Il regolamento europeo per gli imballaggi ha superato anche il giudizio degli ambasciatori dei 27 Stati Ue, che lo hanno approvato all’unanimità.
Per la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, “abbiamo dimostrato che oggi a Bruxelles c’è un’Italia che non si arrende a soluzioni che penalizzano la nostra industria, ma che è capace di continuare a negoziare fino alla fine in maniera decisa, facendo valere la bontà dei propri argomenti, valorizzando le nostre eccellenze e riuscendo a modificare sostanzialmente il risultato finale”.
NO AI RIFIUTI, SÌ AL RICICLO E AL RIUTILIZZO
“No ai rifiuti creati dagli imballaggi, sì al riciclo e al riutilizzo”, questa in sintesi la decisione contenuta nel regolamento europeo per gli imballaggi, confermato oggi dagli ambasciatori dei Paesi Ue dopo che aveva già messo d’accordo Consiglio, Parlamento e Commissione Ue. Ora verrà formalizzata dal Parlamento europeo e dai ministri dei Ventisette.
La nuova direttiva, riferisce la presidenza belga, “affronta l’aumento dei rifiuti di imballaggio, armonizzando al tempo stesso il mercato interno e promuovendo l’economia circolare”.
Stando a quanto filtra da fonti diplomatiche sull’approvazione dell’accordo, Malta e Austria hanno posto riserva di scrutinio.
ORGOGLIO MELONIANO
Meloni ha accolto l’esito con grande soddisfazione: “Il merito di questi successi va attribuito all’azione di impulso assicurata dai Ministeri coinvolti, in stretto coordinamento con Palazzo Chigi, all’attività negoziale condotta dai nostri rappresentanti diplomatici a Bruxelles, ma anche al cruciale lavoro di squadra svolto dai nostri europarlamentari, che hanno saputo travalicare gli schieramenti politici”.
“In questo senso – ha precisato la premier -, un ringraziamento particolare va a Massimiliano Salini e a Patrizia Toia, che hanno svolto un lavoro decisivo durante il trilogo nella costruzione del consenso a sostegno delle posizioni nazionali sul dossier packaging. Abbiamo dimostrato come un’Italia coesa e determinata possa davvero spostare gli equilibri a Bruxelles e giocare un ruolo da protagonista”.
IL RUOLO DELL’ITALIA
Da Palazzo Chigi è stato poi sottolineato che la decisione “segue a complessi negoziati in cui l’Italia ha svolto un ruolo cruciale fornendo un contributo di primo piano affinché si trovasse il giusto equilibrio tra obiettivi ambientali e competitività delle imprese e tra armonizzazione e valorizzazione delle esperienze nazionali di successo”.
“Il provvedimento – afferma la nota – impegnerà inoltre gli Stati membri a ridurre i rifiuti, lasciando, come da noi auspicato, flessibilità agli Stati e agli operatori nella scelta delle misure per raggiungere l’obiettivo, in particolare tra imballaggi riutilizzabili e quelli monouso riciclabili, laddove questi ultimi, come nel caso del settore della ristorazione, rappresentano ancora l’opzione che offre il risultato ambientalmente migliore e per la conservazione dei prodotti agricoli e alimentari”.
IN DIFESA DELL’INDUSTRIA ITALIANA
Palazzo Chigi rimarca poi che “gli emendamenti approvati incentivano tecnologie in cui stiamo investendo, come il riciclo chimico, salvaguardano settori in cui le nostre aziende hanno accresciuto la riciclabilità degli imballaggi, in cui siamo all’avanguardia, come quello delle plastiche compostabili, o in cui esportiamo prodotti di eccellenza, come vini, spumanti, vermouth e distillati”.
“Nella gestione dei rifiuti – prosegue la nota -, libertà di scelta è concessa tra l’adozione del deposito cauzionale e il mantenimento di modelli virtuosi di raccolta separata, come quello italiano. La Direttiva sul dovere di diligenza delle imprese ai fini della sostenibilità contribuirà ad assicurare che le catene di approvvigionamento delle principali imprese europee siano il più possibile rispettose dei diritti umani e della sostenibilità ambientale”.
“L’Italia – viene rivendicato da Palazzo Chigi – ha svolto un ruolo chiave nel raggiungimento di un testo equilibrato ed efficace, che concentra gli oneri sulle società di grandi dimensioni (oltre 1.000 dipendenti e 450 milioni di fatturato globale) meglio in grado di monitorare le proprie catene di approvvigionamento e di contribuire alla mitigazione degli effetti delle attività economiche sui cambiamenti climatici, nonché alla tutela dei diritti umani delle persone interessate dall’attività d’impresa”.
COLDIRETTI GIOISCE PER IL PRINCIPIO DI RECIPROCITÀ
Soddisfazione anche per Coldiretti, che ha particolarmente apprezzato che la direttiva Ue sugli imballaggi preveda l’applicazione del principio di reciprocità, “un segnale importante per estendere a tutti livelli il concetto che tutte le merci che entrano nella Ue devono rispettare le stesse regole a cui sono sottoposti i produttori europei”.
“L’accordo raggiunto all’unanimità tra gli Stati membri – spiega Coldiretti – salvaguarda il principio di reciprocità per gli imballaggi in plastica immessi nel mercato Ue, attraverso norme di equivalenza per la plastica riciclata. L’intesa raggiunta, pur non contenendo tutti gli aspetti positivi rispetto alla posizione del Parlamento europeo, rappresenta un importante passo in avanti sulla proposta iniziale della Commissione che avrebbe avuto un effetto devastante sulle imprese agroalimentari italiane”.
L’unica osservazione fatta dall’associazione riguarda, invece, le deroghe agli Stati membri che rischiano di “frammentare il mercato europeo rendendolo complesso per chi esporta”.