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Le news di Generali su Confindustria, lobby, pubblicità, studi legali e titoli di Stato

Che cosa emerge dalle risposte dei vertici di Assicurazioni Generali ad alcune domande dei piccoli azionisti

Tra poche ore si saprà il nuovo consiglio di amministrazione di Assicurazioni Generali. Il conto alla rovescia è agli sgoccioli per la principale partita finanziaria italiana. L’assemblea di Generali, infatti, si riunirà a Trieste domani, 24 aprile. Gli azionisti dovranno scegliere tra tre liste: quella di Mediobanca, primo socio con il 13,1%, quella del gruppo Caltagirone e quella di Assogestioni. Bisognerà capire se Philippe Donnet sarà riconfermato amministratore delegato o se sarà premiata la lista dell’imprenditore romano (che comunque punta solo a mettere i bastoni fra le ruote all’operazione con la francese Natixis). Sullo sfondo c’è un’altra questione: come voterà Unicredit. Non solo su questi dossier si sono concentrati i piccoli azionisti di Generali e i vertici del gruppo assicurativo hanno risposto in un documento da una cinquantina di pagine.

IL PUNTO SUL PROGETTO DI JOINT VENTURE TRA GENERALI E NATIXIS

A gennaio, era stata annunciata la scelta di creare la joint venture alla pari tra Generali e Natixis, in particolare tra le rispettive divisioni di asset management. Tra le risposte agli azionisti, Generali ha tenuto a precisare che il memorandum of understanding firmato tra i due gruppi “si tratta di un accordo non vincolante” e “ciascun gruppo ha avviato le proprie procedure di consultazione”. Inoltre, Generali fa sapere che “non ha presentato alcuna istanza autorizzativa all’Ivass in relazione al progetto di joint venture con Natixis”. L’Ivass è l’Istituto per la vigilanza delle assicurazioni, l’autorità che vigila sul mercato assicurativo italiano.

Tra la sfilza di domande e risposte, anche una specifica sui piani relativi all’operazione con Natixis, che “si tradurrebbe in un risultato nei primi due anni, includendo gli oneri di integrazione, fra 25 e 50 milioni di euro, prima dell’effetto del dividendo preferenziale previsto solo per i primi due anni e anni e per un ammontare complessivo pari a 250 milioni di euro”.

E poi: “Tale dividendo preferenziale a favore di Bpce porterebbe l’impatto complessivo della transazione al netto delle imposte tra -25 e 0 milioni di euro. Dopo la fine dell’effetto del dividendo preferenziale, quindi a partire dal 2028, il contributo all’utile netto rettificato è atteso esser superiore a 50 milioni di euro, anche tenendo conto degli oneri di integrazione. Una volta esaurito l’impatto di tali oneri e una volta che le sinergie attese andranno a regime, l’effetto della transazione sull’utile netto rettificato è atteso esser superiore a 125 milioni di euro annui a partire dal 2030”.

QUANTO SPENDE GENERALI IN LOBBYING

Alle domande “quanto si è speso per attività di lobbing? Per cosa? Quando?”, la società ha rimandato al link del registro per la trasparenza, a cui il gruppo aderisce da più di 10 anni. Nella pagina indicata, si possono trovare tutta una serie di informazioni riguardo le attività di Generali. Sono tre le persone che possono accedere ai locali del Parlamento europeo: Jean Plattard, Virginia Di Marco e Fabio Marchetti, quest’ultimo è il responsabile delle relazioni con l’Ue.  Secondo i dati che si trovano, la stima dei costi annui relativi alle attività contemplate dal registro per la trasparenza è tra 1,25 e 1,49 milioni per l’anno 2024.

I contatti dei rappresentanti di Generali con i vertici europei sono stati diversi: dal 2023 un paio di incontri all’anno con membri o funzionari della commissione europea. L’ultimo è datato il 15 gennaio 2025. Mentre nel 2024 gli incontri con i membri del Parlamento europeo sono stati due: uno con il leghista Marco Zanni, l’altro con il membro della Cdu tedesca Ralf Seekatz.

