Pace contrastata nella maggioranza di governo sugli affitti brevi.
L’unica sostanziale novità emersa dal vertice di ieri riguarda le tasse sui cosiddetti “affitti brevi”, ovvero i soggiorni nei “bed and breakfast”. Il testo della legge di Bilancio aumenta l’aliquota della cedolare secca sugli affitti dall’attuale 21 al 26%, ma Forza Italia si è impuntata e ha preteso dei correttivi, che saranno inseriti come emendamento dal governo al decreto legge, già in Parlamento, che accompagna la legge di Bilancio. Il 26% si pagherà sugli affitti brevi ma non nell’abitazione principale del proprietario, solo dalle seconde case in poi.
La vera novità, secondo il Corriere della sera, è l’istituzione del Codice identificativo nazionale, che i proprietari dovranno obbligatoriamente utilizzare per gli affitti brevi e attraverso le piattaforme telematiche. Il Codice dovrà essere chiesto da tutti coloro che affittano stanze o appartamenti, e secondo Forza Italia avrà l’effetto di far emergere tutto il mercato nero degli affitti brevi. Secondo le stime potrebbe emergere un miliardo di base imponibile oggi nascosta.
Ecco fatti, commenti e analisi.
COSA CAMBIA PER GLI AFFITTI BREVI
Per gli affitti brevi arriva il codice identificativo nazionale, per tracciare i proprietari che affittano case e combattere l’evasione. E la cedolare secca sale al 26% ma solo dalla seconda alla quarta casa.
È la doppia mossa con cui la maggioranza suggella l’intesa sulla manovra, che ora è pronta per l’invio alle Camere. Un risultato che soddisfa nel centrodestra soprattutto Forza Italia. Ma che lascia aperti alcuni nodi su cui proprio gli azzurri hanno espresso perplessità, come la Rai, ma anche i tagli alle pensioni di statali e sanitari, con i sindacati sul piede di guerra.
ACCOLTA LA PROPOSTA DI FORZA ITALIA
Lo scoglio affitti viene superato con l’accordo raggiunto al vertice tra i partiti di maggioranza. Accolta la proposta di Fi di un codice identificativo nazionale per gli affitti brevi, che arriverà con un emendamento al decreto anticipi collegato alla manovra. E confermato l’aumento al 26% della cedolare dalla seconda casa messa in affitto fino a 30 giorni: l’aliquota resta al 21% per la prima.
Il codice, “farà emergere il sommerso” e “porterà anche più soldi nelle casse che andranno nel fondo per ridurre la pressione fiscale”, assicura il vicepremier Antonio Tajani. Il gettito stimato, secondo le cifre circolate nella riunione, è di circa un miliardo.
LE PAROLE DI SANTANCHÈ
Soddisfatta anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè (Fratelli d’Italia), che aveva inserito il codice nella bozza del ddl sugli affitti brevi, poi arenatasi. “Mettiamo ordine in un settore mai toccato”, dice, sottolineando che alzare l’aliquota “è una scelta di buon senso che rispetta la proprietà privata” e “non mette le mani in tasca degli italiani”.
LE CRITICHE DI CONFEDILIZIA
L’aumento della cedolare, però, non soddisfa i proprietari. Per Confedilizia è “una scelta sbagliata” con cui “il governo ha deciso di accontentare gli albergatori”: si tradurrà in “qualche casa sfitta in più, si alimenterà il sommerso e i borghi delle nostre aree interne avranno qualche speranza in meno di tornare a vivere”.
Per favore, alzate pure le tasse, ma almeno niente balle. Il "Cin" è previsto per legge dal 2019 e anche quello non porterà una lira in più nelle casse dello Stato. pic.twitter.com/EZiZ2pLzwS
— Giorgio Spaziani Testa (@gspazianitesta) October 31, 2023
COSA PENSANO I GESTORI DI AFFITTI E GLI ALBERGATORI
Plaudono al codice i gestori di affitti (“l’unico modo per togliere l’abusivismo”, dice l’associazione Aigab), che bocciano però l’aumento della cedolare: “complica le cose a chi fa le cose per bene” e “incentiva l’evasione”. Il mercato degli affitti brevi, secondo Aigab, conta 640mila seconde case inutilizzate attualmente a reddito con affitti brevi, l’1,8% delle case esistenti in Italia; inoltre circa il 96% delle case online appartiene a proprietari singoli.
Plaudono alle misure gli albergatori: un “passo deciso contro il Far West degli affitti brevi”, dice l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi; “ci auguriamo che l’iter parlamentare non peggiori il testo”, aggiunge Federalberghi.
ESTRATTO DA UN’ANALISI DEL SOLE 24 ORE
Il Sole 24 ore sottolinea: “Il tema dell’ultimo giorno prima dell’approdo in Parlamento è stato ancora una volta quello degli affitti brevi. Il testo non ha subito modifiche rispetto all’ultima versione, che mantiene l’aliquota cedolare al consueto 21% per la prima casa che ogni proprietario impiega negli affitti brevi, riservando l’aumento al 26% agli immobili a partire dal secondo. La novità che ha sbloccato il negoziato conducendolo a un inevitabile esito positivo arriva invece dal «codice identificativo nazionale» che sarà introdotto come emendamento al decreto legge anticipi (Dl 145/2023, in discussione sempre al Senato) e dovrebbe contrastare l’evasione imponendo ai proprietari di registrarsi in una piattaforma telematica nazionale. Il nuovo sistema dovrebbe rafforzare il meccanismo attuale basato su codici regionali necessari per promuovere l’offerta del proprio immobile. Le stime circolate ieri attribuiscono con qualche generosità oltre un miliardo di gettito potenziale al nuovo sistema, che per questa via dovrebbe alimentare le risorse destinate alla «riduzione della pressione fiscale» complessiva”.