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brevetti farmaci

Perché negli Usa i farmaci costeranno molto di più nel 2025

Quest'anno, negli Stati Uniti, aziende farmaceutiche tra cui Pfizer, Bristol Myers Squibb e Sanofi (ma anche Leadiant Pharmaceuticals, un'unità dell'italiana Essetifin) venderanno oltre 250 farmaci a un prezzo maggiorato in media del 4,5%. Fatti, numeri e approfondimenti

 

Nel 2025, gli americani – che per i farmaci da prescrizione pagano già più di qualsiasi altro popolo – dovranno vedersela con medicinali ancora più cari. Dal 1° gennaio, infatti, il prezzo di oltre 250 farmaci è aumentato. Sebbene in passato i rincari siano arrivati anche al 9%, negli ultimi anni c’è stato un ridimensionamento e per quest’anno si prevede un aumento in media del 4,5%, in linea con l’incremento registrato nel 2024.

A riferirlo è Reuters, che cita i dati della società di ricerca sanitaria 3 Axis Advisors. Tra coloro che gonfieranno i prezzi ci sono Pfizer, Bristol Myers Squibb e Sanofi. Gli aumenti, precisa l’agenzia di stampa, si riferiscono ai prezzi di listino, che non includono i rimborsi ai gestori dei servizi farmaceutici e altri sconti.

RINCARI PIÙ CONTENUTI RISPETTO AL PASSATO

Nonostante le stime al rialzo per il 2025, 3 Axis Advisors osserva che gli aumenti dei prezzi dei farmaci un tempo erano anche maggiori. Nel 2015 e nel 2016, per esempio, sono stati in media del 9% e nei due anni successivi del 7,9%. Solo nel 2019, a seguito di pressioni politiche, hanno iniziato a rallentare con una media del 5%, che si è più o meno mantenuta fino al 2023, per poi raggiungere il 4,5% nel 2024. Anche l’Inflation Reduction Act (Ira) di Biden del 2022 ha contribuito a mettere un freno.

Nel corso di gennaio, tradizionalmente il mese più intenso per gli aumenti da parte delle case farmaceutiche, potrebbero esserci ulteriori novità e si attende anche di vedere cosa farà il neoeletto presidente Donald Trump, il quale ha promesso di ridurre i costi dei farmaci concentrandosi sugli intermediari del sistema sanitario americano.

LA STRATEGIA DI BIG PHARMA PER ALZARE I PREZZI

“I produttori di farmaci non hanno più molto spazio per aumentare i prezzi nel tempo, il che significa che prendersi maggiori libertà sui prezzi di lancio è davvero l’unica opzione che hanno di fronte all’estensione delle sanzioni per gli aumenti di prezzo annuali”, ha detto a Reuters Antonio Ciaccia, presidente di 3 Axis.

L’agenzia di stampa ha infatti rilevato che nel 2023 le aziende farmaceutiche hanno lanciato nuovi farmaci negli Stati Uniti a prezzi superiori del 35% rispetto al 2022.

Un’altra strategia attuata da alcune aziende, scrive Quartz, è produrre trattamenti per le malattie rare, in modo da fare leva sulla mancanza di cure alternative.

PFIZER, VINCE PER QUANTITÀ…

Dall’analisi di 3 Axis Advisors, risulta che Pfizer è stata l’azienda che ha aumentato il prezzo del maggior numero di farmaci, oltre 60. Il trattamento anti-Covid Paxlovid, per esempio, ha subito un aumento del 3% così come il trattamento dell’emicrania Nurtec e i farmaci antitumorali Adcetris, Ibrance e Xeljanz tra il 3% e il 5%.

Pfizer ha giustificato il rialzo dichiarando che “gli aumenti contribuiscono a sostenere gli investimenti nello sviluppo dei farmaci e a compensare i costi”.

… MA L’ITALIANA LEADIANT, PER I MAGGIORI AUMENTI

Se però si osserva chi ha imposto i maggiori rincari, allora il cima alla classifica si posiziona Leadiant Pharmaceuticals, un’unità dell’italiana Essetifin (già ripresa lo scorso giugno dall’Antitrust italiano per abuso di posizione dominante). L’azienda, ora, negli Stati Uniti ha aumentato di circa il 15% il prezzo del suo Matulane, un trattamento per la malattia di Hodgkin, e di circa il 20% quello del Cystaran, un collirio per i sintomi di una rara condizione chiamata cistinosi.

GLI ANTITUMORALI DI BRISTOL MYERS SQUIBB E I VACCINI DI SANOFI

Anche Bristol Myers Squibb ha aumentato i prezzi delle sue terapie cellulari antitumorali, Abecma e Breyanzi, rispettivamente del 6% e del 9%. E Sanofi quelli di circa una dozzina di vaccini, con incrementi che vanno dal 2,9% al 9%.

RARE ECCEZIONI

Merck, al contrario, prevede di ridurre il prezzo di listino dei suoi farmaci per il diabete Januvia e Janumet, già fortemente scontati.

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