LA PUBBLICITÀ DI GENERALI AI GRUPPI EDITORIALI E ALLE TESTATE GIORNALISTICHE

Per quanto riguarda la pubblicità e le sponsorizzazioni, Generali rende noto che “in linea con l’anno precedente, le campagne pubblicitarie e le sponsorship sono gestite con budget locale dai singoli paesi e pertanto non vi sono retrocessioni”. Inoltre, la società ha pubblicato le cifre delle spese pubblicitarie sostenute “verso gruppi editoriali e singole testate”. Nel 2024 sono stati 1.161.714 euro, “sostanzialmente in linea con il periodo precedente (€ 1.097.809)”. Generali poi ci tiene a precisare che “con nessuno di questi gruppi editoriali e con nessuna di queste testate sussistono rapporti di consulenza”.

CONTRIBUTI A PARTITI, A POLITICI O FONDAZIONI POLITICHE?

Un altro punto è il rapporto con il mondo politico. Assicurazioni Generali, e tutte le società del gruppo Generali, non versano alcun contributo a partiti, fondazioni politiche o politici, hanno fatto sapere tra le risposte agli azionisti in vista dell’Assemblea. Vale lo stesso per sindacati, movimenti e associazioni di consumatori. I vertici del gruppo triestino hanno anche messo per iscritto che il Leone non aderisce a Confindustria.

I RAPPORTI CON MAGISTRATI E STUDI LEGALI

Tra le domande, anche quella relativa al coinvolgimento di giudici o magistrati come consulenti diretti e indiretti del gruppo, a cui Generali ha risposto di non essere a conoscenza di contratti di consulenza diretta con tali figure. E al momento “non risultano essere stati affidati incarichi da Assicurazioni Generali S.p.A a magistrati togati come componenti di collegi arbitrali”.

Tra gli azionisti, poi, ci deve essere qualcuno particolarmente interessato alle consulenze legali di Generali. È stato chiesto infatti se le società facenti capo a Braggiotti, Erede, Trevisan e Berger sono consulenti del gruppo e in caso quanto vengono pagate. Se nella risposta è stato precisato che “non risultano acquisti diretti con le persone indicate”, ci sono invece delle consulenze nel 2024 con società “per le quali le persone indicate detengono una quota rilevante”. Infatti, “risultano costi riferiti a: lo Studio Bonelli Erede Pappalardo, per circa 1,84 milioni di euro (Iva inclusa), lo Studio Legale Trevisan e Associati per circa 12mila euro (Iva inclusa); per Roland Berger per circa 390mila euro (Iva inclusa)”.

QUANTO HA INVESTITO GENERALI IN TITOLI DI STATO

Qualche azionista ha poi chiesto quali siano gli investimenti di Generali nei titoli di Stato. “Nel 2024 – fa sapere la società – gli investimenti in titoli di stato emessi principalmente da paesi Ocse sono stati parti a 13,7 miliardi di euro nel segmento Vita (a fronte di vendite per 8 miliardi e scadenze per 5,4 miliardi) e a 2,1 miliardi di euro nel segmento Danni (a fronte di vendite per 1 miliardo e scadenze per 3,4 miliardi di euro)”. E ancora: “L’investimento in titoli collateralizzati è stato pari a 130 milioni di euro nel segmento Vita (a fronte di scadenze e vendite per circa 880 milioni complessivi) e a 5 milioni di euro nel segmento Danni (a fronte di scadenze e vendite per circa 43 milioni di euro complessivi)”.

Il futuro di Generali si deciderà domani all’assemblea. Qualcuno, però, ha tentato la giocata, forse per capire i progetti a lungo termine della dirigenza del gruppo. E ha posto alla società una domanda esistenziale: “Il presidente, i consiglieri d’amministrazione e i sindaci credono nel Paradiso?”. Per l’azienda, però, non è stato ovviamente un quesito pertinente.

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