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Enel, tutte le ultime mosse di Cattaneo in Italia e all’estero

Enel prosegue con la cessione di asset in Cile e negli Stati Uniti: tutte operazioni "in linea con le priorità strategiche", specifica. Il nuovo ad, Cattaneo, assicura che la società rimarrà internazionale, ma darà più attenzioni all'Italia. Il rigassificatore di Porto Empedocle si farà?

Enel ha annunciato oggi il perfezionamento della vendita a Sonnedix della sua partecipazione azionaria in Arcadia, un’azienda cilena di energia solare proprietaria di quattro impianti fotovoltaici in Cile da 416 megawatt di capacità. L’operazione era stata anticipata a luglio e si stima che genererà un impatto positivo sull’indebitamento netto di Enel per 525 milioni di euro.

LA PRIORITÀ DI ENEL: RIDURRE IL DEBITO

La società ha spiegato che la vendita è “in linea con le priorità strategiche del gruppo”. L’obiettivo principale di Enel, in questo momento, è infatti la riduzione del proprio debito dopo un periodo di numerose acquisizioni di capacità rinnovabile: un obiettivo che la nuova amministrazione di Flavio Cattaneo sta portando avanti con particolare decisione.

Per la fine del 2023 Enel conta di arrivare a un indebitamento finanziario netto di 51-52 miliardi di euro; nel primo semestre dell’anno, tuttavia, il debito è cresciuto a 62,1 miliardi a causa del pagamento dei dividendi e degli investimenti effettuati.

LA CESSIONE IN GRECIA

Entro l’ultima porzione del 2023 verrà inoltre perfezionata l’operazione di cessione del 50 per cento della controllata greca Enel Green Power Hellas alla società finanziaria australiana Macquarie Asset Management per 345 milioni di euro, che contribuirà al processo di riduzione del debito.

LE CESSIONI NEGLI STATI UNITI

Nei giorni scorsi Enel ha poi raggiunto un accordo con l’azienda americana Ormat Technologies per la vendita di un portafoglio di impianti geotermici e solari negli Stati Uniti da 150 MW: un’operazione dal valore di 255 milioni di euro.

Anche in questo caso, Enel ha sottolineato che si tratta di una mossa in linea con le sue priorità strategiche, precisando però anche che “non modifica il profilo del Gruppo Enel negli Stati Uniti in termini di capacità consolidata rinnovabile”.

Tutte queste sottolineature sono probabilmente dovute al fatto che sia gli Stati Uniti – dove peraltro sta costruendo una grossa fabbrica di dispositivi fotovoltaici – sia il Cile rientrano nei sei mercati core, cioè cruciali, identificati in precedenza da Enel assieme a Italia, Spagna, Brasile e Colombia.

ENEL PRONTA A INVESTIRE NEL RIGASSIFICATORE DI PORTO EMPEDOCLE

Un mese fa la Regione Siciliana ha prorogato la scadenza per la fine dei lavori al progetto di rigassificatore di Porto Empedocle, vicino Agrigento, che Enel ha in programma da quasi vent’anni e che oggi ha acquisito una maggiore rilevanza visto il distacco energetico dalla Russia e il maggiore affidamento alle forniture di gas liquefatto.

La richiesta di proroga era stata presentata dalla precedente amministrazione di Francesco Starace, al quale è subentrato lo scorso maggio Flavio Cattaneo.

Il 18 settembre Cattaneo si è riunito con il presidente siciliano Renato Schifani, il quale ha dichiarato che il terminale di Porto Empedocle “darà un importante contributo per diversificare gli approvvigionamenti energetici e costituire un’opportunità di sviluppo per il Mezzogiorno, sia con la creazione di un hub energetico nel Mediterraneo sia in termini di ricadute occupazionali e di sviluppo e riqualificazione del territorio”. Il rigassificatore sarà in grado di trattare circa 8 miliardi di metri cubi di GNL all’anno.

Il progetto richiederà una spesa di 1,5 miliardi di euro. Trattandosi di una somma notevole, il governo potrebbe sostenere l’investimento di Enel classificando l’opera come di interesse strategico. Nonostante l’appoggio delle autorità regionali, comunque, il rigassificatore di Porto Empedocle è contestato da molti cittadini e attivisti ambientali.

IL NUOVO PIANO INDUSTRIALE DI ENEL, SECONDO CATTANEO

Qualche settimana fa, durante il suo intervento all’evento ComoLake2023 di Cernobbio, Cattaneo ha anticipato che il nuovo piano industriale di Enel verrà presentato la settimana del 20 novembre. Ha inoltre specificato – forse per rassicurare alcuni investitori spaventati da una possibile chiusura sull’Italia – che la società “rimarrà un gruppo internazionale, non potrebbe essere altrimenti, anche perché all’estero sono stati fatti investimenti ingenti. Solo in Brasile abbiamo investito 13 miliardi, che è un’enormità”.

In passato Cattaneo aveva criticato gli investimenti di Enel negli Stati Uniti. “È un approccio che non condivido”, aveva dichiarato al Foglio, perché “se si vuole salvaguardare l’interesse nazionale, si dovrebbe produrre in Italia e non altrove”.

Al ComoLake2023 Cattaneo ha detto che “cercheremo di essere presenti laddove riusciamo a essere integrati, dove andiamo dalla generazione, alla distribuzione, al mercato”. Però “non tutti gli investimenti, come tutte le ciambelle, sono riusciti con il buco. In qualche paese [vedi l’Argentina, ndr] era già stato deciso di uscire. Noi siamo presenti in trentacinque paesi e in alcuni possiamo cercare di ridurre per concentrarci sui paesi core dove siamo integrati”.

Quanto all’Italia, l’amministratore delegato del gruppo romano ha detto che “rappresenta ancora oggi il 50 per cento della nostra marginalità e non sempre ha avuto il 50 per cento degli investimenti. Quindi anche qui bisogna che ci sia da parte nostra un’attenzione quantomeno proporzionale al margine che ci porta”. Più investimenti in patria, insomma.

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