La Turchia ha annunciato oggi che limiterà le esportazioni di alcuni prodotti verso Israele fino a che il governo di Benjamin Netanyahu non annuncerà un cessate-il-fuoco nella Striscia di Gaza e consentirà un “flusso adeguato e ininterrotto” di aiuti umanitari. In risposta, il ministero degli Esteri israeliano ha minacciato di bloccare gli acquisti di alcune merci turche.
I PRECEDENTI
Prima che iniziasse la guerra a Gaza contro Hamas, dall’ottobre scorso, tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu c’erano delle discussioni in merito a un potenziamento dei rapporti commerciali ed energetici. La relazione tra i due paesi, però, era già complicata allora e in questi mesi lo è diventata ancora di più.
La popolazione turca è in maggioranza musulmana ed esistono dei sentimenti antisemiti e antisionisti nella società e nella politica. Lo stesso Erdogan – come spiegava a Startmag la giornalista Marta Ottaviani – porta avanti queste istanze, benché sia stato contestato dagli islamisti più radicali per la sua linea considerata troppo morbida: nonostante il reciproco ritiro degli ambasciatori, non c’è stata né una rottura dei rapporti politici né un’interruzione degli scambi commerciali.
Pur essendo un paese membro della NATO, la Turchia – a differenza dell’Unione europea e degli Stati Uniti – non considera Hamas un’organizzazione terroristica; Erdogan ha definito i miliziani del gruppo “combattenti per la libertà”. Israele accusa la Turchia di sostenere Hamas.
COME VA IL COMMERCIO TURCHIA-ISRAELE
Il deterioramento diplomatico tra Ankara e Tel Aviv, comunque, ha avuto delle ripercussioni sul commercio. Stando ai dati ufficiali turchi ripresi da Bloomberg, infatti, nei primi cinque mesi dall’inizio della guerra a Gaza, le esportazioni della Turchia verso Israele sono diminuite del 28 per cento su base annua, a 1,9 miliardi di dollari.

Nei primi due mesi del 2024 i prodotti manifatturieri (inclusi materiali da costruzione) hanno rappresentato un terzo delle esportazioni turche in territorio israeliano, dal valore totale di 714 milioni di dollari.
LE ESPORTAZIONI LIMITATE
Il governo turco, adesso, ha deciso di limitare le esportazioni di cinquantaquattro categorie di prodotti verso Israele: nella lista rientrano i prodotti utilizzabili per scopi militari (come il carburante per aerei), i materiali da costruzione (cemento, acciaio, ferro, alluminio), le attrezzature per l’edilizia e i prodotti chimici.
La Manufacturers Association of Israel, che rappresenta gli interessi delle aziende israeliane, ha detto che la decisione della Turchia rafforzerà gli sforzi di Israele per ridurre la dipendenza dalle importazioni.