a raggiungere l’8% della domanda complessiva di elettricità.
Per contenere i costi derivanti da consumi così importanti, queste industries possono entrare a far parte di un gruppo di autoconsumatori rinnovabili: si tratta di soggetti in possesso di un impianto di produzione da fonti rinnovabili e che producono energia per soddisfare i propri consumi, condividendo poi quella in eccesso con il resto della comunità.
Grazie a questo modello, realtà energivore hanno la possibilità di diventare dei facilitatori nella creazione di una Comunità Energetica, promuovendo la collaborazione tra le parti interessate senza esserne un membro attivo. Oppure possono rendere disponibili le proprie infrastrutture per le Fonti Energetiche Rinnovabili ai membri della Comunità Energetica, così come possono condividere l’utilizzo di terreni di proprietà o di tetti degli edifici di proprietà per la costruzione di impianti di produzione energetica utilizzabili dalla Comunità.
Ma oltre a mettere in condivisione i propri asset, le aziende possono diventare Gestori della Comunità attraverso la costituzione di una Energy Service Company (ESCo) o selezionando una ESCo esistente che ne curi la realizzazione e la gestione dell’impianto.
Questo tipo di company, anche attraverso le opportunità offerte dal digitale e a soluzioni IT avanzate, svolgono un ruolo determinante nell’implementazione delle Comunità energetiche o di sistemi di Autoconsumo Collettivo, perché possono fornire competenze tecniche e strumenti per ottimizzare la produzione, la distribuzione e la gestione dell’energia.
In particolare, le nuove tecnologie, integrando l’Intelligenza Artificiale con, ad esempio, Cloud, IoT, Digital Twin, abilitano una gestione intelligente dei flussi energetici, tramite dashboard avanzate, algoritmi di machine learning e sistemi di monitoraggio in tempo reale e modelli predittivi.
L’adozione di piattaforme digitali per la gestione delle Comunità energetiche permette inoltre di ottimizzare la partecipazione delle aziende energivore, garantendo equità nella distribuzione dell’energia e massimizzando i benefici economici.
Le aziende con un elevato consumo di energia possono quindi ottenere vantaggi significativi aderendo alle Comunità Energetiche Rinnovabili o ai sistemi di Autoconsumo Collettivo. Oltre a beneficiare di tariffe incentivanti per le configurazioni di autoconsumo diffuso, questi soggetti hanno la possibilità di ridurre significativamente i costi energetici (grazie all’autoproduzione e condivisione dell’energia, che mitigano la dipendenza dal mercato elettrico e dai suoi rincari), migliorare la sostenibilità ambientale, ottimizzare la propria resilienza energetica, dal momento che l’integrazione tra i diversi modelli di autoproduzione garantisce una maggiore autonomia e sicurezza nell’approvvigionamento
Con il supporto di politiche adeguate e tecnologie innovative, in Italia il futuro delle Comunità energetiche e dei sistemi di Autoconsumo Collettivo potrebbe tradursi in una rete energetica più resiliente, efficiente ed economicamente vantaggiosa per tutti gli attori coinvolti.