“La situazione per quanto riguarda i dazi statunitensi è ancora molto incerta perché le informazioni cambiano di giorno in giorno. Tuttavia, rimaniamo fiduciosi perché siamo produttori locali sia in Europa che negli Stati Uniti”. Sono parole di Massimo Battaini, l’amministratore delegato di Prysmian, società milanese che realizza cavi per le telecomunicazioni e per la trasmissione di energia.
“Inoltre”, ha aggiunto, “non esportiamo prodotti dall’Europa agli Stati Uniti senza una valida ragione. Entrambe le regioni sono autosufficienti in termini di produzione e capacità di servire il mercato locale”.
LE PRECEDENTI DICHIARAZIONI DI BATTAINI
Battaini si era già espresso in maniera simile sulle politiche commerciali di Donald Trump. Intervistato dal Corriere della Sera un paio di settimane fa, per esempio, aveva spiegato che “non siamo toccati dal tema dei dazi” perché Prysmian possiede una “ampia capacità produttiva” negli Stati Uniti, con trenta stabilimenti e oltre settemila dipendenti.
“Siamo i potenziali beneficiari di eventuali dazi sulle importazioni nel nostro settore”, aveva assicurato.
I DAZI SULL’ALLUMINIO E L’ACCIAIO
Quanto invece ai dazi del 25 per cento sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti, Battaini ha anticipato che saranno avvertiti da tutti i produttori nel paese ma “saranno probabilmente trasferiti al mercato”.
“Stiamo dialogando con il governo per far capire loro che, tassando solo le materie prime e non i cavi finiti, si rischia di favorire l’importazione di cavi a scapito della produzione locale. Ad esempio, alcuni cavi in alluminio per edifici importati dalla Cina potrebbero risultare esenti dai dazi, dando un vantaggio ai produttori esteri rispetto a quelli locali”.
Il capo di Prysmian ha specificato che, se l’amministrazione Trump decidesse di imporre dei dazi anche sulle importazioni di cavi (e non solo sulle due materie prime, quindi), “potremmo addirittura trarne vantaggio perché […] avremmo la possibilità di aumentare i nostri prezzi negli Stati Uniti”.
Il mercato nordamericano vale all’incirca il 40 per cento delle entrate di Prysmian.
L’ATTACCO ALLA CINA
L’attacco alla concorrenza cinese non è nuovo, anzi. Da anni Prysmian critica il fatto che nei bandi sulla fibra ottica il governo italiano abbia favorito la fibra importata dalla Cina, che ha prezzi più bassi ma anche una qualità inferiore e una maggiore sensibilità alla piegatura.
“L’Italia in piccolo e l’Europa in grande”, aveva detto Battaini al Corriere, “devono dotarsi di qualche meccanismo di salvaguardia delle eccellenze locali. Noi che siamo italiani e il mercato ci individua come eccellenza, ci difendiamo molto meglio in Nordamerica che non in Europa”.
L’anno scorso la società ha chiuso la fabbrica di Battipaglia, in Campania.
I RISULTATI DI PRYSMIAN NEL 2024
Oggi Prysmian ha pubblicato i risultati del 2024. I ricavi sono cresciuti leggermente (+0,5 per cento su base annua) a 17 miliardi di euro; l’unità Digital Solutions, però, è crollata del 12,6 per cento e quella dedicata all’Electrification ha perso quasi il 3 per cento. In compenso, l’unità Transmission ha guadagnato il 18,3 per cento.
L’ultimo trimestre dell’anno scorso è stato particolarmente positivo, con la crescita organica aumentata del 6,9 per cento, più delle aspettative, e l’unità Digital Solutions in ripresa (+6,6 per cento).
Nel 2024 l’Ebitda adjusted è arrivato a 1,9 miliardi e il margine è cresciuto all’11,3 per cento (un anno prima era al 10,6 per cento). Nel quarto trimestre, però, l’Ebitda adjusted è stato dell’1 per cento inferiore alle previsioni degli analisti.
Il flusso di cassa è stato di 1 miliardo, l’utile netto di 729 milioni e il dividendo proposto è in crescita del 14,3 per cento, a 0,8 euro per azione. È cresciuto anche l’indebitamento netto, a circa 4,3 miliardi, anche per via dell’acquisizione dell’azienda statunitense Encore Wire, che produce cavi in rame e in alluminio.
NESSUNA NOVITÀ SUL DUAL LISTING A WALL STREET
Prysmian non ha fornito novità relative alla doppia quotazione (dual listing) alla borsa di New York, oltre che a quella di Milano. Le discussioni sono ancora in corso, ha dichiarato Battaini: l’eventuale annuncio sarà fatto al Capital Market Day di New York, il 26 marzo prossimo. In quell’occasione verrà presentato anche il piano industriale a medio termine.
Intanto, la società ha diffuso le previsioni per il 2025: il flusso di cassa è atteso tra i 950 milioni e gli 1,05 miliardi, mentre l’Ebitda adjusted tra i 2,2 e i 2,3 miliardi. Secondo la maggior parte degli analisti, si tratta di stime conservative.
PRYSMIAN NON CONVINCE LA BORSA
Nonostante Battaini abbia parlato di “risultati eccezionali” e di una società “ben posizionata per sfruttare appieno le opportunità di crescita profittevole”, alla borsa di Milano il titolo di Prysmian ha perso il 12% per cento ed è anche stato sospeso.