Skip to content

cina

Tutte le ultime mosse anti Usa della Cina su debito, Boeing e non solo

Ecco piani e annunci della Cina in chiave anti Usa

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina non è composta solo dai dazi. Dietro i roboanti annunci delle tariffe, arrivate a percentuali monstre di 145% e 125%, si nascondono tutta una serie di azioni e iniziative parallele prese dai due paesi per minare la solidità economica del rispettivo rivale sistemico. In particolare, negli ultimi giorni è stata la Cina a muoversi per picconare, in più punti, il muro americano. Che si tratti di Wall Street o di altri fulcri finanziari ed economici degli States.

IL RITIRO DAGLI INVESTIMENTI CINESI DI PRIVATE EQUITY NEGLI USA

Dopo i sospetti riguardo la possibile svendita di titoli di Stato americani, che ha contribuito alla decisione di rinviare i dazi “reciproci” da parte di Donald Trump per 90 giorni, l’ultima mossa di Pechino riguarda il taglio degli investimenti nel private equity statunitense. Secondo il Financial Times, infatti, la Cina avrebbe iniziato a ritirarsi dall’azionario made in Usa. Nessun nuovo impegno di investimento in aziende statunitensi, in un evidente cambio di approccio dettato dalla tensione commerciale. Come ricorda il Sole 24 Ore, “i capitali cinesi sono stati per anni un motore della crescita del private equity, considerato un metodo meno controverso per l’avanzata estera di Pechino rispetto a puntate dirette su infrastrutture e aziende”. Tanto che ora crescono i dubbi anche tra gli altri investitori.

Tra i fondi statali cinesi che fanno retromarcia ci sarebbe anche la China Investment Corporation (Cic), gruppo che nel 2023 possedeva 1350 miliardi di dollari in asset con un’ingente parte in investimenti come il private equity. E tra l’altro fino al 2018 possedeva quote di Blackstone, tra le più grandi società finanziarie al mondo specializzata proprio nel private equity. Già negli ultimi anni, però, Cic ha iniziato a diversificare il proprio portafogli in paesi come Regno Unito, Arabia Saudita, Francia, Giappone e Italia, sottolinea ancora il Ft.

GLI AVVERTIMENTI PER EVITARE ACCORDI COMMERCIALI A SPESE DELLA CINA

Ad ogni modo Pechino, ieri, ha puntato il dito contro Washington e i suoi dazi. Cosa in realtà non nuova, anche se in questa settimana la Cina vuole convocare una riunione informale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite proprio per rimarcare la postura aggressiva dei dazi da parte degli Stati Uniti. Ma la Cina ha anche di fatto avvertito i vari altri paesi con cui gli Usa sono in trattative per contenere la guerra commerciale. Il messaggio è semplice: non stringete accordi che possano colpire indirettamente anche il Dragone.

Gli Stati Uniti, in cambio della riduzione delle proprie tariffe, infatti, starebbero chiedendo al resto del mondo di limitare gli scambi commerciali con la Cina. Una mossa che non può essere accettata da Pechino. Tanto che il ministero del Commercio ha lanciato un avviso: nel caso, la Cina “prenderà contromisure in modo risoluto e reciproco”. I cinesi, oltre a non voler ripercussioni, vogliono assicurarsi di mantenere una stretta cooperazione con molti paesi del mondo, specie quelli del suo vicinato. Il viaggio del presidente Xi Jinping nel sud est asiatico è servito proprio a quel motivo.

LA DISPUTA SUGLI AEREI BOEING

Tra le altre mosse attuate da Pechino, c’è anche quella di utilizzare le singole partite commerciali in sospeso con gli Usa come leve. Per esempio, la questione emblematica degli aerei Boeing. La Cina, infatti, pochi giorni fa ha ordinato alle sue compagnie aeree di non accettare nuove consegne di velivoli – ma anche di componenti e attrezzature – dall’azienda americana. Azienda che per diversi anni è stata tra i principali esportatori industriali americani in Cina. Il divieto ha subito portato, prevedibilmente, le azioni del produttore di aerei a scendere in Borsa.

E nelle scorse ore, dagli annunci si è passati ai fatti. Pechino ha rimandato indietro negli Usa, a Seattle, un primo aereo Boeing, un 737 Max. Le autorità cinesi vorrebbero che questa ritorsione della guerra commerciale portasse a un rafforzamento del proprio produttore nazionale di velivoli, ovvero Comac. L’azienda, infatti, è ancora indietro rispetto a Boeing e all’europea Airbus, nonostante decine di miliardi spesi dal governo. Sempre che il blocco degli acquisti da Boeing, non porti a contraccolpi anche per l’industria cinese.

Torna su