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Pacchetto economico anti Coronavirus? Solo fuffa (finora)

Una pioggia di Dpcm, tre decreti legge e un decreto del Mef, ma gli italiani non hanno ancora ricevuto 1 euro dallo Stato per fronteggiare l’emergenza economica innescata dal Coronavirus.

Dopo oltre 60 giorni dalla dichiarazione dello stato di emergenza infatti, gli interventi di sostegno del governo sono di fatto tutti ancora in stand by, bloccati da numerosi passaggi burocratici ed ancora lungi dall’essere “pronti all’uso” per i contribuenti.

La crisi però sta già colpendo duramente imprese e professionisti.

Secondo le ultime stime diffuse da Goldman Sachs, gli effetti del Covid-19 sull’economia italiana saranno disastrosi tanto da far crollare il Pil nel 2020 dell’11-12% ma gli interventi di sostegno contenuti del decreto cura Italia, dinnanzi ad un tracollo di tale portata, risultano essere a dir poco insufficienti.

Risultano ancor più insufficienti se paragonati al piano di battaglia anti Coronavirus previsto dal governo britannico che ha messo sul piatto un sostegno a tutto tondo per imprese, dipendenti ed autonomi, soggetti a cui è riservato un lungo stop del pagamento di tasse per tutto il 2020.

Di certo un altro livello dunque rispetto al brevissima sospensione dei versamenti concesso al PMI  italiane ad ai 600 euro previsti come indennizzo per gli autonomi, bonus che tra l’altro ancora non è stato ancora erogato.

L’una tantum per gli autonomi inoltre nasce con un peccato originale molto grave ovvero che non sarà erogato all’intera platea delle partite Iva Inps perché i fondi stanziati non bastano per tutti ma solo per 399 mila soggetti.

Visti i presupposti dunque, al problema meramente quantitativo dei miliardi stanziati per contrastare la crisi, si aggiunge anche quello della rapidità  con cui i provvedimenti poi impattano nell’economia reale, ovvero la velocità con cui la disposizione poi raggiunge i beneficiari producendo lo sperato effetto economico positivo.

L’equivoco sulla liquidità.

Sebbene si senta parlare spesso di necessità di liquidità e gli interventi del governo sembrano andare principalmente in quella direzione, in realtà, quella che stiamo affrontando non è crisi delle risorse monetarie ma del reddito.

Ci sveglieremo post Covid-19 con un mercato pressoché azzerato, bisognerà ricostruire ed agire sul lato della domanda e un’iniezione di liquidità sotto questo punto di vista ha un effetto solo nel brevissimo termine.

Senza produzione di ricchezza, senza dunque reddito, il finanziamento concesso alle imprese rischia di trasformarsi in una erogazione a fondo perduto poiché le stesse, senza mercato e senza capacità di produrre adeguatamente reddito, non saranno in di rifondere il debito accumulato.

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