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Mondialpol tra salario minimo e commissariamento

I recenti interventi della magistratura hanno provocato forti scazzi tra i rappresentanti delle aziende e le sigle sindacali a difesa dei lavoratori. Intanto Mondialpol su spinta della Procura di Milano ritocca all'insù il salario minimo per uscire dal commissariamento

 

Nemmeno un mese dopo il commissariamento, Mondialpol, tra le più note società di vigilanza privata, interviene sugli stipendi dei vigilanti. La società, si legge in una nota, spiega di aver deciso di ritoccare all’insù i salari degli addetti ai servizi di sicurezza non armata del 20% dal primo settembre 2023: «È stato definito un percorso progressivo che porterà a un aumento del 38% alla scadenza del Ccnl prevista per il primo aprile 2026».

LA PROCURA DIETRO LA DECISIONE DI MONDIALPOL DI INTERVENIRE SUL SALARIO MINIMO

Una decisione evidentemente presa in concerto con la Procura di Milano che aveva commissariato Mondialpol con pesanti accuse di caporalato e sfruttamento attraverso un decreto d’urgenza del pm Paolo Storari, nell’alveo dell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf.

La vicenda presenta diverse analogie con quella, recente, che ha travolto la cooperativa Servizi Fiduciari (gruppo Sicuritalia), finita commissariata anch’essa. E’ facile pensare che la decisione di intervenire sui minimi sia stata presa in accordo, come si diceva, coi pubblici ministeri. Lo suggerisce il fatto che la Procura meneghina, contestualmente all’annuncio di Mondialpol di intervenire sul salario minimo, abbia disposto la revoca del provvedimento di controllo giudiziario.

La decisione di intervenire sul salario minimo, dicono da Mondialpol, nasce con l’obiettivo «della sempre maggiore professionalizzazione e fidelizzazione degli addetti e così concretizzare salari più equi rispetto al contesto economico attuale del settore».

PERCHE’ MONDIALPOL ERA STATA COMMISSARIATA

La società era stata commissariata non per i salari da 5,30 euro l’ora (somma che, denunciano i sindacati, moltiplicata per il numero di ore lavorative, porta la retribuzione mensile a 930 euro) dato che corrispondono al vecchio contratto collettivo di lavoro della vigilanza privata (firmato dalle principali organizzazioni sindacali), ma per violazione dell’art. 603 bis del Codice Penale: intermediazione illecita del lavoro (cioè caporalato) e di sfruttamento di manodopera.

LE ACCUSE A MONDIALPOL

Secondo le denunce dei lavoratori della cooperativa Servizi Fiduciari, che forniva la manodopera, Mondialpol è accusata di aver costretto i lavoratori a turni lunghissimi senza retribuire correttamente straordinari, notturni e festivi, obbligandoli spesso anche a saltare i riposi. Capi d’accusa che permangono e dei quali Mondialpol dovrà rendere conto in giudizio.

IL TAVOLO SULLA SICUREZZA PRIVATA AL MINISTERO DEL LAVORO

A seguito delle diverse iniziative messe in campo dalla magistratura e della conseguente esposizione mediatica del settore, il 3 agosto le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni di categoria del comparto vigilanza e sicurezza privata, assieme ai Commissari delle cooperative di Mondialpol e Sicuritalia, sono stati convocati dal Ministero del Lavoro, nella persona del Sottosegretario Claudio Durigon.

Un incontro molto aspro dato che le posizioni dei rappresentanti delle aziende e quelle dei sindacati dei lavoratori sono distantissime. Il Presidente di UNIV (Unione Nazionale Imprese di Vigilanza Privata,  l’Associazione di categoria più rappresentativa delle imprese di Sicurezza Privata in Italia) Luigi Gabriele ha sostenuto che: “Le iniziative giudiziali messe in campo contro specifiche realtà aziendali, oltre a non risolvere la questione, rischiano paradossalmente di avere ricadute negative sugli stessi lavoratori delle aziende coinvolte, che peraltro sono le più dimensionate, generando nuova confusione e palesi squilibri di mercato”.

“Se poi si intende commissariare il sistema del libero mercato e della libera contrattazione fra le parti sociali ricorrendo allo ius judicis per stabilire quali siano le tariffe adeguate – ha aggiunto il numero uno dell’UNIV, allora si dica apertamente che si intende delegittimare l’intero sistema delle relazioni industriali, che – seppur con indubbio e colpevole ritardo – si è però assunto le proprie responsabilità rinnovando il CCNL di categoria”.

Ancor più netta la posizione di Marco Stratta, Segretario Generale di ANIVP (Associazione Nazionale Istituti di Vigilanza) secondo cui “Non siamo di fronte al commissariamento di due cooperative, ma al commissariamento dell’intero settore. O almeno è quanto emerge dalle valutazioni espresse dai Commissari al tavolo convocato dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro; valutazioni che non hanno un riscontro oggettivo e strettamente giuridico, ma che sembrano più derivare da una sorta di condanna morale. Unici punti di convergenza nelle considerazioni del tavolo sono quelle sul mercato, totalmente drogato di massimo ribasso e principale responsabile dell’attuale situazione” – ha detto Stratta.

A entrambi ha risposto per le rime l’USB Vigilanza: “Secondo i rappresentanti padronali, l’intervento potrebbe, addirittura, provocare al settore uno “shock economico” con la conseguenza di eliminare dal mercato le imprese che rispettano fedelmente il contratto collettivo – se mai ce ne fossero – a vantaggio di quelle che operano al di là delle norme. In primis – si legge nella nota -, è bene ricordare ai segretati padronali che la magistratura è intervenuta su violazioni gravissime – quali le accuse di caporalato e sfruttamento – che, di certo, non possono tenere conto di alcun effetto distorsivo sul mercato.

“Ricordiamo ai rappresentanti di ANIVP e UNIV che la Magistratura è tenuta a perseguire i reati e non ad assicurare la tenuta economica del comparto. Da troppi anni, infatti, dietro il falso mito della salvaguardia occupazionale si è permesso ai gruppi industriali di calpestare la dignità dei lavoratori. In secondo luogo – concludono dalla USB -, siamo ben lieti di leggere che i quotidiani pubblicano con ricorrenza notizie, reportage e indagini sull’oscuro mondo della vigilanza privata che da decenni assicura grassi profitti alle imprese e povertà e sfruttamento per i loro dipendenti.”

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