Skip to content

Vi racconto le (poche) buone notizie arrivate dal ministro Franco

L'intervista rilasciata dal ministro dell'Economia, Daniele Franco, al Corriere della Sera letta e commentata da Giuseppe Liturri

 

Diversi sono gli spunti interessanti rilevabili quest’oggi nell’intervista rilasciata dal ministro dell’Economia Daniele Franco a Federico Fubini per il Corriere della Sera.

Si parte dalla discussione che avverrà nel prossimo G20 dei ministri delle Finanze a Venezia, tutta incentrata sul tema della tassazione delle grandi società che operano su base multinazionale sfruttando la globalizzazione e la digitalizzazione.

L’auspicio di Franco è che si raggiunga un accordo ma le sue parole lasciano intendere che sia tutto ancora in alto mare, anche se “il clima è cambiato”. Non è ancora chiaro quale sarà la base imponibile, come sarà suddivisa tra i diversi Stati e quale sarà l’aliquota. A proposito della quale la proposta USA di un’aliquota minima effettiva del 15% sarà al centro del tavolo. Insomma, partono da zero o quasi.

Ma è sul tema della politica di bilancio in Italia e nella Ue che Franco disegna luci ed ombre, fra ovvietà e piccole fughe in avanti che lasciano intravedere qualche speranza per il futuro. Dopo aver ripetuto stancamente il mantra della “politica di bilancio prudente nel medio termine”, con l’attenzione che deve essere ora dedicata alle misure per favorire l’uscita da questa recessione, Franco conferma che la clausola di salvaguardia sarà attiva anche nel 2022. Nulla di nuovo, se non fosse che nasconde un messaggio rilevante che stenta a farsi largo: la legge di bilancio che sarà varata nel prossimo autunno potrà consentire un deficit di bilancio molto ampio, non soggetto al Patto di Stabilità, e sarà probabilmente l’ultima opportunità per farlo. Non bisogna lasciarsela sfuggire, dopo 25 anni di avanzo primario che hanno costituito la principale causa della bassa crescita del Paese.

A proposito delle regole che torneranno, Franco si limita ad auspicare che si riapra “un dibattito sulla riforma delle regole di bilancio della UE dalla seconda metà di quest’anno” e che si eviti “una stretta prematura della politica di bilancio in Europa”. E ci mancherebbe, ci permettiamo di commentare. Come si vede siamo ancora ad auspicare l’ovvio. Fatto segnaletico delle diverse sensibilità su questa tema nelle capitali europee. Recentemente il Fiscal Board (organo consultivo della UE in materia di politica di bilancio) ha chiaramente detto che tali regole devono essere riformate “con urgenza”, ben prima che si torni ad applicarle. Altro che i timidi auspici di Franco.

Il ministro risulta molto più convincente quando afferma un basilare principio e cioè che “prima di intraprendere un graduale processo di risanamento, dobbiamo tornare alle tendenze di prima della crisi in termini di traiettoria di crescita del PIL reale, non solo tornare al livello di PIL di prima della crisi”.

È al punto in cui sarebbe stato il PIL senza la crisi da COVID 19 che bisogna guardare prima di cominciare a parlare di consolidamento di bilancio, non il semplice livello di PIL pre pandemia, come più volte affermato da esponenti della Commissione. Questo significherebbe ritardare notevolmente qualsiasi intervento restrittivo di bilancio.

Apprezzabile anche il passaggio in cui Franco afferma che le nuove regole devono “evitare effetti pro ciclici” e essere “ragionevolmente semplici da gestire e far rispettare”. Un modo come un altro per farci notare il disastro causato da quelle regole nella precedente crisi del 2011-2014: pro cicliche, farraginose e complesse da gestire e far rispettare.

Nell’affermare che “quando supereremo la crisi saranno ripristinate. E discuteremo se le regole saranno le stesse di prima o andranno modificate”, Franco torna deludente. Non può esistere un “se” a proposito delle vecchie regole, che devono essere depennate senza se e senza ma. Il dibattito dovrà esclusivamente concentrarsi sulla definizione di nuove regole, non su una scelta tra vecchio e nuovo.

Come si vede, qualche buona notizia c’è, ma bisogna cercarla con il lanternino in un mare di vecchi arnesi ormai inservibili.

Torna su