Sarà lunedì 26 giugno il giorno chiave per cominciare a capire cosa succederà al patrimonio lasciato in eredità da Silvio Berlusconi. Di sicuro i cinque figli (Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi) riceveranno dal defunto padre soldi e capitale azionario per miliardi. In tal senso occorre guardare con attenzione alle tre società quotate in Borsa della galassia Fininvest ovvero Mediaset (ora Mfe), Mondadori e Mediolanum.
Di queste il gioiello è l’istituto di credito fondato da Ennio Doris di cui la holding della famiglia Berlusconi ha in pancia poco più del 30%.
Basti pensare, come ricorda Il Sole 24 Ore Plus, che tra il 2017 e il 2022 Fininvest ha incassato dividendi per 914,6 milioni: di questi circa il 70% – ovvero 636,5 milioni – da Mediolanum e “solo” 214 milioni da Mfe e 12 milioni da Mondadori. In circa dieci anni la famiglia Berlusconi ha incassato poco meno di 1 miliardo di dividendi.
E ancora: nel 2021, ultimi dati disponibili, dei 390 milioni di utili realizzati da Fininvest ben 225,8 milioni sono arrivati dalla quota detenuta in Banca Mediolanum che, va ricordato, vale 2 miliardi.
LA NASCITA DI MEDIOLANUM E DEL RAPPORTO TRA LE FAMIGLIE DORIS E BERLUSCONI
All’inizio fu un incontro a Portofino nel 1980 tra Berlusconi, all’epoca solo imprenditore, e il promotore finanziario veneto Ennio Doris che propose al poi Cavaliere di vivere insieme un’avventura nel campo della raccolta del risparmio. Da lì nel 1991 Programma Italia e in seguito, nel 1997, Banca Mediolanum, con sede a Basiglio, che ha visto il capostipite presidente fino al 2021 – anno della morte – e il figlio Massimo, classe 1997, amministratore delegato dal 2008.
GLI AZIONISTI E IL LEGAME CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI
Banca Mediolanum, come si diceva, è un’azienda di famiglia o meglio di due famiglie: è detenuta per il 40,34% dai Doris (di cui il 26,287% afferisce alla FinProgItalia e il resto a partecipazioni riconducibili alla moglie di Ennio, Lina Tombolato, e alle persone giuridiche T-Invest srl e Lina srl che fanno capo alla stessa Lina e ai figli Massimo e Sara) e per poco più del 30% dai Berlusconi tramite la Fininvest. Come ha ricordato Stefano Righi sull’Economia del Corriere della Sera, la banca controlla circa l’1% di azioni proprie e sul mercato di Borsa è collocata una quota (il flottante) pari al 28%. La famiglia Doris è legata dal 2017 da un patto parasociale con cui ha voluto sindacare le partecipazioni nel capitale dell’istituto di credito.
Va ricordato che Banca Mediolanum possiede anche il 3,4% di Mediobanca in cui Marina Berlusconi ha fatto parte del cda dal 2008 al 2012 (quando Fininvest deteneva circa il 2% di Piazzetta Cuccia).
COME VA IN BORSA
Al momento a Piazza Affari Banca Mediolanum capitalizza circa 6,2 miliardi e le sue azioni sono poco sopra gli 8,3 euro. Si tratta di uno degli istituti di credito più patrimonializzati che peraltro non ha risentito di effetti speculativi dopo la morte del Cavaliere. Basti pensare che il titolo a marzo era quotato a 9,3 euro ed è poi sceso il mese successivo a 8,7 euro. Oggi Banca Mediolanum è quotata poco sopra gli 8 euro dunque meno di quello che sarebbe potuto accadere se avesse avuto un appeal speculativo.
GLI SCENARI FUTURI
Cosa accadrà in Banca Mediolanum dipenderà dalle volontà testamentarie di Berlusconi ma secondo Repubblica è da considerarsi “difficile, se non impossibile” che la partecipazione venga messa in vendita. Ovviamente sarà importante capire come verrà divisa fra gli eredi. “L’ipotesi più probabile – si legge – è che rimanga una distribuzione paritetica delle quote di ciascuno di loro in Fininvest, che a sua volta manterrà il controllo delle partecipate”. Qualche giorno dopo la morte del Cavaliere, Massimo Doris (nella foto) ha raccontato di un pranzo ad Arcore con la madre e la sorella /da qualche tempo vicepresidente di Banca Mediolanum), Berlusconi e i suoi cinque figli: dinanzi al desco si sarebbe convenuto che in futuro i rapporti non sarebbero cambiati e che Doris avrebbe continuato a gestire l’istituto.
Di sicuro, Carlo Messina ha tenuto a mettere le cose in chiaro. “Non so se Mediolanum può finire sul mercato. Credo che sia un’ottima azienda, ma noi abbiamo delle quote di mercato in Italia per cui non possiamo fare operazioni di alcun tipo” ha detto l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo in merito alle ipotesi su cosa sarebbe potuto accadere ora alla galassia Fininvest.