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Ecco il piano di Biden anti Cina sulle batterie al litio

Gli Usa lavorano a un piano decennale per lo sviluppo di una filiera delle batterie al litio. Tutti i dettagli

 

17 miliardi di dollari per finanziare lo sviluppo delle batterie. E della loro filiera.

Joe Biden ha le idee chiare: in nome della lotta al cambiamento climatico e della competizione con la Cina, due pilastri della politica americana dell’inquilino della Casa Bainca, gli Usa punteranno alle batterie al litio, provando a smarcarsi dalla supremazia nel settore dei produttori asiatici.

Washington punterà anche al riciclo delle batterie, cercando di recuperare quelle materie prime di cui c’è poca disponibilità. Tutti i dettagli.

250 MILIARDI PER LO SVILUPPO DEGLI USA

Partiamo dal principio. Martedì 8 giugno, il Senato Usa ha approvato, a larga maggioranza (68 voti contro 32), un disegno di legge che prevede investimenti per 250 miliardi di dollari per alcuni settori tecnologici e militari.

L’obiettivo è quello di contrastare la minaccia economica della Cina e il suo modello “autoritario”. In particolare, sono previsti fino a 190 miliardi di dollari per rafforzare la tecnologia e la ricerca e lo sviluppo in settori chiave come l’intelligenza artificiale e la scienza quantistica.

IL PIANO DI BIDEN SULLE BATTERIE

17, invece, sono i miliardi messi in campo per lo sviluppo di una filiera delle batterie al litio. Il Dipartimento all’Energia dovrà realizzare un piano nazionale decennale per costituire una catena di approvvigionamento nazionale nel settore, provando a ridurre anche la dipendenza dall’import di litio e terre rare.

PASSO FONDAMENTALE PER DECARBONIZZARE ECONOMIA

“Avremo bisogno di un aumento significativo della produzione di batterie per potenziare il futuro dell’energia pulita dell’America, il che significa che abbiamo urgente bisogno di aumentare la nostra capacità di ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di batterie proprio qui a casa”, ha affermato il Segretario dell’Energia Jennifer M. Granholm.

“Rafforzare la nostra catena di approvvigionamento nazionale accelererà i nostri sforzi per decarbonizzare l’economia, contribuendo ad alimentare i veicoli elettrici e aumentare lo stoccaggio e la resilienza della rete. Dobbiamo cogliere l’opportunità per gli Stati Uniti di guidare un’industria globale emergente per creare posti di lavoro ben retribuiti per i lavoratori americani che saranno richiesti nei decenni a venire”.

GLI OBIETTIVI

Il denaro messo sul piatto servirà per raggiungere 5 diversi obiettivi, come da programma del Consorzio federale per le batterie: accesso sicuro a materie prime e raffinate; trasformazione delle materie prime in house per soddisfare la domanda di produzione domestica, stimolare gli investimenti nel manifatturiero; consentire il riciclo delle batterie, mantenere e far progredire la leadership Usa nella tecnologia delle batterie negli Stati Uniti.

LA STRATEGIA

Quale la strategia per raggiungere i target? I passi sono ancora tutti da definire. Lunedì 14 giugno, il Segretario all’Energia Jennifer M. Granholm terrà un incontro virtuale con i membri dell’industria delle batterie al litio per discutere i piani da attuare.

LA VIA DEL RICICLO

Certo è che per assicurare una quantità sufficiente di cobalto, litio e altre materie prime per produrre batterie per veicoli elettrici, gli Usa opteranno per il riciclo delle batterie. Un impianto destinato al riciclo sta sorgendo in Messico, ma Washington auspica la nascita di nuovi impianti.

LA SUPREMAZIA CINESE

Il piano Biden rivoluzionerà il mercato? Forse. Per ora questo è dominato dalla Cina, che oltre al manifatturiero controlla, secondo l’US Geological Survey, anche il mercato dei materiali e metalli rari, i componenti principali per la produzione di batterie ricaricabili.

Pechino, scrive su Start Magazine Giuseppe Gagliano, “controlla quasi tutto questo mercato. Delle 170.000 tonnellate prodotte lo scorso anno, il 71% (120.000 tonnellate) sono state prodotte da quest’ultima. Gli altri produttori: Australia (20.000 tonnellate) e Stati Uniti (15.000 tonnellate) sono molto indietro”.

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