Banca Popolare di Sondrio sarebbe al centro delle attenzioni di una banca d’affari americana. La notizia, che ha subito fatto brillare il titolo in Borsa, intorno al +3% da inizio contrattazioni, arriva dal Sole 24 Ore secondo cui l’istituto di credito starebbe allestendo un pacchetto di titoli pari al 10% per “favorire l’eventuale ascesa di un’altra grande banca, italiana”. Quale? Il quotidiano confindustriale cita Unicredit che però stamani, tramite il suo ceo Andrea Orcel su Bloomberg Tv, a Davos, ha smentito qualsiasi interesse per l’istituto valtellinese.
POPOLARE SONDRIO, SOCI E NUMERI
Un nuovo azionista di peso si andrebbe dunque ad affiancare al gruppo Unipol, che è il primo socio di Popolare di Sondrio con il 19,7%. Al momento gli altri azionisti, di cui il 19,54% sono investitori istituzionali, hanno in mano l’80,3% del capitale. Gli ultimi dati disponibili, al 30 settembre scorso, mostrano un utile netto di 348,6 milioni di utile netto e un Roe del 14,1%. Tra gli indici di solidità patrimoniale ci sono il Cet1 ratio al 16,27%, il Total capital ratio al 18,84% e il Leverage ratio al 5,68%. Buona la qualità degli attivi con l’Npl ratio lordo al 4,27%, i coverage deteriorati al 61,92% e il Texas ratio al 15,17%.
IL RUOLO DI UNIPOL NELLA POPOLARE DI SONDRIO
Con il gruppo assicurativo guidato da Carlo Cimbri, Popolare di Sondrio ha un rapporto ben stretto, coronato da accordi di bancassurance che sono stati aggiornati a dicembre 2022 per cinque anni a partire dal 1° gennaio 2023. In particolare, la banca lombarda ha rinnovato la collaborazione con Arca Vita SpA e le sue controllate Arca Assicurazioni SpA e Arca Vita International DAC, rafforzando la partnership con il Gruppo Unipol e con Bper avviata nel 2010. “L’alleanza ha permesso negli anni di consolidare la presenza della Banca nel comparto assicurativo – si legge nel comunicato stampa allora diffuso -, ampliando l’offerta di prodotti vita e danni a favore della clientela, con Arca Vita SpA che si è affermata quale operatore di riferimento per le banche italiane di comunità, a forte vocazione territoriale. Da quest’anno la partnership viene estesa a UniSalute, società del Gruppo Unipol che vanta nel mercato una posizione di leadership nell’ambito dei prodotti salute, così migliorando ulteriormente l’offerta commerciale della Banca”.
LE PAROLE DI PEDRANZINI
Come riferito dalle agenzie di stampa, proprio ieri il consigliere delegato Mario Alberto Pedranzini (nella foto con la moglie), a margine dell’esecutivo dell’Abi che si è svolto a Milano, ha definito Unipol “un socio eccellente” e “ottimi” i rapporti con i suoi vertici. L’ad ha detto poi di non sapere se il gruppo assicurativo chiederà posti nel board di Popolare Sondrio che il 27 aprile vedrà il rinnovo di 5 dei 15 componenti. Di sicuro secondo il Sole 24 Ore, che cita gli addetti ai lavori, “è assai improbabile” vedere Unipol “coinvolto in una contesa per il controllo di una banca, che allo stato attuale capitalizza peraltro circa 2,7 miliardi di euro”. Semmai anche in passato è sempre stata Bper, altra partecipata della compagnia, “a giocare simili partite”, come avvenuto con la spartizione degli sportelli Ubi nell’ambito dell’Opa di Intesa Sanpaolo.
LE INDISCREZIONI DEL SOLE 24 ORE E LA SMENTITA DI ORCEL (UNICREDIT)
Come detto, secondo il Sole 24 Ore sulla Popolare di Sondrio è scesa in campo una grande banca d’affari americana per il controllo del 10% del capitale. L’operazione sarebbe nata per favorire l’ascesa di una grande banca italiana. Il quotidiano indica Unicredit ma il Ceo Andrea Orcel in un’intervista a Bloomberg Tv da Davos ha riferito che l’istituto non sta comprando azioni della Banca Popolare di Sondrio.
«No», ha replicato il ceo, ribadendo che il gruppo valuta continuamente opzioni di M&A a patto che siano strategiche e abbiano il giusto prezzo. «Oggi sappiamo che cosa è strategico ma le valutazioni sono disallineate», ha spiegato. «Ci sono molti intermediari e rumors, gente che cerca di creare transazioni ma i numeri non vanno bene. Ieri era Commerzbank, oggi Popolare di Sondrio – ha osservato – ma la nostra posizione rimane esattamente la stessa. Siamo interessati a tutto al giusto prezzo», ma per quanto riguarda le opzioni di M&A «siamo molto disciplinati nel chiederci se sono strategiche e se vanno bene in termini di valutazione».