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Non solo Enilive, tutte le mosse italiane del fondo americano Kkr

Dopo l'investimento in FiberCop, Kkr aumenta al 30% la partecipazione in Enilive (gruppo Eni). Il fondo è vicino al governo, ma critica i satelliti di Starlink per la connettività a Internet. Tutti i dettagli.

La compagnia energetica Eni ha firmato oggi un accordo di compravendita di azioni con il fondo di investimento statunitense Kohlberg Kravis Roberts (abbreviato in Kkr), che aumenterà così la sua partecipazione in Enilive, la società del Cane a sei zampe dedicata alla bioraffinazione e ai servizi di mobilità.

La valutazione di Enilive ammonta a 11,7 miliardi di euro.

TUTTI I NUMERI DI KKR IN ENILIVE

Kkr acquisterà da Eni azioni di Enilive pari al 5 per cento del capitale di questa società, attraverso un investimento di 587,5 milioni di euro. A seguito dell’operazione, il fondo avrà una quota del 30 per cento del capitale sociale di Enilive, il cui controllo rimarrà però nelle mani di Eni.

L’investimento di Kkr – si legge nel comunicato – è “supportato dall’ingresso di co-investitori di primario standing internazionale inclusi, tra gli altri, importanti fondi pensione internazionali”.

I PRECEDENTI

L’operazione comunicata oggi è in linea con l’accordo siglato lo scorso ottobre sull’aumento al 25 per cento della partecipazione di Kkr in Enilive: l’operazione sarà perfezionata il mese prossimo.

L’operazione, inoltre, rientra nel cosiddetto “modello satellitare” di Eni, cioè quella strategia basata sullo scorporo delle varie divisioni e la loro quotazione in collaborazione con investitori esterni: è stato questo, ad esempio, l’approccio seguito con Plenitude, la controllata dedicata alla vendita di gas ed elettricità.

NON SOLO ENILIVE: KKR È PRESENTE IN FIBERCOP

Lo scorso luglio Kkr ha perfezionato l’acquisizione di NetCo, la società nella quale è stata fatta confluire la rete di telecomunicazioni di Tim, attraverso il conferimento in FiberCop.

“La compagine azionaria di FiberCop”, si legge sul sito, “vede il 37,8% in capo al fondo infrastrutturale USA Kkr, il 17,5% al fondo pensione canadese Canada Cppib, il 17,5% al fondo sovrano di Abu Dhabi, Adia, il 16% al Ministero dell’Economia e Finanze (Mef) e l’11,2% al fondo infrastrutturale italiano F2i”.

Kkr ha investito anche in Cmc, azienda umbra di macchinari di automazione, ed è presente indirettamente (tramite Vantage Towers) in Inwit, il principale operatore italiano delle torri per le telecomunicazioni.

KKR CRITICA STARLINK DI MUSK

Kkr è dunque partner del governo in FiberCop e in Eni (di cui il ministero dell’Economia possiede il 30,5 per cento, tra partecipazione diretta e indiretta con Cassa depositi e prestiti). Ma ha criticato una società a cui il governo, e più precisamente la presidente del Consiglio, è piuttosto legata: ovvero SpaceX, l’azienda aerospaziale di Elon Musk che possiede la costellazione satellitare Starlink.

A ottobre il sottosegretario con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti (Fratelli d’Italia) aveva dichiarato che l’esecutivo stava valutando l’utilizzo di Starlink per la fornitura di Internet nelle aree a fallimento di mercato, in modo da rimediare al ritardo dei progetti del Pnrr sulla banda ultralarga.

In una recente analisi sullo scenario delle telecomunicazioni in Italia, però, Kkr ha scritto che “la connessione Internet più veloce e affidabile è tramite cavo in fibra ottica, che sposta i dati alla velocità della luce attraverso una linea unica e dedicata a ciascun cliente”. E ancora: “pensiamo che il potenziale di crescita a lungo termine per la fibra sia significativo, dati i limiti tecnologici di tutte le altre tecnologie fisse e mobili”, inclusi i satelliti, giudicati meno affidabili e dalle capacità inferiori.

CHI SONO GLI ITALIANI IN KKR

Tra i principali dirigenti italiani di Kkr c’è Mattia Caprioli: è entrato nel fondo nel 2001 e oggi ricopre la carica di partner e Co-Head of European Private Equity. Laureato alla Bocconi, prima di entrare nel fondo americano si è occupato di fusioni e acquisizioni presso Goldman Sachs a Londra. Per Kkr, invece, ha contribuito (così si legge nella sua scheda ufficiale) agli investimenti in Sector Alarm, Walgreens Boots Alliance, Galenica, Avincis Mission-Critical Services, RigNet, PortAventura, United Group, Travelopia, A-Gas, Citation, ERM e GeneraLife.

Italiano è anche Alberto Signori, partner del team Infrastrutture, specializzato in investimenti in Europa, Medioriente e Africa. In precedenza ha lavorato per la società di investimento M&G, gestendo acquisizioni nei settori delle telecomunicazioni, dell’energia, dei trasporti e dei servizi di pubblica utilità. Laureato, come Caprioli, alla Bocconi, Signori ha lavorato anche per Ubs e Commerzbank, occupandosi di fusioni e acquisizioni.

Diego Piacentini, advisor di Kkr dal 2019, si occupa degli investimenti in tecnologie, media e telecomunicazioni. Ha lavorato per sedici anni (2000-2016) presso Amazon come vicepresidente senior della divisione International Consumer Business; e per dodici anni (1987-1999) presso Apple come VP Sales and GM Europe. Dal 2016 al 2018 è stato a Palazzo Chigi Commissario straordinario per l’Agenda digitale, nominato dall’allora presidente del Consiglio Matteo Renzi.

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