La velocità del cambiamento non si lega alla disponibilità delle colonnine pubbliche. Gli incentivi statali servono, ma per acquistare un’auto elettrica molti italiani ritengono sufficiente avere a disposizione un punto di ricarica domestico, privato o condominiale. I piani di potenziamento delle colonnine di Enel ed altri fornitori, vanno benissimo, ma il punto di ricarica non è limitante nell’acquisto. Crolla un tabù, un ostacolo pratico nel sostenere la rivoluzione elettrica? Nel decreto Rilancio, comunque, ci sono 100 milioni di euro con sconti fino a 6 mila euro.
Al laboratorio Move del Politecnico di Milano hanno condotto uno studio che riconosce agli automobilisti di casa nostra buone qualità di valutazione nell’abbandono delle auto a combustibili fossili. Circa il 13% dei proprietari di auto dice di essere pronto a comprare un’auto elettrica, senza cambiare le proprie abitudini. Gli intervistati hanno fatto di conto fornendo utili indicazioni al mercato dell’auto in questa fase post Covid alquanto complicata.
Secondo i calcoli, un automobilista in 8 anni sarebbe in pareggio di costi rispetto all’acquisto di un’auto a benzina. La ricerca ha analizzato più di 100 milioni di viaggi di veicoli privati in 12 mesi. Sono state confrontate percorrenze e verificate territorialmente la possibilità di installare punti di ricarica privati. Opzione, questa, che sta molto a cuore anche alle società elettriche, che in una strategia orizzontale di montaggio delle colonnine godrebbero dell’appoggio tanto di privati cittadini quanto di interi condomini. A stimolare il passaggio all’elettrico c’è anche la qualità degli spostamenti. L’analisi delle percorrenze, ha stabilito che ben il 50% dei veicoli privati non effettua mai viaggi giornalieri di distanza maggiore dell’autonomia della batteria dell’auto stimata in 300 chilometri effettivi. Insomma si può cambiare anche senza attendere lo sviluppo di una rete pubblica di ricarica, concludono con ottimismo i ricercatori. Ciò che non deve deludere sono gli incentivi del governo nella sua vocazione sostenibile. Perché alla fine si passa sempre dalla cassa del concessionario.
In questo quadro l’Italia può trovarsi dietro la Francia, dove il settore auto è la priorità della ripresa economica. Per quelle elettriche, infatti, Macron ha annunciato aiuti statali per 8 miliardi di euro per far diventare la Francia il Paese numero uno per veicoli elettrici circolanti. Li vogliamo costruire in Francia “con l’obiettivo di produrre i veicoli del domani e rinforzare la competitività del settore”, ha detto. Un programma ambizioso che entro cinque anni dovrebbe mettere sul mercato un milione di veicoli elettrici o ibridi.