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Cosa farà Eni con la fusione nucleare nel Regno Unito

Eni ha firmato un accordo di collaborazione sulla fusione nucleare con l'autorità britannica per l'energia atomica che porterà alla costruzione del più grande impianto al mondo per la gestione del combustibile. Tutti i dettagli.

Eni ha firmato oggi un accordo di collaborazione sulla fusione nucleare con l’Autorità per l’energia atomica del Regno Unito che porterà alla costruzione di un impianto per la gestione del ciclo del trizio, un combustibile. Lo stabilimento si chiama Ukaea-Eni H3at e sarà localizzato nella sede dell’Autorità a Culham; una volta completato, nel 2028, sarà – così si legge nel comunicato stampa – il “più grande e avanzato al mondo”.

COS’È LA FUSIONE NUCLEARE

La fusione nucleare è un procedimento per la produzione di energia pulita diverso dalla fissione e molto promettente, anche se lontano dall’industrializzazione. A differenza della fissione, la fusione non genera energia dalla divisione di atomi pesanti bensì dall’unione di atomi leggeri; non rilascia emissioni di gas serra, non produce rifiuti ad alta radioattività ed è considerata inesauribile o quasi per via della facilità di accesso al trizio e al deuterio, i due isotopi dell’idrogeno utilizzati come combustibile.

COSA FA ENI NEGLI STATI UNITI

La maggior parte degli investimenti nella fusione si concentrano negli Stati Uniti, dove sono attive numerose aziende come Commonwealth Fusion Systems. La startup – di cui Eni è azionista strategica – promette di avviare una centrale di tipo commerciale già negli anni 2030.

IL PROGETTO H3AT

La collaborazione al progetto H3at mette insieme l’esperienza dell’Autorità britannica nella ricerca e sviluppo sulla fusione con le capacità industriali e ingegneristiche di Eni.

“Il recupero e riutilizzo del trizio giocherà un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento e generazione del combustibile nelle future centrali elettriche a fusione, e sarà determinante nel rendere la tecnologia sempre più efficiente”, ha dichiarato la società guidata da Claudio Descalzi.

Secondo il ministro britannico del Clima, Kerry McCarthy, l’impianto “posizionerà il Regno Unito come leader nello sviluppo delle tecnologie per il combustibile da fusione”.

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